Visualizzazioni totali

domenica 28 settembre 2025

San Giovanni alle catacombe, Siracusa

San Giovanni alle catacombe, Siracusa


L'antica Basilica di San Giovanni venne edificata attorno al VI secolo nel luogo dove, secondo la tradizione, fu sepolto il primo vescovo di Siracusa, Marciano (1). E stata ritenuta per lungo tempo la prima Cattedrale di Siracusa.

Planimetria della cripta. Cerchiato in nero il sarcofago in muratura di San Marciano 

La cripta di San Marciano, con la basilica sovrastante, è ubicata in un sito, che ricevette una prima sistemazione in età greca classica con l'apertura di una cava di pietra, all'interno della quale, dopo il suo abbandono, si installò in epoca tardoellenistica un'officina di vasai con annessa area cultuale. Nel tardo impero il sito ebbe destinazione cimiteriale ed accolse piccoli ipogei, i cui resti sono ancora in parte visibili. Quest'area cimiteriale fu utilizzata almeno sino al 423, come documenta un'iscrizione consolare; le testimonianze epigrafiche e pittoriche suggeriscono inoltre che il sepolcreto era cristiano. Esso venne interamente manomesso nel VI sec. per far posto alla cripta, realizzata in parte con un approfondimento del taglio in roccia ed in parte con strutture murarie colmate all'esterno da terra di scarico trattenuta da muri di contenimento e rinforzo. 

Sarcofago di San Marciano 

La sistemazione della cripta riecheggia quella delle trichorae con l'aggiunta di recessi laterali. In quello di destra è collocata una struttura muraria a guisa di sarcofago in cui si apre la fenestella confessionis e in cui furono deposti i resti di San Marciano.

Quattro colonne disposte a quadrato – di tre delle quali sono ancora visibili i basamenti - definivano il corpo centrale in cui si trovava l'altare e ne sostenevano la copertura. Nel XII secolo, probabilmente in seguito al crollo del corpo centrale, le colonne furono sostituite da possenti pilastri in muratura alla cui sommità furono posti altrettanti capitelli ciascuno dei quali riporta il simbolo di uno degli evangelisti.

Capitello con l'aquila simbolo di San Giovanni evangelista 

La cripta si estende attualmente sotto la parte settentrionale della navata centrale ed in particolare sotto la navata sinistra della sovrastante chiesa e l’attuale chiesetta dell’attiguo convento dei Frati Minori.



Sulle pareti si notano più strati di decorazione a fresco sovrapposti. La maggior parte di quelli ancora visibili risalgono alla ristrutturazione del XII secolo.
Sul muro perimetrale della cappella di destra si distinguono quattro figure: la prima a sinistra è un santo barbato con nimbo, la cui mano destra benedice con le dita distese, secondo il rito orientale, mentre la mano sinistra stringe una croce. La figura indossa una tunica rossa sotto ad un mantello nero.
La seconda figura è un santo più giovane, imberbe, dal naso lungo e affilato e i capelli ricci. La foggia della veste è orientale: tunica grigia dalle larghe maniche e un pallio rosso che avvolge il corpo: è San Giovanni evangelista.
Accanto vi è una Madonna che stringe al seno il bambino. Il suo capo è coperto da un velo turchino, mentre il bambino indossa una tunica celeste e un mantello rosso e stringe nella mano sinistra un piccolo rotolo.
L’ultima figura è poco visibile, dalle scritte sottostanti pare si tratti di S. Vito. 


Nella zona absidale sono presenti due affreschi, raffiguranti l'uno santa Lucia, Vergine e Martire siracusana, morta nel 304, l'altro non identificabile con certezza a causa della condizione piuttosto evanescente, era forse la rappresentazione di San Marciano.


La Chiesa sovrastante fu costruita nel VI secolo, in epoca bizantina, sopra le preesistenti catacombe, e fu edificata esattamente al di sopra della cripta di San Marciano, in modo che la sepoltura del Santo si trovasse in asse con l’altare, posto al centro della navata e limitato da una balaustra. Presentava una pianta basilicale a tre navate separate da due file di sei colonne doriche e l'abside rialzato da una gradinata.

Planimetria della chiesa originaria sovrapposta a quella della cripta 

Di questa chiesa rimangono oggi l'abside rialzata e alcune colonne sul lato meridionale della nave. 

 Abside
 
Abbandonata sotto la dominazione araba, la chiesa fu ristrutturata in età normanna. Vennero rifatte in toto le mura perimetrali, e prolungati con delle semicolonne i pilastri che fiancheggiano l'abside. Le colonne furono ridotte da 12 a 10. Alla ristrutturazione normanna si deve anche il rosone al culmine della facciata occidentale ed il portale d'ingresso – oggi murato – che sembrerebbe frutto del riassemblaggio di elementi decorativi dell'antica chiesa bizantina.

La facciata occidentale ricostruita in epoca normanna

Per ragioni non del tutto chiare la chiesa cadde nuovamente in disuso e tale rimase fino al 1636 quando fu concessa ai Carmelitani di Montesanto. Questi inserirono all'interno del vecchio edificio una nuova chiesa, orientata lungo l'asse nord-sud, che occupò lo spazio delle prime due campate di quella preesistente. 

Nel 1693 la chiesa venne gravemente danneggiata e ricostruita nei primi anni del XVIII secolo. A questa ristrutturazione si deve l'aspetto attuale della facciata meridionale della nuova chiesa che presenta un portale d'ingresso inquadrato da due pilastri ornato da bassorilievi. Sopra di questo una nicchia ed una finestra circolare mentre sul culmine della facciata è posta una statua del Battista tra quattro semiobelischi. 

Facciata meridionale della nuova chiesa

E' infine sopravanzata da un portico realizzato con materiali di spoglio quattrocenteschi di stile gotico-catalano. Durante

 
Durante l'assedio del 877-878 l'emiro Giafar Ibn Muhammed pose il suo campo nei pressi di questa chiesa. 


Note:

(1) Discepolo di San Pietro apostolo in Antiochia, fu da lui inviato nel 39 in Sicilia a predicare il Vangelo; qui si fermò a Siracusa dove operò molte conversioni, accompagnate da miracoli, finché non venne ucciso. E' considerato il primo vescovo di Siracusa (nonchè d'Occidente). Tuttavia le prime fonti scritte risalgono soltanto al VI-VII secolo e risentono della mancanza di certezze storiche appoggiandosi più che altro a tradizioni locali che lo vogliono martirizzato per lapidazione nel 68. La più antica raffigurazione di S. Marciano è databile all'VIII-IX secolo e si trova nelle catacombe siracusane di S. Lucia. 






Nessun commento:

Posta un commento