Usciti da
Canosa scendendo dal colle per la Via Cerignola, superato il
passaggio a livello della ferrovia Barletta-Spinazzola, s'incontra
sulla sinistra l'arco di Traiano. Si trova attualmente all'interno di
un vivaio privato ma è sempre accessibile al pubblico.
L'arco sorgeva
lungo l'antica via Traiana, una variante dell'Appia costruita tra il
108 ed il 110 su un preesistente tracciato di epoca repubblicana che
collegava Benevento e Brindisi, e segnava l'accesso onorario alla
città. Noto in ambito locale anche come Arco di Varrone, dal nome di
Gaio Terenzio Varrone, uno dei consoli che furono sconfitti a Canne
(216 a.C.) da Annibale, risale presumibilmente all'epoca in cui fu
costruita la strada.
Si
presenta come un arco a un solo fornice - come quello dedicato dal Senato all'imperatore nel 114 ed eretto a Benevento, città da cui
partiva la via Traiana - costruito in laterizi e probabilmente in
origine rivestito di marmo. Sui piloni si notano delle lesene
disposte sugli spigoli esterni e al centro dei lati sulla fronte
dell'arco, che dovevano sorreggere una trabeazione. E' alto circa 13
m (il basamento è parzialmente interrato), largo 12 e profondo 5 ed era sormontato da un attico oggi completamente scomparso.
Bassorilievo conservato nel Museo diocesano di Trani raffigurante un guerriero dace.
Sulla
base di alcune convergenze iconografiche con il ciclo raffigurato
nella Colonna Traiana e
dell'assoluta mancanza in Puglia di altri rilievi di epoca romana che
raffigurino episodi bellici, Luigi Todisco (1) ritiene che questi due
frammenti, l'uno attualmente conservato nel Museo diocesano di Trani
e proveniente dalla chiesa di S.Maria de Russis (attualmente
ridedicata a San Giacomo) dove era stato reimpiegato come spolia
e l'altro incassato in una delle pareti di castel del Monte, possano
essere considerati coevi e provenienti da uno stesso monumento, di
carattere pubblico, volto a celebrare le guerre daciche di Traiano
conclusesi nel 106. Lo studioso ritiene inoltre che questo monumento
possa essere identificato nell'arco canosino e che i due frammenti
appartenessero alla decorazione dell'attico oggi scomparso.
Bassorilievo incassato nel cortile di Castel del Monte raffigurante un corteo trionfale
Il ponte sull'Ofanto: Proseguendo lungo la
strada per Cerignola, ad una distanza di circa 3 km dal centro di
Canosa, s'incontra il ponte con cui l'antico tracciato della via
Traiana scavalcava l'Ofanto e che per secoli ha consentito di
collegare Canosa alla Daunia.
L'imponente
schiena d'asino poggia su una struttura in legno di quercia ricoperta
di calcestruzzo e fondata su grossi blocchi tufacei e si articola in
cinque arcate a tutto sesto, sorrette da enormi pilastri terminanti a
cuspide.
Coevo alla
costruzione della strada romana (108-110), pur rimaneggiato nel corso
del tempo da numerosi interventi di manutenzione e di restauro
dell'elevato, conserva tuttora intatti i pilastri, le spalle e la
platea di fondazione.
Nel letto del
fiume, ai piedi del ponte, s'intravede ancora la passerella in
cemento realizzata durante l'ultimo conflitto mondiale per consentire
il passaggio dei mezzi pesanti americani.
Note:
(1) L. Todisco, Rilievi romani a Trani, Castel del Monte, Canosa in
Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité,
tome 105, n°2. 1993, pp. 873-894
Il ponte romano sull'Ofanto e ormai il simbolo del parco dell'Ofanto. Visioni architettoniche per un nuovo antico Ofanto sono nate recentemente dalle menti creative di giovani progettisti ispirate dalla storia di questo ponte https://youtu.be/Arow_KmD78w
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