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lunedì 27 agosto 2012

castello di Parga


Castello di Parga


La collina detta Pezovolo su cui sorge il castello fu fortificata già nell''XI secolo.
Nel XIII secolo, quando la città di Parga era solo un protettorato della Serenissima, i veneziani costruirono qui il loro primo castello che fu distrutto e ricostruito varie volte nel corso del conflitto con gli ottomani. Dal 1401 la sovranità veneta divenne effettiva e nel 1572 il castello fu ricostruito dai veneziani per l'ultima volta rinforzato da otto torrioni intervallati lungo il perimetro delle mura.


Un'iscrizione murata sopra una delle porte d'accesso riferisce che nel 1707 il castello fu fatto rinforzare da Marco Teotochi (italianizzazione del cognome corfiota della nobile famiglia Theotokis), governatore e capitano di Parga.


Da questa fortezza, che in uno spazio ristretto ospitava circa 400 case, i cittadini di Parga respinsero ripetutamente gli attacchi di Alì Pasha nel XIX secolo.
Nel 1797, con la dissoluzione della Repubblica di Venezia, Parga passò sotto il controllo francese.
Nel 1814 era tenuta da 150 granatieri francesi al comando del colonnello Hadgi Nicole e rappresentava l'unica enclave cristiana nell'Epiro interamente dominato da Ali Pasha. Ma i rovesci subiti dall'Armeè sulla Beresina e a Lipsia preludevano ad un loro abbandono della città.
I parganiotti, temendo che la guarnigione francese li abbandonasse da un momento all'altro nelle mani di Ali Pasha, permisero a 200 inglesi di penetrare nottetempo nella fortezza e il 22 marzo la bandiera francese fu ammainata e sostituita da quella britannica.
Il 30 giugno del 1818 l'Alto commissario per le isole Jonie, Lord Thomas Maitland, cedette però la città, con un trattato firmato a Giannina, ad Alì Pasha.
Il 10 maggio 1819 la bandiera inglese fu ammainata e i turchi entrarono nella città abbandonata. Gran parte della cittadinanza si rifugiò a Corfù.
Divenuto padrone di Parga, Alì Pasha aumentò il numero delle stanze del palazzo residenziale e fece costruire l'harem ed i bagni sulla sommità della collina.


Al di sopra della porta d'ingresso alla fortezza è ancora ben visibile il leone di S.Marco.



Interno del castello

 La cessione di Parga suscitò un'ondata di profonda commozione in tutta Europa. Nel 1821 Giovanni Berchet pubblicò un poemetto – I profughi di Parga – dedicato all'episodio che fu probabilmente fonte d'ispirazion per il dipinto di Hayez che porta lo stesso titolo. L'anno prima Ugo Foscolo, esule a Londra, aveva iniziato la pubblicazione dell'opuscolo La cessione di Parga in cui criticava l'operato del governo inglese. Il poeta decise però d'interromperne la stampa ed impedirne la divulgazione rendendosi conto di aver dato eccessivo credito alle asserzioni appassionate di tre deputati parganiotti venuti a Londra per reclamare e di non avere in realtà valide ragioni per biasimare il governo inglese che aveva dovuto soggiacere all'adempimento di un obbligo, per quanto iniquo, contratto nel Congresso di Vienna (1814-1815).

Francesco Hayez, I profughi di Parga, olio su tela, cm 201x290, 1831, Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia

Cherubino Cornienti, I profughi di Parga, olio su tela, cm. 50x66, 1843 c.ca, Musei civici di Pavia.





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