Il suo nome deriva
da quello dell’ omonima via che la attraversa e che, in epoca
romana, era la strada per giungere fino a Capua.
La struttura della
porta, che non ha subito interventi tali da alterare sensibilmente
l’aspetto originario, è probabilmente sempre stata ad una sola
arcata, che all’epoca della ristrutturazione della cerchia
cittadina operata dall’imperatore Onorio venne sensibilmente
ridotta, unica tra le porte aureliane, da circa 4,20 m di larghezza
per 6,55 di altezza (la traccia della dimensione originale è ancora
visibile) agli attuali 3,73 per 5,65, probabilmente per motivi
difensivi.
Al centro
dell’arco, sul lato esterno, è tuttora visibile il monogramma di
Costantino, mentre sul lato opposto è incisa una croce greca. Questi
due simboli, unitamente all’assoluta mancanza di resti di
iscrizioni di epoca onoriana, inducono alcuni studiosi a propendere
per l’ipotesi che il restauro possa essere di epoca successiva.
L’intero
edificio, merlato, è affiancato da due torri a pianta semicircolare
fornite di feritoie; quella sul lato destro fu però interamente
riedificata da Onorio e in seguito restaurata in epoca medievale. Ma
anche l’altra subì un rimaneggiamento di un certo rilievo: lo
dimostra la presenza delle feritoie per gli arcieri anziché i
finestroni per le baliste, come nelle torri originarie di Aureliano.
In più, la base della torre ha una pianta diversa dall’alzato.
All’epoca
onoriana risale anche il rifacimento in travertino della facciata,
nella quale vennero aperte, in corrispondenza della camera di
manovra, cinque finestre ad arco, che furono però di nuovo chiuse
abbastanza presto, già nel VI secolo. L’accesso alla camera di
manovra era consentito attraverso una porticina, tuttora esistente e
funzionante, sul lato interno della torre di destra. Come era
consueto per le porte di una certa importanza, la chiusura esterna
era a saracinesca, mentre quella interna a due battenti. Il cortile
fortificato interno, con la relativa controporta, non esiste più.
La Porta vista dall'interno
Si notano le guide lungo le quali scorreva la saracinesca e la croce greca scolpita sulla chiave di volta dell'arco.
La porta fu chiusa
per interramento prima dal re Ladislao di Napoli nel 1408, insieme
alla Porta Asinaria, durante l’occupazione della città (ma fu
riaperta dopo solo quattro mesi), poi nel 1576 e nel 1656 in
occasione, per entrambe le circostanze, di una pestilenza.
Ma a parte le
epidemie, un valido motivo del declino della porta fu la progressiva
perdita d’importanza della via Latina a favore della vicina via
Appia Nuova.
Restauri del XVII
secolo, testimoniati dagli stemmi dei papi Pio II, Urbano VIII e
Alessandro VII posti nelle immediate vicinanze, non risollevarono le
sorti della porta, che rimase definitivamente chiusa per quasi tutto
l’800 (dal 1808, tranne alcuni mesi nel 1827) e venne riaperta solo
nel 1911, dopo essere riuscita a bloccare anche le truppe italiane
che, nel settembre 1870, avevano tentato di aprire qui, prima ancora
che a Porta Pia, una breccia.
Nessun commento:
Posta un commento