Kanakaria significa "che accarezza il bambino", l’epiteto della vergine deriva probabilmente da un’icona - oggi scomparsa - replicata in un affresco successivamente eseguito all’esterno della chiesa, sul timpano della porta sul lato sud - su cui è conservato l’epiteto.
La chiesa risale originariamente alla fine del V sec. e fa parte di un complesso monastico di cui rimangono altri 2 edifici.
Legenda
nero: chiesa originaria della fine del V sec.
nero con righe bianche: ricostruzione del VII sec.
grigio puntinato: restauro del 1160 c.ca (con la costruzione delle cupole)
bianco con righe nere: ricostruzione
della parte meridionale (XIII sec.)
bianco: modifiche apportate dopo il
1500.
Presentava originariamente una pianta a triconco con nartece, esonartece e porticato sul lato ovest. Completamente distrutta dagli arabi nel VII sec. fu ricostruita su modello della precedente ma senza il nartece esterno ed il porticato. Nel XII sec. fu rimodellata con la costruzione di 3 cupole.
Come risultato la chiesa presenta attualmente due cupole impostate su tamburo sulla nave e sul nartece ed una che poggia sulle pareti del bema. Il portico cupolato lungo il fianco meridionale è invece un'aggiunta del XIII secolo.
Facciata Ovest
Abside e lato settentrionale
Lato meridionale
Affreschi:
Arcangelo Michele, tardo XII sec.
San Barnaba, primo XIII sec.
Secondo Avvento, XIV sec.
Pantocrator, Ectoimasia, Annunciazione, Ascensione, Natività, Dormizione, XV sec.
I mosaici absidali (VI sec.), in discreto stato di conservazione, furono asportati nel 1979 da trafficanti d’arte turchi, successivamente ritrovati e restituiti alla repubblica di Cipro si trovano attualmente al Museo bizantino di Nicosia.
I resti del mosaico absidale fotografati in situ prima dell'asportazione
La Vergine con in braccio il Bambino è assisa su un trono con la spalliera a forma di lira. Entrambi sono isolati da una mandorla ai cui lati si dispongono gli arcangeli.
Il tema della Vergine in trono col Bambino si afferma a partire dalla seconda metà del V sec. ma questo è uno degli esempi più antichi sopravvissuti con la peculiarità di includere sia la Madre che il Bambino nella mandorla di luce ed è stato posto in relazione con la ricostruzione di Salamina-Costanza voluta da Giustiniano dopo i terremoti del 526 e del 528.
Nella tecnica esecutiva è da rilevare l'uso di tessere piuttosto grandi e dal taglio irregolare.
In mancanza di ulteriori notizie la datazione alla prima metà del VI sec. e l'attribuzione a maestranze costantinopolitane rimangono però meramente ipotetiche.
Catino absidale, particolare del Bambino
La cupola ed il catino absidale fotografati nel 2012
La cupola ed il catino absidale fotografati nel 2012
Nel sottarco dell'arco trionfale si trovava una serie di medaglioni raffiguranti gli Apostoli che convergevano verso una immagine oggi perduta, forse il busto del Cristo o una raffigurazione della croce.
I mosaici del sottarco dell'arco trionfale come apparivano nel 1973, prima dell'asportazione ad opera dei trafficanti d'arte turchi.
S.Matteo
frammento del mosaico del sottarco oggi conservato nel Museo Bizantino di Nicosia
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