Foro di Arcadio (Cerrah Pasa)
All’estremità occidentale della
città costantiniana si eleva fino a circa m 40 sul livello del mare
l’altura detta Xerolophos (colle
arido), tradizionalmente indicata come settimo colle della
città, oggi occupato dal quartiere di Cerrah pasa. La preesitenza di
un pianoro a terrazzo lungo questo tratto della Mese – il maggiore
asse viario della città – indusse probabilmente Arcadio ad erigere
qui il suo foro che nacque come monumento celebrativo della vittoria
sulla ribellione guidata dal magister militum goto Gainas
(400-402).
Colonna di Arcadio
Nella metà settentrionale del foro - attraversato centralmente dalla Mese - si trovava la colonna di Arcadio (conosciuta dai Turchi come Avrat tasi, la Pietra delle donne, dal nome del popolare Avrat pazari, il Mercato delle donne, sorto in epoca ottomana), di cui è ancora visibile il nucleo interno del basamento e un frammento del primo tamburo, inaugurata da Teodosio II nel 421.
Originariamente la colonna era alta circa 50 m. e culminava con un capitello che sosteneva una statua di Arcadio che crollò durante il terremoto del 715. Presentava una decorazione continua a spirale che raffigurava le campagne militari di Arcadio e del figlio Teodosio II. Sul basamento erano invece raffigurate delle scene che illustrano la concordia tra Onorio e Arcadio e il loro trionfo sui barbari. Sul lato settentrionale del basamento si apriva una porta che dava accesso all'interno della colonna dove era stata scavata una scala a chiocciola che consentiva di raggiungerne la sommità.
Durante l'occupazione latina vi soggiornò uno stilita.
Gli ultimi tamburi superstiti vennero rimossi nel 1718 perchè la colonna era divenuta pericolante. Alcuni frammenti della colonna sono visibili nel Museo Archeologico.
Durante l'occupazione latina vi soggiornò uno stilita.
Gli ultimi tamburi superstiti vennero rimossi nel 1718 perchè la colonna era divenuta pericolante. Alcuni frammenti della colonna sono visibili nel Museo Archeologico.
Il basamento in un'incisione del XVII secolo
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