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venerdì 5 agosto 2011

Hagia Sophia, Tessalonica

Santa Sofia

La chiesa attuale risale probabilmente agli ultimi decenni dell'VIII sec. e fu costruita sui resti di una grande basilica paleocristiana a cinque navate, risalente al VI-V sec. e andata distrutta nel corso di un terremoto.
Resti dell'abside della basilica più antica, con i suoi contrafforti esterni, sono visibili nelle fondamenta di un edificio che si trova ad est della basilica attuale.
Nell'ambito della teoria che fa sviluppare la pianta a croce greca inscritta da quella basilicale, S. Sofia di Tessalonica rappresenta una forma di transizione tra le due, presentando un nucleo centrale a croce greca inscritta circondato su tre lati da un deambulatorio. Il modello deriva dalla Santa Sofia costantinopolitana. L'accrescimento degli archi occidentale e orientale che sostituiscono le semicalotte nel sostenere la cupola determina la scomparsa delle 4 esedre laterali. I massicci appoggi laterali della cupola del modello sono qui sostituiti dalla struttura più snella dei quattro pilastri.
Fontana sacra di S.Giovanni Battista: si trova sul lato meridionale della chiesa attuale ed è stata interpretata come una fonte battesimale annessa alla basilica più antica. Esternamente presenta un perimetro murario a forma di quadrifoglio che racchiude una vasca centrale a forma di croce di Malta. Era collegato alla basilica per mezzo di un corridoio ricoperto a mosaico.


Esterno: La chiesa si presenta come un'imponente struttura cubica, con una muratura a corsi alterni di pietra e mattoni. La facciata ovest si presenta attualmente piatta, come risultato di numerosi rifacimenti. Sull'angolo NO si alza una torre che contiene una scala che conduce alle gallerie. Si tratta verosimilmente di una aggiunta di epoca ottomana in cui vanno identificati i resti del minareto.

Facciata ovest

Prospetto settentrionale

Interno: La pianta interna si presenta in pratica con un nucleo centrale a croce greca inscritta circondato su tre lati da un deambulatorio. Il nucleo centrale è sormontato da una cupola (diam. 11 m.), che s'imposta su quattro pilastri ed è contenuta all'interno di un tamburo quadrato su cui, in corrispondenza della porzione superiore della cupola s'imposta un più piccolo tamburo cilindrico, ed è separato dalle navate laterali da due filari di colonne e pilastri alternati. I bracci della croce sono voltati a botte. L'abside è fiancheggiato dai pastoforia che comunicano con le navate laterali per mezzo di aperture eccentriche rispetto all'asse longitudinale di queste. Esternamente l'abside si presenta poligonale e vi si aprono tre grandi finestre, mentre i pastoforia appaiono semicircolari.
Originariamente le gallerie si estendevano soltanto lungo le navate laterali, lasciando a vista le cupole del nartece. Successivamente, probabilmente durante i lavori resisi necessari per i danni riportati dalla struttura nel corso del terremoto del 1037, furono innalzate e estese a ricoprire anche la parte centrale del nartece. Le gallerie furono anche dotate di dieci grandi finestre ad arco e coperte da un tetto spiovente che raggiunge i davanzali delle finestre che si aprono nel tamburo della cupola.
Gli unici capitelli originari sono quelli delle tre colonne al pianterreno sul lato nord: due sono del tipo con foglie d'acanto a colpo di vento (tardo V sec.) e il terzo di tipo cubico con viticci che circondano una corona d'alloro sostenuta da una foglia d'edera, simile a quelli della chiesa costantinopolitana di San Polieucto (524-527). Tutti e tre dovrebbero provenire dall'antica basilica paleocristiana. Così come l'ambone di marmo verde oggi visibile nel Museo Arch. di Istanbul.


Mosaici:
Abside: I mosaici della volta possono essere datati grazie all'inscrizione che corre sui suoi lati e che ricorda l'imperatore Costantino VI e sua madre Irene l'Ateniese che regnarono insieme nel periodo 780-787 e il metropolita di Tessalonica Teofilo. Nonostante questi ultimi due fossero favorevoli al culto delle icone, la decorazione appare chiaramente aniconica e rappresenta uno dei pochissimi esempi di arte del periodo iconoclasta. L'elemento di maggior spicco è una grande croce d'oro, inscritta in una mandorla policroma , che irradia raggi di luce al centro della volta.


La decorazione culminava con una grande croce nel catino absidale, di cui sono ancora visibili tracce sul fondo d'oro in prossimità dell'aureola e delle spalle della Vergine.
La raffigurazione della Vergine in trono con in braccio il bambino, che adesso decora l'abside dovrebbe risalire ad un periodo immediatamente successivo alla fine dell'iconoclastia (843) e rifatta nella parte superiore a seguito dei danni subiti nel terremoto del 1037.



Il suppedaneo del trono su cui siede la Vergine invade e oblitera la parte centrale dell'inscrizione alla base del catino absidale che contiene una preghiera solitamente pronunciata al momento della dedicazione di una chiesa. Dall'andamento delle tessere all'altezza delle spalle della Vergine, s'intuisce che precedentemente il catino era occupato da una grande croce aurea.

Cupola: Il tema è quello dell'Ascensione. Al centro della cupola c'è la figura di Cristo assiso su un'arcobaleno dentro una gloria policroma sostenuta da due angeli. Al di sotto sono raffigurati i dodici apostoli e la Vergine affiancata da due angeli. La scena è ambientata sul monte degli Ulivi (come indicato dagli alberi raffigurati e dalle rocce su cui poggiano i piedi degli apostoli) anche se l'autore ha aggiunto la presenza di personaggi che erano assenti (S.Luca, S.Paolo, S.Marco). Le parole con cui gli angeli si rivolgono agli apostoli sono tratte dagli AdA (1.11). Tutto intorno alla base della cupola corre un'inscrizione che ricorda il metropolita Paolo e che consente di datare il mosaico all'885.

 
Separati da alberi stilizzati, gli apostoli esprimono il loro stupore attraverso i gesti e gli atteggiamenti; alcuni sono ritratti di profilo e quasi di spalle; S.Paolo e S.Pietro aprono il corteo; sant’Andrea, in piedi in posizione frontale (accanto a S.Paolo), regge una grande croce che conferma l’origine costantiniana del modello. Lo stile lineare dei panneggi, la resa schematica del terreno attraverso una successione di curve, i pesanti tratti dei volti, indicano uno spiccato gusto per gli effetti decorativi.

Affreschi: L'aggiunta del nartece durante i rifacimenti dell'XI sec. liberò le grandi aperture dalle porte e le volte furono affrescate con ritratti di santi e monaci locali tra cui si nota S.Teodora.

Durante l'occupazione latina (1204-1224) svolse il ruolo di cattedrale cattolica. Nel 1523 fu convertita in moschea e fu riconsacrata al culto ortodosso dopo la liberazione (1912).








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