La basilica sorse sul sito precedentemente occupato da un vasto complesso termale romano. Secondo la tradizione S.Demetrio fu martirizzato - durante le persecuzioni di Massimiano (286-305) - in questo luogo ed ivi anche segretamente sepolto. Dopo l'editto di Milano (313), nel complesso fu creata una nicchia destinata al suo culto dove si riteneva che il santo fosse stato martirizzato e sepolto.
Fondazione: Nel V sec. Leone, eparca del tema illirico, essendo stato guarito da una grazia del martire, fece costruire una grande basilica a tre navate. Le spoglie del santo furono traslate in un ciborio di marmo, dislocato nella navata centrale, il cui perimetro esagonale è ancora visibile.
A seguito del terremoto del 620 la basilica fu quasi completamente distrutta e rimpiazzata da una più grande a cinque navate che incorporò i resti della precedente, edificata con il patrocinio del metropolita Giovanni e dell'eparca Leone, raffigurati come fondatori della chiesa in un mosaico su un pilastro absidale.
Quando la basilica fu trasformata in moschea nel 1493, i turchi lasciarono al culto del santo una parte delle terme romane.
Nel 1917 la chiesa fu nuovamente distrutta dall'incendio che devastò il centro della città e appare oggi nelle vesti conferitele dal radicale restauro del 1949.
Architettura: la basilica presenta una pianta a cinque navate intersecata da un transetto a tre navate. In corrispondenza dell'angolo NO sono incorporati i resti delle antiche terme dove è oggi collocato il cenotafio del santo.
Due porte sulla facciata principale introducono ad uno stretto nartece che comunica con le navate laterali per mezzo di altrettante aperture e con quella centrale per mezzo di un maestoso tribelon.
La navata centrale è separata da quelle laterali da due colonnati in cui s'inseriscono due coppie di pilastri.
La parte centrale del transetto è separata dai bracci laterali da due grandi archi traversi, i bracci laterali sono a loro volta tripartiti da due colonnati a forma di ¶.
All'ala sud è annessa la cappella di S.Eutimio.
Capitelli: sono di reimpiego e provengono dalla basilica del V sec. o dalle terme romane, se ne distinguono quattro tipi:
1. Capitelli teodosiani: due filari di foglie di acanto e quattro volute agli angoli del capitello.
2. Capitelli a due zone (composti): rimane la fascia inferiore di foglie di acanto, quella superiore raffigura quattro aquile o quattro teste di ariete.
3. Capitelli a colpo di vento: con le foglie di acanto orientate in varie direzioni, come scosse dal vento.
4. Capitelli a merletto: con le foglie di acanto ricamate a merletto lungo tutta la superficie
Da notare l'opus sectile nella parete al di sopra dei colonnati.
Monumento funebre di Luca Spandounis: nobiluomo
e ricco mercante di Tessalonica che nel 1481 ebbe il privilegio di essere
tumulato nella basilica del santo patrono in ringraziamento dell'alta
cifra di denaro da lui versata ai turchi perché la chiesa non fosse
convertita in moschea.Si trova all'angolo NO della navata centrale,
tra il pilastro e la prima colonna ed è di fattura veneziana. Fu
infatti molto probabilmente commissionato alla bottega di Pietro
Lombardo da alcuni parenti del defunto che - dopo la conquista - erano emigrati a Venezia.
Il monumento è formato da
tre registri sovrapposti, nel centrale dei quali è collocato il
sarcofago. Il registro superiore termina con un timpano triangolare
al cui vertice è posto un vaso da cui discendono lateralmente due
ghirlande a cui sembrano sospesi altrettanti scudi (quello di destra
oggi scomparso) su cui erano scolpiti simboli araldici oggi non più
leggibili.
Nel registro inferiore (non
inquadrato nella fotografia) è inciso un lungo epitaffio che tesse
le lodi del defunto che viene definito "stirpe di Bisanzio"
ed è la prima volta nota che questo termine compare per indicare
l'impero bizantino solitamente indicato come impero romano. Da notare
la totale assenza di statue e di ritratti del defunto (*) – ampiamente
in uso nei monumenti funebri veneziani dell'epoca – interpretabile
con la necessità di adattarsi alla spiritualità della chiesa
ortodossa.
(*) Ignoriamo però cosa fosse rappresentato nei due pannelli - asportati in data imprecisata - che si trovavano nelle due cornici al di sopra del sarcofago.
Mosaici: coprono un arco di tempo compreso tra il V e il IX sec. e sono frutto di donazioni di maggiorenti cittadini:
- Facciata ovest della navata nord (sopra l'ingresso al nartece): S.Demetrio in abiti consolari, sulla destra un angelo che suona la tromba (V sec.).
2. Sito analogo della navata sud: Un bambino, accompagnato dalla madre reca delle offerte a S.Demetrio, raffigurato su un piedistallo e in posizione di orante con le palme dorate, il che lascia supporre che l'immagine sia stata copiata da un'icona di culto. Sulla sinistra rimangono le gambe di un altro bambino (V sec.).
- Facciata ovest della navata centrale: S.Demetrio insieme a quattro sacerdoti dinanzi ai bastioni delle mura (VII-VIII sec.).
- Lato nord del pilastro sud dell'abside: S.Demetrio con l'arcivescovo Giovanni e l'eparca Leone, fondatori della chiesa, con un'inscrizione che si riferisce al terzo assedio di Tessalonica da parte degli Slavi (inizi VII sec.)
Incarna pienamente lo stile bizantino dell'epoca:
- personaggi raffigurati frontalmente, rigidi e immobili
- corpi che scompaiono dietro alle vesti e sembrano fluttuare a mezz'aria
- volto del santo nettamente idealizzato rispetto a quelli più caratterizzati dei donatori
5. Lato est: S.Demetrio che cinge con un braccio le spalle del diacono che sovrintese alla ricostruzione della chiesa. (VII sec.).
6. Lato ovest: S.Sergio con un chitone di porpora e insegne militari al collo in posizione di orante
7. Lato ovest del pilastro nord: S.Demetrio con un bambino e una bambina vestiti con foggia aristocratica.
8. Lato est: copia della figura del santo di cui a 2 (VII-VIII sec.).
9. Lato sud: Deesis con la Vergine e S.Teodoro con Cristo benedicente dall'alto dei cieli (IX sec.).
Affreschi:
1. Parete sud: sulla sinistra è raffigurato un imperatore che fa il suo ingresso trionfale in città alla testa di un esercito, sullo sfondo una grande costruzione, probabilmente lo stadio cittadino. Nella parte destra è raffigurato in sezione il portico a due piani di una chiesa, dal cui tetto si levano fiamme e fumo. Al primo piano è raffigurato un soldato con una lancia e in contrappunto un angelo ad ali spiegate che punta verso il basso; al piano superiore una donna terrorizzata circondata da soldati. L'inscrizione recita: LA SANTA CHIESA DELLO STADIO, indicando che la chiesa di S.Demetrio sorgeva in prossimità dello stadio.
Datazione: secondo alcuni l'imperatore raffigurato è Giustiniano II (685-695 e 705-711) reduce da una vittoriosa campagna contro gli Slavi (688-689); secondo altri è Basilio II e l'affresco fa riferimento alla riconquista di Sirmio (1019).
2. Facciata ovest del primo pilastro della navata centrale: raffigura S.Giuseppe, dipinto come un giovane imberbe e dai capelli corti, che impugna con la destra una croce a doppia traversa e protegge con la sinistra un patriarca, dipinto su scala più piccola, che tiene in mano un Vangelo e un turibolo.
Datazione: la scena raffigurerebbe l'imperatore Giovanni VI Cantacuzeno (1347-1354) che fu costretto a prendere gli abiti monacali nel 1354 con il nome di Giosafat e Gregorio Palamas patriarca di Tessalonica (1349-1359), rispettivamente il massimo esponente politico e quello religioso del partito degli esicasti.
3. Facciata sud del primo pilastro della navata centrale: S.Luca Steiriota (XI sec.).
Cappella di S.Eutimio: annessa alla facciata est dell'ala sud del transetto. Ha la pianta di una piccola basilica a tre navate. Un'inscrizione informa che i costi della decorazione ad affresco furono sostenuti nel 1302-1303 da Michele Ducas Glaba Tarcaniote e sua moglie Maria Paleologina che furono anche i fondatori del monastero costantinopolitano di S.Maria Pammakaristos. Gli affreschi rappresentano scene tratte dal ministero di Cristo e dalla Sinassi di S.Eutimio e si sviluppano una nell'altra come in un racconto senza suddividersi in pannelli.
Cripta: rappresenta la sezione orientale delle antiche terme romane e corrisponde al luogo dove si riteneva che il santo fosse stato martirizzato e sepolto. Scendendo le scale si incontra sulla sinistra una chiesa formata da un ambiente semicircolare, definito da quattro pilastri e da colonne, posto dinanzi ad una parete con cinque nicchie a cui era poggiata una fontana romana che, quando la basilica fu eretta, fu isolata per mezzo di un basso parapetto di marmo e trasformata in reliquario. Durante il periodo mediobizantino (prob. intorno al X sec.) fu eretto al centro un ciborio semicircolare sostenuto da sette colonne e davanti a questo una vasca circolare in cui i pellegrini ritenevano che le spoglie del santo trasudassero un olio miracoloso (in realtà è stato ritrovato un complesso sistema di tubature per riempire d'olio il bacino).
PREGO SAN DEMETRIO CHE LIBERI OGGI STESSO, IL PRIGIONIERO, SACERDOTE CAPPUCCINO PADRE MARCELLO, IN L'AQUILA, AMEN
RispondiElimina