La cittadella
Il castello fu fatto costruire da giustiniano, dopo il terremoto del 551, sull'acropoli della città, sulle prime balze del monte Panachaico, reimpiegando materiali provenienti dagli edifici distrutti (in alcuni tratti della muratura riconducibile a quest'epoca si notano ancora i fusti di colonna provenienti dagli antichi templi).
Resti di muratura giustinianea incorporati nel tratto settentrionale delle mura della cittadella
La fortezza rimase da allora continuativamente in uso fino alla seconda guerra mondiale.
In epoca bizantina fu assediata senza successo da Slavi, Bulgari e Normanni.
Nel 1205 cadde in mano ai crociati e divenne il capoluogo di una delle più estese ed importanti delle 12 baronie in cui fu diviso originariamente il Principato d'Acaia e dove fu infeudato un cavaliere provenzale, Guillaume Aleman. Nel 1278 un suo discendente, Guillaume II Aleman, vendette i diritti sulla baronia all'Arcivescovado di Patrasso che – a parte un breve periodo in cui il vescovo Stefano Zaccaria, fratello dell'ultimo principe di Acaia, Centurione II, lo affidò ai veneziani (1408-1413) – ne rimase proprietario fino al 1430 quando la città, dopo quasi un anno di assedio, fu riconquistata da Costantino Dragaze e tornò in mani bizantine* .
Conquistata dai Turchi nel 1460, fu presa dai veneziani durante la guerra di Morea (1687) che la tennero fino al 1714 quando la città cadde nuovamente in mani ottomane, in cui rimase fino al 1828, quando fu conquistata dal corpo di spedizione francese inviato da Carlo X a sostegno dell'insurrezione greca ed al comando del generale Nicolas Joseph Maison e successivamente consegnato all'esercito di liberazione greco.
Pochi anni dopo,Triantaphyllos Lazaretos, comandante della piazzaforte, fece demolire tutti gli edifici che si trovavano all'interno del castello.
1. Fossato esterno
2. Ingresso principale3. Fossato interno
4. Cittadella
5. Moschea
6. Bastione SE
7. Torre di Patrinella
8. Terrapieno sud
9. Casamatte
10. Torre sud
11. Ingresso meridionale
12. Torrione circolare (veneziano)
13. Opera di fortificazione esterna
14. Torrione circolare (ottomano)
nero: resti giustinianei (551)
verde: resti del periodo latino (1205-1278)
giallo: opere veneziane (1408-1413)
azzurro: ammodernamenti di epoca paleologa (1430-1460)
rosso: epoca ottomana
Il castello presenta un'ampia cinta esterna, rafforzata da torri e bastioni e a pianta triangolare, che racchiude un'area di circa 22.600 mq.
La cittadella (4).
Nella parte nordorientale, su un rialzo naturale del terreno e
preceduta da un fossato, si trova la cinta interna – rafforzata da
sei torri (Hexapyrgion)
- che racchiude la cittadella. La
cittadella – come il resto della fortezza - è stata ampiamente
rimaneggiata nel corso del tempo dai diversi proprietari.
Il ponte che da accesso alla cittadella e l'antemurale (falsabraga)
L'antemurale che precede l'alta cinta muraria è ad esempio
un'aggiunta di epoca ottomana mentre, al suo interno, la massiccia
torre quadrata a due piani, molto simile al dongione delle coeve
fortezze occidentali, risale alla dominazione latina ed ospitava la residenza del feudatario.
Il dongione
Sempre
all'interno, le otto arcate che sostengono il camminamento di ronda
sul lato occidentale risalgono al periodo paleologo mentre la
merlatura degli spalti risale a quello ottomano.
A quest'ultimo
periodo risale anche l'inglobamento delle due torri quadrate, che si
alzavano nei pressi dell'angolo settentrionale della cittadella,
nella costruzione di un massiccio bastione poligonale.
A destra il dongione e a sinistra e in secondo piano il bastione poligonale
La sezione settentrionale della cinta muraria esterna conserva ampi tratti della muratura giustinianea, nel cui spessore si osserva l'inserimento di spolia provenienti dagli edifici dell'antica acropoli.
Al breve periodo (1408-1413) in cui la fortezza fu affidata ai veneziani risale invece l'ampio torrione circolare (12) posto all'angolo occidentale del perimetro difensivo ed atto ad ospitare le artiglierie, come quelli successivamente costruiti dagli ottomani a metà delle mura settentrionali (14) e sull'angolo SE (6).
Ingresso al torrione veneziano (12)
Interno del Bastione SE (6)
La torre di Patrinella
(7). Si alza all'incirca a metà della sezione meridionale della
cinta esterna e deve il suo aspetto attuale ai restauri intrapresi
dai Paleologi.
Secondo la tradizione locale Patrinella, donna di
umili origini e dedita alla prostituzione, uccise il figlio avuto dal
suo amante dopo che questi l'aveva lasciata piegandosi alla morale
pubblica che disapprovava l'unione. Il crimine scioccò la società
dell'epoca e Patrinella fu rinchiusa in questa torre da dove continuò
a maledire i suoi concittadini e la sua città fino al giorno della
sua morte. Dopo la sua morte si trasformò nella cultura popolare in
un fantasma evocato dai genitori per spaventare i bambini
disobbedienti ma c'è chi ancora giura di averla sentita trascinare
le sue catene lungo le mura del castello.
Note:
* Pandolfo Malatesta,
nominato arcivescovo di Patrasso da papa Martino V nel 1424, fu
l'ultimo ad esercitare sulla diocesi anche il potere temporale.
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