Porta Metronia in un'incisione del 1577
Nel tempo le
furono assegnati vari nomi, ma sembrano tutti (compreso quello
attuale) deformazioni da un originale Metrovia (derivato forse da un
qualche Metrobius o Metronianus che pare potesse avere dei
possedimenti in zona, durante il basso impero).
Un'ipotesi un po'
fantasiosa, nata ad opera dei filologi del XIV secolo, la definisce
Porta Metaura, facendone derivare il nome da meta aurum,
cioè il luogo in cui veniva depositato e pesato l'oro dei tributi
che le province versavano a Roma, prima che venisse trasferito nelle
casse dello Stato. Ma nessun elemento suffraga quest'ipotesi.
L'unico
nome che si discosta da queste radici è "Porta Gabiusa",
dovuto al fatto che per la via che da lì partiva (l'attuale via
Gallia), era possibile arrivare alla città di Gabii.
Originariamente
non rivestiva particolare importanza, tant'è che fu aperta con le
caratteristiche di una posterla di terz'ordine, più o meno come le
porte Pinciana e Asinaria; ma mentre queste due vennero promosse al
rango di porte vere e proprie in occasione dei restauri operati
intorno al 403 dall'imperatore Onorio, la Metronia rimase ancora a
lungo una semplice apertura di servizio. Ad ulteriore conferma della
scarsa importanza, unica tra tutte le porte di Roma, si apriva alla
base di una torretta merlata sporgente sul lato interno del muro che,
in quella zona, compie un'ampia curva.
La torretta merlata su cui si apriva la porta
Il fornice, senza
stipiti e architravi, è un semplice arco in laterizio, tuttora
visibile da entrambi i lati sebbene sia murato. La chiusura sembra
possa farsi risalire al 1122, quando il papa Callisto II utilizzò la
porta come passaggio dell' Acqua Mariana (Marana),
rendendola pertanto inaccessibile al traffico cittadino.
Dal
1173 in diversi documenti compare la denominazione Porta
Metromii in Pantano:
evidentemente la Marana, nell’incanalarsi nella conduttura sotto la
Porta, andò a formare uno stagno; e a partire dal XIII secolo l’area
fuori Porta Metronia fu detta Lo
Pantano,
le acque stagnanti furono la causa prima di un’epidemia che colpì
gli abitanti del Celio. Il problema fu definitivamente risolto con
l’apertura della Passeggiata Archeologica, tutta la terra qui
scavata fu scaricata nell’area di Piazzale Metronio e di piazza di
Porta Metronia; questo portò ad un notevole innalzamento del piano e
sotterrò completamente il varco idrico.
Il fornice murato di Porta Metronia
I quattro archi
laterali (che hanno usurpato il nome alla porta ormai chiusa) furono
aperti, per motivi di viabilità cittadina, in due fasi successive
nella prima metà del secolo scorso.
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