Isola di Rodi
Dopo la caduta di Costantinopoli (1204), l’isola di Rodi passa sotto il controllo dell’Impero di Nicea. Successivamente il ricco possidente e governatore dell'isola, Leone Gavalas, si ribella al potere centrale e si autoproclama Signore di Rodi e Cesare delle isole Cicladi e stringe un patto difensivo con i Veneziani.
Nel 1240 i bizantini riconquistano l’isola e ne affidano il governo al fratello Giovanni Gavalas, durante il suo governo i Genovesi occupano l’isola per un breve periodo (1248). Alla sua morte (1250) si succedono governi fantoccio mentre l’isola è in pratica controllata dai genovesi che nel 1261 ne restituiscono formalmente la sovranità all’impero.
Nell'estate del 1305 il corsaro
genovese Andrea Moresco viene nominato da Andronico II ammiraglio
della flotta imperiale e riceve in feudo come appannaggio della
carica le isole di Rodi, Scarpanto (Karpathos) e Caso (Kassos).Il 26 giugno 1306, al comando del Gran Maestro Foulques de Villaret, un piccolo contingente dei cavalieri di San Giovanni formato da 35 cavalieri, 6 turcopolieri e 500 fanti s’imbarca a Limassol su una modesta flotta di 2 galee, una fusta e 3 navi minori a cui si aggiungono durante il viaggio 2 galee genovesi del corsaro Vignolo de Vignoli, nipote di Andrea Moresco*.
Sbarcano a Castelrosso (Castellòrizon) e attendono l’occasione propizia.
Il 20 settembre sbarcano sulla costa orientale dell'isola di Rodi e occupano il castello di Feraclo. Da qui marciano verso la città di Rodi e sono costretti ad assediarla.
L’11 novembre occupano la fortezza di Filerimos.
Viste le difficoltà il Gran Maestro propone all’imperatore Andronico II Paleologo, alla resa della città, di sottoporsi alla sua giurisdizione e di inviargli 500 cavalieri per la campagna in atto contro i persiani. La proposta è respinta.
Con la bolla del 5 settembre 1307 papa Clemente V dà al Gran Maestro l’investitura dell’isola.
Il 15 agosto 1308 finalmente la città si arrende.
Al Vignoli, come nei patti, viene assegnato il castello di Lardos e un terzo del magro bottino.
* La posizione di Andrea Moresco rispetto all'impresa non è del tutto chiara. Se infatti alcuni testi assicurano una sua adesione al progetto, altri portano invece a pensare che egli sia rimasto fedele all'imperatore, fatto che troverebbe conferma nell'incarico poco dopo affidato a lui e al fratello Ludovico (Luigi) dallo stesso imperatore: all’inizio del 1307 essi risultano infatti al comando delle due galee imperiali incaricate di trasportare il principe Sempad nel suo viaggio di ritorno in Armenia per rivendicare il trono dopo la morte del nipote, il re Levon IV.
* La posizione di Andrea Moresco rispetto all'impresa non è del tutto chiara. Se infatti alcuni testi assicurano una sua adesione al progetto, altri portano invece a pensare che egli sia rimasto fedele all'imperatore, fatto che troverebbe conferma nell'incarico poco dopo affidato a lui e al fratello Ludovico (Luigi) dallo stesso imperatore: all’inizio del 1307 essi risultano infatti al comando delle due galee imperiali incaricate di trasportare il principe Sempad nel suo viaggio di ritorno in Armenia per rivendicare il trono dopo la morte del nipote, il re Levon IV.
Foulques de Villaret (1305-1319)
Nel 1317, a causa dei suoi
modi dispotici ed autoritari, i suoi confratelli tentarono di
rimuoverlo dalla carica. Fu eletto un altro GM, Maurice de Pagnac,
mentre un gruppo di congiurati si recò alla residenza di de Villaret
per assassinarlo. De Villaret riuscì a scampare all'agguato e si
rifugiò nel castello di Lindos dove fu assediato dai sui stessi
confratelli. A questo punto Papa Giovanni XXII convocò entrambi i GM
ad Avignone. Il papa riammise de Villaret nell'Ordine solo a
condizione che si dimettesse dalla carica di GM. Il 18 giugno 1319,
dal momento che nel frattempo Maurice de Pagnac era deceduto, fu
nominato nuovo GM Helion de Villeneuve.
Helion de Villenueve (1319-1346)
1334. Una flotta cristiana (Papato, Venezia, Cipro e Cavalieri giovanniti), al comando dell'ammiraglio genovese Martino Zaccaria – sostituito alla morte dal giovannita fra Giovanni da Briandate - prende Smirne (1), che rimarrà sotto il controllo dei cavalieri fino al 1402.
Costruisce il castello di Villanova.
Deodato di Gozon (1346-1353)
La leggenda vuole che liberò l'isola da un drago feroce (probabilmente un grosso coccodrillo) che terrorizzava i contadini facendo strage degli armenti, meritandosi così l'appellativo di extinctor draconis. Tra il 1347 ed il 1348 intervenne con successo a sostegno di Costantino VI d'Armenia assediato dai mammelucchi.
La leggenda vuole che liberò l'isola da un drago feroce (probabilmente un grosso coccodrillo) che terrorizzava i contadini facendo strage degli armenti, meritandosi così l'appellativo di extinctor draconis. Tra il 1347 ed il 1348 intervenne con successo a sostegno di Costantino VI d'Armenia assediato dai mammelucchi.
Pietro de Corneillan (1353-1355)
Esponente di spicco della nobiltà provenzale, nel pur breve periodo del suo mandato (appena 18 mesi), si mostrò molto deciso e severo riguardo alla disciplina e alla morale, tanto da meritarsi l'appellativo di correttore dei costumi.
Particolare del sarcofago di Pietro de Corneillan
proveniente dalla distrutta
chiesa conventuale rodiota di San Giovanni Battista e attualmente
conservato nel Museo di Cluny. Sulla destra si notano le armi del GM (tre corvi in una banda diagonale) e a sinistra quelle dell'Ordine.
Roger de Pins (1355-1365)
Coopera con il re di Cipro Pietro I nella presa di Antalya (1361). Deve far fronte a una terribile pestilenza che affligge l'isola durante il suo magistero.
Viene detto l'elemosiniere per le sue richieste d'aiuto a destra e a manca.
Armi di Roger de Pins
(parete esterna del braccio meridionale del transetto della chiesa di Santa Sofia a Nicosia)
Raimondo Berenger (1365-1374)
Coopera con il re di Cipro Pietro I al sacco di Alessandria (1365) nel corso della VI Crociata.
Nel 1366 concede in feudo a Barello Assanti di Ischia le isole di Chalki e Piscopi.
Roberto di Juilly (1374-1376)
Al momento della nomina era Gran Priore della Lingua di Francia.
Al momento della nomina era Gran Priore della Lingua di Francia.
Giovanni Hernandez de Heredia (1376-1396)
Nel 1376 viene catturato dagli albanesi - che lo rivendono ai turchi - mentre assedia Arta.
Liberato dietro riscatto e schieratosi con l'antipapa Clemente VII (1378-1394) deve affrontare il GM nominato al suo posto da papa Urbano VI (1378-1389), il nobile napoletano Fra Riccardo Caracciolo (1383-1395). I cavalieri stanziati a Rodi rimangono comunque fedeli a lui.
Giovanni Hernandez de Heredia
da un'edizione miniata della Grant Cronica de Espanya da lui stesso scritta (XIV sec.)
Biblioteca Nacional de Espana, Madrid
Filiberto di Naillac (1396-1421)
Nel 1402 perde la città di Smirne, conquistata dai tartari.
Nello stesso anno, con un audace colpo di mano, s'impossessa della rocca di Alicarnasso (attuale Bodrum) dove inizia a costruire il castello di S.Pietro che rimarrà in possesso dell'ordine fino al 1522.
Alla morte dell'ultimo erede dei Vignoli infeuda nel castello di Lardos Dragonetto Clavelli.
Fa costruire nel 1421 a Rodi la torre che porta il suo nome.
Antonio Fluvian de la Riviere (1421-1437)
Nobile catalano, al momento della nomina era Gran Commendatore di Cipro. Lo costruzione dell'Ospedale nuovo fu iniziata grazie ad un suo lascito di 10.000 fiorini.
Giovanni di Lastic (1437-1454)
Nel settembre del 1440 respinge una flotta del Sultano d'Egitto che sulla via del ritorno devasta i possedimenti giovanniti a Cipro.
Nell'agosto del 1444 i mamelucchi sbarcano 18.000 uomini e mettono la campagna a ferro e fuoco ma dopo quaranta giorni di assedio alla città si ritirano.
Giacomo di Milly (1454-1461)
1457 Saccheggio del villaggio di Arcangelo e cattura di tutti i suoi abitanti da parte dei turchi.
Raimondo Zacosta (1462-1467)
Divide la cerchia muraria in otto settori chiamati poste affidandone la difesa ai Cavalieri delle varie Lingue.
Deve affrontare una ritorsione veneziana per il sequestro di due galee che mette l'isola a ferro e fuoco.
Morì il 21 febbraio 1467 a Roma dove si era recato per un capitolo dell'Ordine.
Giovanni Battista Orsini (1467-1476)
La sua principale preoccupazione fu il rafforzamento delle difese di Rodi alla cui sovrintendenza nominò l'allora Commendatore Pietro d'Aubusson. Sotto il suo magistero fu restaurata e rimessa in opera l'antica fortezza bizantina di Feraklos (1470). Morì a Rodi, a seguito di malattia, l'8 giugno 1476. La sua tomba, originariamente collocata nella chiesa rodiota di San Giovanni Battista, fu acquisita nel 1876 dal Museo di Cluny dove attualmente si trova.
La sua principale preoccupazione fu il rafforzamento delle difese di Rodi alla cui sovrintendenza nominò l'allora Commendatore Pietro d'Aubusson. Sotto il suo magistero fu restaurata e rimessa in opera l'antica fortezza bizantina di Feraklos (1470). Morì a Rodi, a seguito di malattia, l'8 giugno 1476. La sua tomba, originariamente collocata nella chiesa rodiota di San Giovanni Battista, fu acquisita nel 1876 dal Museo di Cluny dove attualmente si trova.
Pietro d'Aubusson (1476-1503)
1478. Devastazione del castello di Fanes da parte dei turchi. Il Gran Maestro rinforza i castelli di Villanova e Filerimos.
1480. (vedi assedio)
Nel 1489 viene elevato alla porpora cardinalizia da papa Innocenzo VIII.
1503. Espulsione degli ebrei da Rodi.
Pietro d'Aubusson
particolare del Trittico della Madonna della Vittoria di Giovanni Barbagelata, 1503 c.ca
Museo diocesano, Genova
Amerigo d'Amboise (1503-1512)
Nel 1510 la flotta dell'Ordine, al comando di d'Amaral e Villiers de l'isle d'Adam, riporta una grande vittoria navale contro la flotta del sultano d'Egitto nel golfo di Ajazzo, lungo la costa montenegrina, catturando undici vascelli e quattro galee.
Nel 1510 la flotta dell'Ordine, al comando di d'Amaral e Villiers de l'isle d'Adam, riporta una grande vittoria navale contro la flotta del sultano d'Egitto nel golfo di Ajazzo, lungo la costa montenegrina, catturando undici vascelli e quattro galee.
Guido de Blanchefort (1512-1513)
Nipote di Pietro d'Aubusson (sua madre era la sorella del Gran Maestro), eletto a sua volta Gran Maestro dell'Ordine morì prima di raggiungere l'isola.
Fabrizio del Carretto (1513-1521)
Fin dal suo insediamento la sua preoccupazione costante fu preparare la difesa dell'isola in vista del prevedibile attacco ottomano. A tal fine chiamò a Rodi i migliori architetti militari italiani, tra i quali Basilio della Scola, per ammodernare e rafforzare le fortificazioni.
Nipote di Pietro d'Aubusson (sua madre era la sorella del Gran Maestro), eletto a sua volta Gran Maestro dell'Ordine morì prima di raggiungere l'isola.
Fabrizio del Carretto (1513-1521)
Fin dal suo insediamento la sua preoccupazione costante fu preparare la difesa dell'isola in vista del prevedibile attacco ottomano. A tal fine chiamò a Rodi i migliori architetti militari italiani, tra i quali Basilio della Scola, per ammodernare e rafforzare le fortificazioni.
Filippo Villiers de l'isle d'Adam (1521-1522)
Diresse la difesa dell'isola durante l'assedio del 1522. Dopo la caduta di Rodi continuò a governare l'Ordine fino al giorno della sua morte (21 agosto 1534).
Diresse la difesa dell'isola durante l'assedio del 1522. Dopo la caduta di Rodi continuò a governare l'Ordine fino al giorno della sua morte (21 agosto 1534).
Particolare del sarcofago del GM Filippo Villiers de l'isle d'Adam realizzato da Antonello Gagini
Concattedrale di San Giovanni, La Valletta, Malta
L'Assedio del 1480:
L'assedio di Rodi del 1480
da un'edizione miniata dei Gestorum Rhodiae obsidionis commentarii di Guillaume Caoursin, 1481
Il 23 maggio del 1480 l’esercito ottomano, al comando di Misac pasha* s’imbarca a Marmara.
Le forze turche ammontano a 50 navi e circa settantamila uomini, a fronteggiarle circa 600 cavalieri e 1500-2000 uomini tra mercenari e milizie locali al comando del GM Pietro d’Aubusson.
I turchi sbarcano a Trianda e investono il forte di S.Nicolò che difendeva l’accesso al Mandrachion (porto militare) cominciando a bombardare la città.
* Secondo Runciman questi non sarebbe altri che Manuele Paleologo, figlio di Tommaso, ultimo despota di Morea, e Caterina Zaccaria. Dopo il suo soggiorno romano, questi sarebbe tornato a Costantinopoli nel 1477 e, convertitosi all'Islam, avrebbe ricevuto cariche di prestigio dal sultano.
24 maggio. Inizio del bombardamento del forte S.Nicola che, posto sulla punta del promontorio che divide il porto militare (Mandrakion) da quello commerciale, è la chiave di volta del dispositivo difensivo. Qui d'Aubusson schiera i suoi migliori combattenti al comando del fratello Antonio, visconte di Monteuil.
28 maggio. Appello del GM d'Aubusson a tutti i cavalieri d’Europa perché accorrano a difendere l’isola. Diserzione di Mastro Georg Beozius – un rinnegato tedesco che comandava le artiglierie turche – che viene accolta con sospetto.
Primi di giugno. La flotta turca doppia l’Akra Milos (Punta della sabbia) e investe il forte con truppe da sbarco. L’artiglieria giovannita dal forte e dal bastione dei cavalieri di Francia che fronteggia il porto batte la flotta e gli spahis vengono massacrati dal tiro delle frecce e delle balestre.
18-19 giugno nuovo assalto al forte ad opera dei giannizzeri respinto con gravi perdite. Grande uso di fuochi artificiati da ambo le parti.
Arrestato, Mastro Georg Beozius confessa di essere una spia al soldo degli ottomani e viene giustiziato sulla pubblica piazza.
Arrestato, Mastro Georg Beozius confessa di essere una spia al soldo degli ottomani e viene giustiziato sulla pubblica piazza.
28 luglio Attacco alle mura di terra all’altezza del quartiere ebraico, alla posta dei Cavalieri d’Italia (lunga appena 224 metri). I turchi prendono la torre d’Italia . Il GM Pietro d'Aubusson accorre alla breccia alla testa di 12 cavalieri e tre vessilliferi e viene gravemente ferito. Poi i turchi cominciano a ritirarsi senza ragione apparente.
Si parla di prodigi, che abbiano visto in cielo le divinità cristiane scese a difendere la città. Più probabilmente i basibozuk che avevano raggiunto gli spalti furono presi in mezzo tra il fuoco dei difensori e quello amico dei giannizzeri che li seguivano e cominciarono a ritirarsi rovinosamente.
I difensori inseguono il nemico fino al campo sotto il Monte di S.Stefano e conquistano il vessillo del sultano. I turchi si radunano a Trianda e dopo 11 giorni levano l’ancora definitivamente.
L'Assedio del 1522:
Il 26 giugno al comando di Mustafa pasha sbarcano 120.000 uomini e 60.000 schiavi.
Il 28 luglio lo stesso Solimano raggiunge l’esercito e ne prende il comando.
I cavalieri, al comando del GM Philippe Villiers de l’Isle d’Adam, sono circa 600 e dispongono di circa cinquemila uomini tra mercenari e rodioti. L’ingegnere Gabriele Tadini Martinengo dirige i servizi del genio.
4 settembre. Una mina apre una breccia nel bastione d’Inghilterra. Martinengo difende il bastione di Sant’Atanasio che si trova dietro la breccia e respinge l’assalto.
24 settembre. I giannizzeri riescono ad arroccarsi sulle mura e a piantare i loro stendardi. Il GM raduna i difensori e dopo sei ore riesce a respingerli.
10 ottobre. Viene aperta una larga breccia nel settore spagnolo, gli assalitori vengono isolati dalla rapida costruzione di un muro interno.
11 ottobre. Tadini viene gravemente ferito.
Il 26 dicembre il GM firma la capitolazione con l’onore delle armi.
Il 1 gennaio 1523 i cavalieri supersiti e circa 4.000 rodioti che preferiscono seguirli s’imbarcano sulle navi e lasciano definitivamente l’isola. Portano con sé le armi – eccetto i cannoni – le sacre reliquie e l’icona della vergine di Filerimos. In base agli accordi di pace firmati dal GM, i cavalieri cedono agli ottomani anche la fortezza di castel San Pietro a Bodrum (l'antica Alicarnasso) sulla costa anatolica ed il presidio dell'antistante isola di Coo (nota anche come Lango durante l'occupazione ospitaliera) che occupavano dal 1337.
Guerra italo-turca 1911-1912:
Per piegare la resistenza ottomana in Libia, lo stato maggiore italiano decide di avviare delle operazioni nel Dodecanneso.
Il contingente italiano, al comando del gen. Ameglio ammontava a circa 9.000 uomini e 20 pezzi d’artiglieria. Il comando della flotta fu invece affidato al viceammiraglio Marcello Amero d’Aste Stella.
Il 4 maggio 1912 le truppe sbarcano a Kalythea a sud della città di Rodi. Verso sera l’avanguardia a cavallo si scontra con i turchi in una scaramuccia sul colle Koskinou in località Argurù e procede la marcia verso il ridotto di Psinthos dove sembrava che i turchi si stessero concentrando.
Le truppe italiane sbarcano a Kalythea
Il 5 maggio il tricolore viene innalzato sul forte di S.Nicola.
La mattina del 17 maggio le colonne italiane giungono a Psithos dove i turchi si arrendono senza combattere.
Nel 1919, il primo ministro greco Venizelos chiede la restituzione del Dodecanneso. Di fronte al rifiuto del’Italia, a Rodi scoppia la rivolta (Pasqua di sangue).
Nel luglio del 1923, col Trattato di Losanna, i turchi cedono la sovranità all’Italia.
Il 6 agosto 1924 con l’annessione termina ufficialmente il regime di occupazione militare provvisoria e viene nominato il primo governatore del possedimento (Mario Lago):
1912-1920 amministrazione militare
1920-1921 F.Maissa, reggente civile
1921-1922 A. de Bosdari, reggente civile
1922-1936 Mario Lago, Governatore
1936-1940 Cesare Maria de Vecchi, Governatore
1940-1942 gen. Ettore Bastico, Governatore
1942-1943 (11 sett) amm.glio Inigo Campioni, Governatore.
Le funzioni amministrative e civili sono delegate al Vice Governatore Igino Faralli che viene lasciato al suo posto dai tedeschi, mentre il comando militare viene assunto dal gen.Kleemann.
Settembre 1943- Agosto 1944 gen. Ulrich Kleemann.
Nel luglio del 1944 Faralli – su richiesta dei tedeschi – aderisce alla RSI.
Agosto 1944-8 Maggio 1945 gen. Otto Wegener. L'8 maggio del 1947 firma la resa ai britannici delle forze tedesche del Dodecanneso.
Armi del governatore Cesare Maria de Vecchi
Il 28 ottobre del 1947 Rodi viene annessa alla Grecia.
Note:
(1) La cosiddetta crociata di Smirne fu indetta da papa Clemente VI (1342-1352) per stroncare le attività di pirateria dell'emiro di Aydin Umur Bey. Per una trattazione più estesa dell'argomento vedi anche Chios, Introduzione.
Note:
(1) La cosiddetta crociata di Smirne fu indetta da papa Clemente VI (1342-1352) per stroncare le attività di pirateria dell'emiro di Aydin Umur Bey. Per una trattazione più estesa dell'argomento vedi anche Chios, Introduzione.
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