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domenica 7 agosto 2011

S.Giovanni Theristis

S.Giovanni Theristis

Si trova nella campagne del comune di Bivongi, in una vallata sovrastata dalle ripide pareti del monte Consolino, denominata "Vallata bizantina dello Stilaro", e dal 2008 è stato dato in uso dal Comune di Bivongi alla Chiesa ortodossa rumena. Precedentemente era sotto la giurisdizione dell'Arcidiocesi ortodossa d'Italia, facente parte del Patriarcato di Costantinopoli.
San Giovanni Theristis (995 ca. - 23 febbraio 1054), è un santo monaco italo-greco vissuto in Calabria fra il X e l'XI secolo, nella zona della vallata dello Stilaro, dove sorge il monastero a lui dedicato.
Recandosi in visita presso Monasterace a un cavaliere che aveva provveduto al vitto del monastero, nel mese di giugno al tempo della mietitura prese con sé un fiaschetto di vino e una ciambella. Giunto presso due fondi, chiamati Marone e Maturavolo, offrì ai contadini il pane e il vino. Quando, dopo essersi rifocillati, i contadini si erano addormentati, un furioso temporale si abbatté su quei campi, rischiando di distruggere il raccolto, ma la preghiera intensa di Giovanni fece sì che il grano fosse mietuto e raccolto in covoni. Questo e altri episodi testimonianti l’aiuto soccorrevole ai contadini, gli valsero l’appellativo di Therìstis, cioè mietitore. Il padrone dei campi, per quanto era accaduto, gli donò il monastero.

 
Nel 1662 il monastero, a seguito delle continue scorrerie di una banda di briganti, fu abbandonato dai monaci che si trasferirono nel più grande e meglio difeso convento di San Giovanni Theristis fuori le mura a Stilo. Adibito ad uso agricolo dai diversi proprietari succedutisi nel tempo, nel 1980 tornò, per effetto di un lascito, al Comune di Bivongi che dieci anni dopo intraprese le prime opere di ristrutturazione. Ripopolato nel 1994 da alcuni monaci athoniti, fu dato in uso all'Arcidiocesi ortodossa d'Italia a cui, nel 2008, venne revocata la concessione per omessa custodia.
 

Planimetria della chiesa con il  vano anteriore di recente messo in luce

Costruita nella seconda metà dell'XI secolo, la basilica costituisce una chiara testimonianza architettonica di transizione dall'epoca bizantina a quella normanna. Infatti presenta frammisti tra loro elementi architettonici bizantini e normanni. Si presenta come chiesa bizantina, ma con dimensioni normanne.
La planimetria evidenzia una nave molto allungata e presbiterio con absidi laterali prive di coro, crociera centrale seguita da coro e abside.
Elementi dell'architettura normanna si notano all'interno, nei quattro pilastri angolari chiusi da quattro archi che sorreggono la cupola; quello della navata e quello del presbiterio sono a sesto acuto (gotici), mentre quelli delle absidi laterali sono a tutto sesto.
La cupola poggia su una base cubica contornata da due file di mattoni disposti a dente di sega e diventa, all'altezza delle 4 finestrelle, ottagonale, a causa di quattro nicchiette che smussano gli angoli del cubo. Sul prisma ottagonale s'innesta il cilindro della cupola coperto da una calotta ribassata.

 
Lo stile bizantino è invece evidente nell'esterno della basilica, nei muri perimetrali costruiti con strati di pietra concia e di cotto alternati, contornati da lesene di mattoni posti di piatto e di coltello che in alto si chiudono ad arco, nelle lesene all'esterno dell'abside che, intersecandosi, formano archi ogivali ed insieme a tutto tondo arieggianti motivi dell'architettura araba.

 
Tracce di affreschi denotano come i muri della basilica siano stati affrescati già dalla sua edificazione. La più notevole di queste tracce, nella conca absidale, raffigura San Giovanni Theristis che impugna il falcetto per la mietitura con la mano destra.

 
Le absidiole esterne e quella principale, gli spioventi delle stesse e dei bracci del transetto, la cupola, con il tamburo contornato da 16 sottili colonnine a mezzo tondo in cotto, che tutto sovrasta, offrono nell'insieme la visione di una struttura protesa verso l'alto.








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