Lato sud
Datata
da una iscrizione 1278-1279, fu fatta edificare dai fratelli
Kalligoupolis, esponenti di una
nobile
famiglia greca, integratasi al nuovo sistema feudale introdotto dai
conquistatori crociati al punto che il fratello più grande aveva
assunto il nome francese di Guillaume in omaggio al principe
Guillaume II Villehardouin morto nello stesso anno di fondazione
della chiesa.
La
chiesa è del tipo a croce iscritta a due colonne, con una cupola
centrale che poggia su tamburo ottagonale. Abside aggettante
esagonale all'esterno.
La muratura esterna del tipo a "cloisonnè" è arricchita da cornici a dente di sega e da inserti ceramoplastici (pratica quest'ultima importata dall'Italia e diffusasi con la dominazione latina).
L'arco acuto che sormonta l'ingresso settentrionale (oggi murato) mostra anch'esso l'influenza della cultura latina.
Caratteri architettonici che compaiono anche in altre chiese edificate nel Peloponneso durante la dominazione latina sono le finestre trilobate con lobi della stessa altezza e incorniciate da una decorazione a mattoni (cfr. la chiesa della Palaiopanagia a Manolada) e il modo in cui le cornici a dente di sega avvolgono le finestre per estendersi, alla base di queste, al resto dell'edificio (cfr. la chiesa di Merbaka).
Da notare anche il motivo di
corsi di mattoni concentrici che decora il timpano della finestra
absidale.
Lato absidale
La muratura esterna del tipo a "cloisonnè" è arricchita da cornici a dente di sega e da inserti ceramoplastici (pratica quest'ultima importata dall'Italia e diffusasi con la dominazione latina).
L'arco acuto che sormonta l'ingresso settentrionale (oggi murato) mostra anch'esso l'influenza della cultura latina.
Lato nord
Caratteri architettonici che compaiono anche in altre chiese edificate nel Peloponneso durante la dominazione latina sono le finestre trilobate con lobi della stessa altezza e incorniciate da una decorazione a mattoni (cfr. la chiesa della Palaiopanagia a Manolada) e il modo in cui le cornici a dente di sega avvolgono le finestre per estendersi, alla base di queste, al resto dell'edificio (cfr. la chiesa di Merbaka).
La finestra trilobata sul lato sud
All'interno,
nella decorazione parietale si distinguono due strati di affreschi,
il più recente dei quali risale al 1702 (Ioannikios Neiros, vescovo
di Olena fece ridecorare completamente la chiesa). Dello strato più
antico, coevo alla fondazione della chiesa, sono visibili solo dei
frammenti.
Agli
inizi del XVIII secolo, alla facciata occidentale fu addossato un
porticato che venne chiuso e trasformato in esonartece durante il
secolo successivo.
Volta del braccio settenrionale, resti della decorazione originaria (XIII sec)
Anche le attuali ampie aperture d'ingresso sono aggiunte successive alla fondazione della chiesa.
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