Tutta la tradizione veneziana è concorde nell’affermare che i Cavalli di San Marco siano stati portati a Venezia da Costantinopoli nell’anno 1204 o secondo altri, nel 1205, od ancora nel 1206, cioè subito dopo la conquista di questa città da parte dei crociati.
La presenza della quadriga a Venezia è documentata, per la prima volta, dal mosaico del portale di Sant’Alipio sulla facciata della basilica di San Marco, datato dagli studiosi intorno al 1270.
portale di S.Alipio, basilica di S.Marco, 1270 c.ca
Nel dicembre del 1797, per la prima volta dopo oltre cinque secoli, i quattro cavalli abbandonano la facciata di San Marco per volere di Napoleone che li fa trasferire a Parigi. La quadriga, destinata a decorare il coronamento dell'arco trionfale del Carrousel, subisce varie aggiunte. Con la caduta di Napoleone, Antonio Canova viene incaricato del recupero e del trasporto in Italia delle opere trafugate.
Il 13 dicembre 1815, alla presenza di Francesco I d'Austria, nuovo sovrano di Venezia, i cavalli vengono restituiti alla facciata di San Marco. La preziosa quadriga in bronzo dorato, l'unica pervenuta dall'antichità, ha però subito notevoli danni, quindi prima della ricollocazione viene portata in Arsenale per essere restaurata. Altri interventi saranno necessari negli anni successivi, ed ancora la quadriga per due volte viene calata dall'arcone marciano per trovare riparo in un rifugio sicuro nel corso delle due ultime guerre mondiali.
Intorno agli anni sessanta i cavalli vengono sottoposti dall'Istituto Centrale del Restauro a una serie di indagini tecniche che ne constatano le precarie condizioni. Appare indispensabile per la futura conservazione il ricovero dei cavalli all'interno del museo marciano e la collocazione di copie all'esterno sull'arcone.
Il 13 dicembre 1815, alla presenza di Francesco I d'Austria, nuovo sovrano di Venezia, i cavalli vengono restituiti alla facciata di San Marco. La preziosa quadriga in bronzo dorato, l'unica pervenuta dall'antichità, ha però subito notevoli danni, quindi prima della ricollocazione viene portata in Arsenale per essere restaurata. Altri interventi saranno necessari negli anni successivi, ed ancora la quadriga per due volte viene calata dall'arcone marciano per trovare riparo in un rifugio sicuro nel corso delle due ultime guerre mondiali.
Intorno agli anni sessanta i cavalli vengono sottoposti dall'Istituto Centrale del Restauro a una serie di indagini tecniche che ne constatano le precarie condizioni. Appare indispensabile per la futura conservazione il ricovero dei cavalli all'interno del museo marciano e la collocazione di copie all'esterno sull'arcone.
Le fonti classiche e bizantine parlano di innumerevoli opere d’arte di marmo o di bronzo presenti a Costantinopoli, ma quanto alle quadrighe presenti in città nel periodo che va da Costantino in poi si soffermano su due esemplari: la quadriga del sole nel Milion trasferita poi nell’ Ippodromo e la quadriga prelevata da Chio da Teodosio II (408-450) e sistemata sulla torre che s’innalzava sopra i carceres sempre nell’Ippodromo e più precisamente sulla sua entrata. La maggioranza degli studiosi di fonti bizantine dal secolo XVII in poi identificano i Cavalli di San Marco con quelli che stavano a Costantinopoli sopra la torre dell’Ippodromo.
In questo contesto i quattro cavalli sulla torre dell’ippodromo in posizione centrale e visibile da tutti assumevano il significato di cavalli del sole e perciò dorati, divenendo l’immagine più chiara ed immediata dell’astro stesso e quindi del potere imperiale che tutto unifica e controlla.
La rimozione dei cavalli dalla torre dell’ippodromo, fatta con corde o altro da mano non molto esperta, portò alla perdita o quanto meno all’incrinatura degli zoccoli o di parte delle zampe più saldamente fissate al basamento.
Sanudo racconta che uno dei cavalli ebbe uno zoccolo spezzato durante il trasporto a Venezia nella galera di Domenico Morosini (1205-1206) e che questi conservò il pezzo mentre al dogado spettò provvedere a costruirne un altro.
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