ROSSANO
Tra il 540 ed il 1059 Rossano visse una fase di grande splendore sociale, artistico e culturale sotto il dominio di Bisanzio: la sua posizione strategica la rese appetibile meta di conquista da parte di numerosi invasori (Visigoti, Longobardi, Saraceni) ma non fu mai espugnata. Importante centro politico-amministrativo nonché capitale dei possedimenti dell'Impero, in qualità di centro militare nel 951-952 fu sede dello Stratego e si guadagnò il titolo, ancor oggi in uso, de La Bizantina.
Nel 965 fu teatro di una sanguinosa rivolta contro la pretesa dello stratego Niceforo Hexakionites di arruolare forzatamente i giovani rossanesi nella marina da guerra bizantina.
Le numerose testimonianze artistiche ed architettoniche di quel periodo le valsero inoltre l'appellativo di Ravenna del Sud.
Nel 965 fu teatro di una sanguinosa rivolta contro la pretesa dello stratego Niceforo Hexakionites di arruolare forzatamente i giovani rossanesi nella marina da guerra bizantina.
Le numerose testimonianze artistiche ed architettoniche di quel periodo le valsero inoltre l'appellativo di Ravenna del Sud.
1. Oratorio di S.Marco, fine X sec. inizi XI sec.
Il nucleo originario presentava una pianta a croce greca inscritta con cinque cupole di cui la centrale impostata su quattro pilastri in muratura.
La facciata orientale, che si prolunga verso il basso a colmare il dislivello con il piano sottostante a quello su cui è eretto l'oratorio, presenta un profilo da cui emergono tre absidiole aggettanti, su cui si aprono delle piccole bifore.
L'accentuazione delle masse indotto dai grossi pilastri privi di capitelli e l'articolazione delle superfici laterali, all'interno, insieme alla mancanza di variazioni cromatiche nelle murature esterne, inseriscono, nell'impianto bizantino, tratti dell'architettura normanna conferendole un aspetto del tutto particolare.
In questo particolare si osserva come sulla colonnetta che bipartisce le bifore s’imposti un capitello a stampella.
In epoca successiva fu aggiunto anteriormente un vestibolo a pianta rettangolare, probabilmente per aumentarne la capienza.
La chiesa originaria fotografata dal vestibolo
All’interno si trovano scarsi lacerti di affresco, il meglio conservato dei quali - databile al XIII sec. - mostra la Vergine col bambino con resti di iscrizioni in greco non più leggibili.
2. Chiesa della Panaghia
Presenta una pianta a navata unica con abside semicircolare e una cappelletta laterale.
Della decorazione interna rimangono solo due frammenti a sinistra e a destra della bifora che trafora la parete absidale. A destra, meglio conservato, S.Giovanni Crisostomo che mostra un cartiglio su cui è scritto in greco: Nessuno di coloro che sono schiavi dei
desideri e delle voglie della carne è degno. A sinistra, la testa di un santo identificato con Basilio.
Particolare dell’abside con la fascia di decorazione in cotto sovrastante la bifora che appare bipartita da una colonnetta che sostiene una mensola su cui s’impostano gli archetti. Il motivo decorativo
è composto da una duplice fascia di mattoni che sono disposti a spina di pesce in quella superiore e a triangolo isoscele in quella inferiore. Proprio la presenza di questo tipo di
decorazione nella muratura esterna consente di datare l'edificio tra
il X-XI secolo.
3. Chiesa di S.Maria del Pàtire (dintorni di Rossano, primi XII sec.)
Katholikon del contiguo monastero fondato ai primi del XII sec. dal beato Bartolomo da Simeri - che vi morì nel 1130 - grazie alle donazioni di alcuni baroni normanni, e divenuto uno dei più prestigiosi monasteri basiliani. Cominciò a decadere dal XV sec. e fu definitivamente soppresso nel 1806. Dalla parola paithirion (padre, ovvero il beato Bartolomeo) deriva l’epiteto locale pàtire attribuito in questo caso alla Vergine Odighitria a cui è dedicata la chiesa.
Facciata absidale: tripartita dalle absidi, appare scandita da lesene che si dipartono dan un alto zoccolo e vengono chiuse in alto da archi ciechi. Lesene e archi mostrano l’alternarsi di conci chiari e scuri intercalati da mattoni rossi. Nei sottarchi compaiono tondi con un motivo stellare ottenuto dall’accostamento di materiale lavico e calcare giallo.
Al di sopra degli archi compare una fascia continua a losanghe sormontata da una cornice su mensolette. Nell’abside centrale si apre l’unica finestra rimasta aperta, mentre le altre appaiono murate.
Portale sul lato sud: archivolto a decorazione islamica sostenuto da colonnette con capitello decorato e mensole.
Facciata occidentale: a salienti interrotti, molto rimaneggiata nei secoli succesivi. Dell’impianto originario rimangono l’oculo alla sommità e le due monofore, che presentano lo stesso alternarsi di conci chiari e scuri delle lesene della facciata absidale.
Il portale risale al XV sec: un archivolto a sesto acuto modanato che s’imposta su due colonne con capitelli decorati a palmette stilizzate.
Il pavimento a mosaico delle prime due
campate della navata centrale fu fatto realizzare nel 1149 dall'abate
Biagio. All'interno di quattro grandi rotae sono raffigurati:
un centauro che suona il corno, un grifone, un leone ed un unicorno.
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