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domenica 10 novembre 2013

Il tempietto di S.Andrea a Ponte Milvio

Il tempietto di S.Andrea a Ponte Milvio


La reliquia della testa dell'apostolo Andrea, portata ad Ancona nell'estate del 1460 da Tommaso Paleologo, l'ultimo despota di Morea costretto all'esilio dall'incalzare dei Turchi, fu provvisoriamente affidata alla custodia del prefetto pontificio di Narni giacchè la strada verso Roma era resa insicura dalla guerra che contrapponeva Alessandro Sforza e Federico da Montefeltro a Jacopo Piccinino e Jacopo Savelli.
L'11 aprile del 1462, su incarico del papa Pio II Piccolomini, i cardinali Bessarione, Oliva e il cardinal nipote Francesco Todeschini Piccolomini (1), la prelevarono e la condussero a Roma lungo il Tevere.
La testa dell'apostolo trascorse la notte nella torretta di Ponte Milvio ed il giorno successivo ebbe luogo la cerimonia di consegna al papa. Nei prati antistanti il ponte, sulla riva sinistra del Tevere (l'attuale l.go Cardinal Consalvi, di fronte al civico 441), era stato eretto un grande palco di legno a cui si accedeva da due scalinate. Da un lato del palco salì Bessarione, seguito dagli altri due cardinali, portando la sacra reliquia, dall'altro il papa per riceverla.
A memoria dell'evento il papa fece erigere nel punto dove aveva avuto luogo un tempietto con al centro la statua di sant'Andrea.
La statua è attribuita alla mano di Paolo Romano (2), l'artista prediletto da papa Pio II conosciuto anche come Paolo Taccone, ed il volto, incorniciato dalla barba a due punte, presenta delle somiglianze con quello di Bessarione ritratto dallo stesso artista nel monumento funebre di Pio II (1470 c.ca) oggi nella chiesa di S.Andrea della Valle.

 
Bessarione ritratto nel bassorilievo del monumento funebre di Pio II
S.Andrea della Valle, Roma

L'edicola tetrastila che avvolge la statua è invece opera dell'architetto Francesco da Borgo San Sepolcro. Presentava originariamente quattro colonne d'alabastro listato che vennero sostituite da quelle attuali in travertino nel 1869, quando l'edicola fu ricostruita dopo essere stata gravemente danneggiata da un fulmine nel 1866.

Sul basamento che sorregge la statua, sotto lo stemma di papa Pio II, un'iscrizione in latino ricorda l'evento commemorato e l'indulgenza plenaria per chi pregherà in quel luogo nel giorno della ricorrenza.


Per circa un secolo fu presente solo il tempietto, con l’edicola e la statua del santo mentre il terreno circostante cominciò ad essere utilizzato per dare sepoltura ai pellegrini morti a Roma, tuttora sono presenti all’interno del basso muro che cinge il tempietto delle lapidi e un ossario.

Nel 1566 il terreno venne ceduto alla confraternita della Trinità dei Pellegrini da papa Pio V e venne costruito il piccolo oratorio dedicato a Sant’Andrea Apostolo che oggi ci appare nella ristrutturazione del Valadier del 1803.

Note:

(1) Il cardinale Francesco Todeschini Piccolomini, nipote di papa Pio II, fu papa a sua volta con il nome di Pio III per soli 26 giorni dal 22 settembre al 18 ottobre del 1503.

(2) M. Armellini in Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX (1891), seguendo il Vasari, attribuisce la statua a due allievi del Filarete, Varrone e Niccolò da Firenze. L'attribuzione a Paolo Romano è però attestata dai documenti di pagamento pubblicati in E.Muntz, Les arts à la cour des papes pendant le XVe et le XVIe siècle, I, Paris 1878, pagg. 248-249.

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