Incisione veneziana del XVI secolo
Periodo bizantino
1180. L'imperatore Manuele I Comneno nomina Theodoros Sgouros signore di Nauplia
1203. Leone Sgouros, succeduto al padre, conquista i castelli di Argo e Corinto.
1204-1205. Bonifacio di Monferrato assedia la città ma ne viene respinto. Leone Sgouros muore nel 1208 combattendo contro i Franchi sotto le mura di Corinto. La vedova Eudocia Angelina cede i diritti a Michele I Ducas, despota d'Epiro, che invia il fratello Teodoro a governare la città.
1210-1212. Dopo due anni di assedio Goffredo di Villehardouin conquista la città e vi infeuda Ottone de la Roche, già signore d'Atene, per compensarlo dell'aiuto militare prestato.
Armi dei de la Roche
1212-1388 dominio franco.
Nel 1308 passa alla casa di Brienne e nel 1356 agli Enghien.
Armi degli Enghien
1356-1377 Guglielmo d'Enghien. Figlio di Gualtiero III
d'Enghien e di Isabella di Brienne, sorella del duca di Atene
titolare Gualtiero VI di Brienne. Morto il fratello senza lasciare
eredi diretti (1356), Isabella ne ereditò i titoli e i possedimenti
che – rimasta vedova già dal 1345 - decise di assegnare in vita ai
suoi figli maschi; Guglielmo ricevette la signoria di Argo e Nauplia.
1377-1388 Maria d'Enghien - figlia di Guglielmo e Bona di Foucherolles - insieme al consorte Pietro Cornaro.
Nel 1388 Maria d'Enghien, rimasta vedova del marito Pietro Cornaro e senza prole, vendette a Venezia le città di Nauplia e Argo.
A questo periodo risalgono:
- Frangokissia
- Castel dei Franchi sull'Acronauplia.
1388-1540 primo dominio veneziano.
Le principali opere che risalgono a questo periodo si devono al provveditore Pasqualigo affiancato dall'ingegnere Cambello (1470 c.ca):
- Castello del Toro (torus=altura)
- Fortificazione dello Scoglio di S.Teodoro (Bourtzi)
- espansione della città fuori le mura verso nord.
Nel 1540, il senato veneziano, dopo tre anni di guerra con la Sublime Porta, inviò il patrizio Alvise Badoer come suo rappresentante ai colloqui di pace per raggiungere un accordo, dandogli mandato di cedere le due piazzaforti di Napoli di Romania e Malvasia come ultima risorsa. Fin dall’inizio l’inviato si trovò di fronte ad una ostinata richiesta per entrambe le città e alla fine dette il suo consenso. Un accordo di pace fu raggiunto e le due città passarono in mani turche.
Perchè da ambo le parti si stabiliscano relazioni di amicizia e si faccia la pace
egli [l’ambasciatore veneziano, Alvise Badoer] ha pregato si conceda ai Veneziani
il mio patto imperiale accettando le condizioni di cedere alla mia Soglia, rifugio
del mondo, le piazze di Enaboli [Napoli di Romania] e Menavsaje [Malvasia] da
loro possedute nella Morea con facoltà per essi di portarne via i cannoni di
fortezza, le campane e altri strumenti da guerra e inoltre di pagare al mio
fiorente tesoro 300 000 zecchini d’oro. Per mia imperiale misericordia ho
conceduto loro, alle condizioni qui dichiarate, il mio nobile trattato e ho dato loro
questo felice rescritto imperiale. (Trattato turco-veneto del 1540)
Nel 1542, Niccolò Cavazza, segretario del senato, fu impiccato e Costantino Cavazza, segretario del Consiglio dei Dieci fu bandito da Venezia. Entrambi furono accusati di aver passato all'ambasciatore francese - che l'avrebbe successivamente fatta pervenire alla Sublime Porta - l'informazione relativa al mandato ricevuto da Badoer.
Nel 1542, Niccolò Cavazza, segretario del senato, fu impiccato e Costantino Cavazza, segretario del Consiglio dei Dieci fu bandito da Venezia. Entrambi furono accusati di aver passato all'ambasciatore francese - che l'avrebbe successivamente fatta pervenire alla Sublime Porta - l'informazione relativa al mandato ricevuto da Badoer.
1540-1686 primo dominio turco.
1686-1715 secondo dominio veneziano
Il 29 agosto 1686 - nel corso della guerra di Morea (1684-1699) - le truppe veneziane al comando di Francesco Morosini fecero il loro ingresso a Nauplia. Il possesso veneto della città fu sancito dal Trattato di Karlowitz (1699).
A questo periodo si devono:
Il 29 agosto 1686 - nel corso della guerra di Morea (1684-1699) - le truppe veneziane al comando di Francesco Morosini fecero il loro ingresso a Nauplia. Il possesso veneto della città fu sancito dal Trattato di Karlowitz (1699).
A questo periodo si devono:
- Chiesa di S.Spiridione (1702)
- Bastione Grimani (1702-1706)
- Porta di Terra (1687 – inscrizione - 1708)
- Porta Segredo (1713)
- Fortezza di Palamidi (1711-1714)
- Armeria (1713), oggi sede del Museo archeologico.
A Nauplia risiedeva il Provveditore generale delle Armi che era il governatore civile e militare di tutta la Morea veneziana.
Il doge Francesco Morosini, l'eroe della riconquista veneziana della Morea, si spense a Nauplia per le complicanze di una nefrite il 6 gennaio 1694 e qui, il 15 dello stesso mese, ebbero luogo in pompa magna le esequie ufficiali.
Alessandro Piazza, Il corteo funebre per il doge Francesco Morosini, olio su tela, 1702
Museo Correr, Venezia
Nel dipinto si notano i reggimenti incedere su due file con le bandiere abbrunate e abbassate in segno di lutto, precedendo il feretro, ricoperto da un baldacchino e drappeggiato di velluto rosso, verso la chiesa di Sant'Antonio*, dove il corpo del doge sarà disteso su un catafalco. Il cuore e le viscere del doge saranno tumulate nella chiesa stessa mentre la sua salma sarà traslata a Venezia e tumulata nella chiesa di Santo Stefano.
1715-1822 secondo dominio turco.
Il 9 dicembre 1714, intuendo l'Austria snervata ed esausta dalla guerra e confidando di cogliere Venezia priva di alleati e impreparata a difendere le piazzaforti moreote, il Gran Visir Silahdar Damat Ali Pascià fa arrestare il bailo veneziano a Costantinopoli Andrea Memmo e dichiara guerra alla Serenissima. Il 20 giugno 1715 l'armata ottomana al comando del Gran Visir e forte di 80.000 uomini passa l'istmo di Corinto e penetra in Morea. Il 4 di luglio cade Corinto ed il 9 l'esercito turco è alle porte di Nauplia, capitale della Morea veneziana. La città è difesa da circa 2.000 regolari e 1.000 volontari al comando del provveditore generale di Morea Alessandro Bon. Nonostante un'accanita resistenza, l’inesperienza degli artiglieri, la disparità delle forze in campo, nonchè i sabotaggi e la scarsa determinazione dei greci a combattere, determinarono la caduta della città che fu presa d'assalto il 17 luglio.
La definitiva perdita di Nauplia e di tutta la Morea veneziana fu sancita dalla Pace di Passarowitz (21 luglio 1718).
Il 9 dicembre 1714, intuendo l'Austria snervata ed esausta dalla guerra e confidando di cogliere Venezia priva di alleati e impreparata a difendere le piazzaforti moreote, il Gran Visir Silahdar Damat Ali Pascià fa arrestare il bailo veneziano a Costantinopoli Andrea Memmo e dichiara guerra alla Serenissima. Il 20 giugno 1715 l'armata ottomana al comando del Gran Visir e forte di 80.000 uomini passa l'istmo di Corinto e penetra in Morea. Il 4 di luglio cade Corinto ed il 9 l'esercito turco è alle porte di Nauplia, capitale della Morea veneziana. La città è difesa da circa 2.000 regolari e 1.000 volontari al comando del provveditore generale di Morea Alessandro Bon. Nonostante un'accanita resistenza, l’inesperienza degli artiglieri, la disparità delle forze in campo, nonchè i sabotaggi e la scarsa determinazione dei greci a combattere, determinarono la caduta della città che fu presa d'assalto il 17 luglio.
La definitiva perdita di Nauplia e di tutta la Morea veneziana fu sancita dalla Pace di Passarowitz (21 luglio 1718).
1822-1834 città liberata e capitale.
Allo scoppio della Rivoluzione, i greci assediano infruttuosamente la piazzaforte.
L'anno successivo, il 29 novembre, giorno della festa di S.Andrea occupano il Bourtzi e il Palamidi. La città si arrende nel giro di tre giorni.
1823. Nauplia viene proclamata sede di governo
1825-26. Il primo parlamento greco si riunisce nella Voleftikò.
1828. Il conte Giovanni Antonio di Capodistria, eletto il 18 aprile dall'Assemblea Nazionale riunita a Nauplia primo presidente della Grecia libera, sbarca a Nauplia.
27 settembre 1831. Capodistria viene assassinato davanti alla chiesa di S.Spiridione.
Dionisio Tsokas, L'assassinio di Capodistria, 1850
Benaki museum, Atene
febbraio 1832. Le potenze protettrici (Gran Bretagna, Francia e Russia) scelgono Ottone di Baviera, ancora minorenne (nato nel 1815), come re di Grecia. Lo stesso anno questi approda a Nauplia. Fino alla maggiore età fu sottoposto ad un Consiglio di Reggenza diretto dal conte Josef Ludwig von Armansperg col titolo di vicerè.
1834. La capitale viene trasferita ad Atene.
1837. Ottone sposa la duchessa Amalia di Oldenburg da cui non avrà eredi.
Porta di Terra
L'inscrizione incassata nel muro la attribuisce al Morosini e la data 1687.
Bastione Grimani (1702-1706)
Prende il nome dal Provveditore generale di Morea Francesco Grimani ma è detto anche Bastione S.Antonio. Fu costruito all'angolo nord est della cittadella per proteggerla dagli attacchi da terra. Presenta quattro postazioni d'artiglieria che battono la strada che conduce alla Porta di Terra. Sulle mura est e nord è visibile l'emblema della Serenissima.
Veduta aerea del bastione Grimani
Postazioni d'artiglieria del Bastione Grimani
Bastione dei Cinque Fratelli
Risale alla fine del XV sec e fu costruito dai veneziani per proteggere la parte occidentale della città bassa e il porto in combinazione con il forte di Bourtzi (Castello da Mar). Deve il suo nome alla presenza di 5 pezzi di artiglieria tutti dello stesso calibro.
Le cinque bocche da fuoco del bastione dei Cinque Fratelli
Castello da Mar (Bourtzi)
La fortificazione dello Scolio di S.Teodoro fu iniziata dall'ingegner Cambello sotto il Provveditore Pasqualigo nel 1470 e terminata dall'ingegnere Brancaleone nel 1473. Fu rinforzato nel secondo periodo veneziano con la ricostruzione dell'alta torre centrale. Una catena tesa tra il Bourtzi e il Bastione dei Cinque fratelli chiudeva il porto.
Acronauplia:
_______: Muro esterno del Castello franco
_______ : Muro esterno del Castel del Toro
_______ : Torre quadrangolare
_______: Muro di raccordo tra i due Castelli
In epoca bizantina la parte alta della città venne semplicemente cinta da mura. L'arrivo dei veneziani trasformò la città in una base navale fortificata.
Durante il primo periodo di dominazione, I veneziani estesero la città al di fuori dell'acronauplia. Rinforzarono le fortificazioni esistenti e aggiunsero al castello franco e a quello romeiko ( di cui oggi rimangono solo alcuni resti all'estremità occidentale dell'altura) il Castello di Toro (torus=altura) che fu raccordato a quello franco da un muro che terminava con una torre quadrata lungo il versante settentrionale. Nel punto dove i due castelli si congiungevano fu eretta una torre circolare.
Porta che dalla città bassa introduce al castello franco
Castello franco
castello del Toro
Torre quadrata del castello del Toro
Interno del Torrione circolare eretto nel punto di congiunzione dei due castelli
Porta Sagredo
Fu fatta costruire da Agostino Sagredo, Provveditore generale da Mar, nel 1713, per consentire il passaggio dei soldati dal castello romeiko dell'acronauplia alla città bassa.
Chiesa di S.Giorgio
Risale al primo periodo veneziano, ai primi del XVI sec. Durante le occupazioni turche fu entrambe le volte riconvertita in moschea.
Qui si svolse il rito di ringraziamento a Francesco Morosini dopo la riconquista del 1686.
Presenta una pianta basilicale con cupola. Mentre gli affreschi dovrebbero risalire al secondo periodo veneziano e sono in stile occidentale (l'Ultima cena richiama chiaramente il celebre affresco di Leonardo).
Alcuni affreschi dipinti dopo il 1823 raffigurano le esequie di alcuni eroi della guerra d'indipendenza che sono stati qui sepolti.
Il campanile e il nartece furono aggiunti nel 1834 per celebrare l'arrivo di Ottone I di Grecia, il trono da cui assisteva alle funzioni è ancora visibile all'interno della chiesa.
A sud della chiesa si trova un importante edificio che l'abbraccia a L (1712)
Piazza Sindagma
(piazza della Costituzione)
Sul fondo si nota l'armeria veneziana, fatta erigere nel 1713 da Agostino Sagredo per chiudere il lato occidentale del foro veneziano.
* Trianon
Sul lato opposto della piazza, si trova questo edificio
costruito dai turchi come moschea verso la fine del XVI secolo, che
appare il risultato di un'ibridazione di tratti architettonici
bizantini e ottomani, con un'ampia cupola centrale impostata su un
tamburo ottagonale e sopravanzata da un porticato ricoperto da tre
cupole più piccole in corrispondenza della facciata dove si
aprono cinque porte d'ingresso. Presenta una pianta rettangolare ma,
nel corso delle diverse destinazioni d'uso che ha avuto, la
costruzione originaria è stata comunque fortemente rimaneggiata.
Nel 1687, dopo la riconquista veneziana della città, fu infatti
convertita al culto latino ed assegnata dal Morosini all'ordine
francescano e dedicata a Sant'Antonio; in quest'epoca vennero anche
tamponate, essenzialmente per ragioni di statica, le aperture del
porticato.
Si tratta quindi della chiesa in cui furono celebrate le esequie
del Morosini. Nel dipinto del Piazza è raffigurata in alto a destra
come meta del corteo funebre ma, mentre vi si distingue abbastanza
chiaramente la cupola bizantineggiante, la facciata mostra un timpano
triangolare di stile neoclassico che non può mai aver avuto.
Riconvertita in moschea durante il secondo periodo di dominazione
ottomana, nel 1915 fu adibita a teatro e successivamente a sala
cinematografica prendendo il nome di Trianon con il quale è a
tutt'oggi conosciuta. Attualmente ospita il Teatro Municipale.
Palazzo del Vicerè (1833)
Nessun commento:
Posta un commento