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mercoledì 9 novembre 2011

Porta erculea e porta gemina, Pola

Porta erculea



E' la costruzione più antica della cinta difensiva di Pola perchè risale agli ultimi anni della repubblica romana (40 a.C.), contemporanea alla fondazione della colonia, quando i nuovi conquistatori riadattarono, ampliandole, le antiche mura del castelliere. E' anche una delle più antiche porte dell'Italia settentrionale romana.
La porta è ad unico fornice, è larga 3,60 m ed è senza ornati, all'infuori della testa barbata di Ercole con la sua clava, scolpita nella chiave di volta dell'arco della porta, ormai consunta dai secoli. L'asse della porta forma un angolo di 70 gradi con il fronte delle mura perché segue il percorso della strada pre-romana. Era una delle porte che conduceva ad una delle vie di accesso al colle Capitolino. A sinistra della porta erano riportati i nomi dei duumviri Lucio Cassio Longino e Lucio Calpurnio Pisone o Cesonino.
Il primo fu probabilmente il fratello di Caio Crasso mentre il secondo dovrebbe essere il suocero di Cesare; forse furono i primi duumviri della colonia fondata dopo la morte del dittatore.
E' fiancheggiata da due torri rotonde e nell'arcata possente mostra ancora una reminescenza delle porte etrusche.


Porta gemina


E' un'elegante costruzione del II° secolo d.C. a due fornici di tipo gallo-romano, con semicolonne non scanalate e con capitelli compositi.
In alto, sopra una ricca trabeazione, un'iscrizione sostitutiva del timpano, trovata nelle adiacenze e relativa alla costruzione di un acquedotto, fu applicata in epoca più recente. Ricorda il lascito di Lucio Menazio Prisco che servì, oltre alla realizzazione di quest'opera anche a quella degli impianti che conducevano l'acqua del Ninfeo fino ad una cisterna nella parte alta della città. Questi stanziò inoltre per la sola manutenzione 400.000 sesterzi.
La ricca cornice decorata sopra la porta si può spiegare con il fatto che questa conduceva al teatro minore posto nel Campidoglio. Oltre le due arcate si trova un recinto a pianta trapezoidale, aperto verso la città da un solo fornice fiancheggiato da semicolonne.
Porta Gemina fu chiusa dai Veneziani, nel XVI secolo, con una gran massa di materiale da riporto e verso il 1820 si intravvedevano gli intradossi degli archi.
Venne restaurata nel secolo scorso ma ora è mancante del fregio. Fino al 1500 il nome volgare era Porta Zemera. Da Porta Gemina, al tempo di Roma si usciva dalla città per prendere la strada militare che, attraverso il fiume Arsa, conduceva oltre Albona nella Liburnica e nell'Illirico. Nel medioevo, nei pressi della porta, esisteva una piccola chiesetta dedicata a S. Giovanni che, nel 1357, risulta già diroccata. La Porta Gemina venne chiamata anche Porta S. Caterina, per l'immagine della santa che vi era stata posta.

Monumento funebre


Al di fuori della cinta muraria, lungo la strada militare per l'Illirico che partiva dalla Porta Gemina, si trova il basamento ottagonale di un monumento funebre databile al I secolo.

ricostruzione

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