Testa di Giustiniano
Testa di porfido fino a qualche anno fa collocata nell'angolo SO della balconata superiore di S.Marco (nel 1974 è stata rimossa da questa collocazione e riposta nella procuratoria di S.Marco).
La tradizione popolare la identifica col Carmagnola, decapitato nel 1432 in piazzetta S.Marco (1). In epoca ancora più tarda venne identificata dal popolino con quella del leggendario fornaretto.
Non sappiamo quale significato venisse attribuito alla testa prima di tale data, visto che l’identificazione quattrocentesca valse a cancellare le eventuali precedenti ma forse fino ad allora non si era ancora persa nella memoria la sua provenienza da Costantinopoli. E' però indubbio che questa collocazione, prospiciente il luogo delle esecuzioni, doveva avere un significato di monito.
Per questo personaggio dallo sguardo accigliato, quasi diabolico, per la strana conformazione del naso, mancante della parte sporgente, è stato fatto il nome di Giustiniano II Rinotmeto, l'unico imperatore bizantino ad essere salito sul trono, per il suo secondo periodo di regno (705-711), dopo aver subito la mutilazione del naso.
I ritratti noti di Giustiniano II evidenziano però un tipo fisico alquanto diverso, magro e smunto, né lo mostrano mai con questa mutilazione, senza contare che il blocco di porfido egiziano utilizzato per modellare la testa dovrebbe essere di reimpiego giacchè all'epoca di Giustiniano II l'impero non aveva più accesso all'Egitto.
Solido di Giustiniano II, secondo periodo di regno (705-711)
Per altri, sulla base della somiglianza con una effigie monetaria si tratterebbe dello stesso Giustiniano I.
Medaglia commemorativa fatta coniare da Giustiniano I in occasione della riconquista della provincia d'Africa (535)
In linea generale quasi tutti gli studiosi ritengono più probabile una datazione all’epoca di Giustiniano I.
La testa è molto probabilmente parte del bottino del sacco di Costantinopoli del 1204.
Note:
La testa è molto probabilmente parte del bottino del sacco di Costantinopoli del 1204.
Note:
(1) Capitano di ventura di
umilissime origini, Francesco di Bussone detto il Carmagnola, già al
soldo di Filippo Maria Visconti, nel 1425 aveva cambiato bandiera
passando al servizio della Serenissima. Nel 1426 era stato nominato
capitano generale e posto al comando delle forze veneto-fiorentine
nella guerra contro il Ducato di Milano. Alla ripresa della guerra
nel 1431 – dopo un breve periodo di pace successivo alla pace di
Ferrara (1428) – venne sospettato di tradimento e, convocato a
Venezia con un pretesto, arrestato nell'aprile del 1432.
Immediatamente sottoposto a giudizio venne riconosciuto colpevole con
una maggioranza schiacciante (26 voti contro 1), più risicata quella
che lo mise a morte (19 contro 8). La sera del 5 maggio, il
Carmagnola fu decapitato su un palco eretto in piazza San Marco tra
le colonne di San Teodoro e San Marco.
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