Facciata Ovest
Anche la chiesa, come l'omonimo ospizio, dovrebbe doversi alla committenza di Domenico d'Allemagna - che destinò loro tra l'altro la rendita di tre mulini nella filiera del molo - e risalire alla stessa epoca (fine XIV sec.).
Nel periodo ottomano fu adibita a moschea e secondo la tradizione qui si fermò a pregare Solimano dopo la conquista della città.
E' una chiesa a tre navate, la centrale delle quali termina con un abside esagonale.
La sua pianta irregolarmente trapezoidale suggerisce che la sua costruzione sia stata inserita in uno spazio rimasto vuoto tra due edifici preesistenti.
La nicchia ad arco che sormonta l'ingresso ovest della nave centrale è un'influenza bizantina.
Gli affreschi nella navata centrale di stile paleologo sono coevi alla fondazione della chiesa, quelli delle navate laterali sono invece del tardo XV sec.
Nella navata sud ciclo della vita di S.Caterina d'Alessandria.
Nelle navate laterali si trovano anche numerose pietre tombali e arcosolii.
La piantina indica tre successive fasi costruttive. La prima (blu) risale al XIV sec, la seconda (rossa) a cavallo tra il XIV ed il XIV sec. E l'ultima (gialla) al tardo XV sec.
ospizio di S.Caterina
Fu fatto costruire dal cavaliere italiano Domenico d'Allemagna, ammiraglio dell'ordine, nel 1391-92 e originariamente destinato ad ospiti di riguardo in visita a Rodi.
Gravemente danneggiato durante l'assedio del 1480 e il successivo terremoto del 1481, fu ricostruito da Costanzo Operti nel 1516, durante il magistero di Fabrizio del Carretto, come testimoniato anche dalle rispettive armi inserite nella facciata del piano superiore accanto alla ruota di S.Caterina.
Nel 1944 l'ala est fu distrutta da un bombardamento alleato. Successivamente fu occupato da profughi provenienti da isole vicine.
Il restauro attuale è stato completato nel 1995.
All'interno pavimenti decorati a choclakia.
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