Visualizzazioni totali

sabato 17 novembre 2018

La casina del cardinal Bessarione

La casina del cardinal Bessarione


La cosiddetta Casina del cardinal Bessarione, situata al I miglio della via Appia – che in questo tratto urbano prende attualmente il nome di via di Porta San Sebastiano - presso l’antico bivio della via Appia con la via Latina, vede risalire la sua configurazione attuale al secolo XV, con utilizzo di preesistenze medievali a loro volta inglobanti sottostanti strutture d’età romana.
In questo luogo, in epoca mediovale, sui resti di un edificio di età imperiale sorse un ospedale – individuabile nella metà sudovest della casina - annesso alla contigua chiesa di S. Cesareo che nel XIV secolo fu amministrato dai fratres cruciferi e che divenne in seguito sede di un monastero di monache benedettine, allontanate poi da Papa Eugenio IV nel 1439.
Alla seconda metà del XV secolo risale l’ampliamento verso la strada con la loggia al primo piano e la trasformazione in residenza estiva del cardinale titolare di Tuscolo, nella cui diocesi era compresa la vicina chiesa di San Cesareo.


Il legame della Casina con il cardinale Bessarione non è suffragato da nessuna testimonianza diretta, ma è un’ipotesi fondata sul legame esistente tra la casina e la chiesa di S. Cesareo di pertinenza del vescovado di Tusculum (di cui Bessarione fu cardinale titolare tra il 1449 e il 1468) e su alcuni documenti del 1455 che attestano la proprietà da parte del Bessarione di una vigna situata tra i possedimenti della chiesa di San Sisto Vecchio e la chiesa di San Cesareo.
Secondo questa ipotesi Bessarione avrebbe utilizzato la Casina come dimora suburbana, in alternativa a quella di città che aveva in piazza dei Ss.Apostoli, in un appartamento ora inglobato nel palazzo Colonna.
Del Cardinale Giovanni Battista Zeno, titolare della stessa sede episcopale dal 1479 al 1501, e di Marcello Crescenzi, eletto cardinale nel 1542, rimangono i rispettivi stemmi nella decorazione a fresco di alcune delle stanze e della loggia (non c'è traccia invece dello stemma di Bessarione).

L'edificio è articolato su due parti, costruite a breve distanza di tempo tra loro, tra il 1450 ed il 1460: quella più antica corrisponde alla metà interna verso il giardino, ampliata poi nella seconda metà del secolo verso la strada con la parte comprendente un salone ed una loggia a quattro arcate, dove vennero utilizzate antiche colonne.
 
 
La loggia rappresenta senza dubbio l'elemento più importante della casa, il centro e la sua più viva decorazione: composta con antiche colonnette di spoglio a capitelli alternativamente dorici e ionici e raccolta nella bellissima finestra a croce guelfa, è l'elemento di massima rappresentanza.
 
La Casina è così composta: un piano seminterrato (destinato ai servizi), un piano nobile, situato a livello della loggia ed accessibile per mezzo di una scala, ed un piano rialzato (per gli appartamenti del Cardinale). All'interno la casa è divisa in modo razionale: sei stanze al piano superiore e sei al piano inferiore. Il piano nobile, articolato in ambienti di rappresentanza (sala regia, vestibolo e sala da pranzo) ed appartamenti privati (studio, vestibolo e camera da letto), presenta un camino per ogni stanza. Particolare è una finestra della sala regia con una caratteristica forma a fungo, che trova un interessante parallelo con una torre, ricostruita in periodo presumibilmente tardomedioevale, della cinta di Aureliano a San Saba.
Nel piano seminterrato, identificato come spazio destinato alla sola servitù, si trovano una cucina con bel camino, un lavatoio ed un vestibolo con finestra. La loggia ha una decorazione a festoni dipinti di cui è superstite solo una parte; tale decorazione è presente in tutte le stanze della palazzina. La sala in comunicazione con la loggia conserva il fregio a fogliami e stemmi e trofei d'armi. Altre decorazioni sono nelle piccole camere adiacenti alla loggia, con fregi pure a fogliami e stemmi; tutte queste pitture sono di gusto tardo-gotico. Da notare la decorazione a fiori e melograni della stanza da letto (cubiculum).



Più moderna è la decorazione della loggia: sopra un finto parapetto si alzano pilastri con un paesaggio di alte rocce, castelli e chiese. La facciata che prospetta su via di Porta S.Sebastiano sulla strada, arricchita da due imponenti finestre a croce guelfa, presenta una decorazione a graffito e chiaroscuro rappresentante un fregio di fogliame.

La facciata lungo via di Porta San Sebastiano con le due finestre a croce guelfa
 
Particolare del fregio a graffito della facciata
 
 
La sala regia:

Il tendaggio dipinto attorno al camino che si sovrappone alla decorazione originale è stato realizzato in epoca moderna, probabilmente durante il periodo in cui la casina era adibita a locanda (fine XIX-inizi XX secolo).
 
In una nicchia della parete sud si trovano i resti di un affresco menomato dall’apertura di una finestra oggi murata.
 
 
A partire da sinistra vi si distinguono: una santa che schiaccia un drago e impugna una croce a doppia traversa nella mano sinistra, probabilmente Santa Margherita di Antiochia; Santa Caterina d’Alessandria facilmente riconoscibile dalla la ruota dentata simbolo del suo martirio; una figura maschile assisa in trono (ai cui piedi è una minuscola figura di un monaco orante, presumibilmente l’ignoto committente), generalmente identificata con il Cristo. Si è quindi pensato che potesse trattarsi della raffigurazione della Incoronazione della Vergine che si sarebbe trovata nella parte mancante. Questo però la porrebbe alla sinistra del Cristo il che è inconcepibile sotto il profilo teologico (a sinistra del Padre si dispongono i dannati) oltre al fatto che la figura maschile seduta in trono non sembra affatto colta nell'atto di incoronare. Si è quindi ipotizzato che questa figura rappresenti piuttosto San Giacomo il Maggiore che nell'iconografia medioevale è raffigurato spesso con barba e capelli lunghi come il Cristo.
Guardando dall’esterno della casina la parete della lunetta, si nota distintamente che la lunetta stessa e tutta la porzione di muro a essa sottostante appaiono separate dalla muratura che le circonda come se si trattasse di una struttura preesistente inglobata nella nuova costruzione al momento dell'ampliamento realizzato nel XV secolo.
 
Accanto alla particolare muratura che corrisponde esternamente alla lunetta affrescata, si nota la caratteristica finestra a "fungo".
 
Confortata dal fatto che sia Santa Caterina d'Alessandria, sia Santa Margherita di Antiochia fanno parte del gruppo dei cosiddetti santi ausiliatori, si può avanzare l'ipotesi che a pochi metri dall'ospedaletto dei fratres cruciferi – che costituisce tuttora la parte sudovest della casina – sorgesse una sorta di edicola o di piccola cappella dove erano effigiati i santi ausiliatori poi inglobata nella casina. Questa ipotesi spiegherebbe anche lo stile dell'affresco, che sembra più trecentesco che quattrocentesco e che, altrimenti, rimarrebbe incongruo su una parete edificata nella metà del XV secolo.
Lo stemma del cardinale Zeno inserito nel fregio a girali d'acanto
 
La decorazione della sala regia è completata nella parte alta delle pareti da un fregio a stemmi e girali d’acanto e da una serie di finte mensole marmoree dipinte a cui si annodano panoplie, nastri, fontane e coppe.

La loggia:

 
Sulle pareti della loggia, sopra un parapetto dipinto, si innalzano dei finti pilastri, al di là dei quali si scorge un paesaggio continuo che sembra proseguire il giardino che circonda la casa. Si viene così a creare una sorta di filtro che attenua il trauma del passaggio dallo spazio aperto del giardino a quello chiuso delle mura domestiche.
In origine la porta di accesso alla sala regia non si trovava dove è attualmente ma al centro della parete lunga della loggia.
A sinistra della apertura originaria si stagliava quindi una piccola chiesa con campanile posta su una collina, da cui discende un fiume; a destra una conigliera sotto una città turrita (la croce disegnata in alto è con tutta probabilità un’aggiunta posteriore).

La sagoma di un coniglio s'intravede nella conigliera in basso a destra 

Da una parte lo Spirito, simboleggiato dalla chiesa, dall’altra la Natura, simboleggiata dalla conigliera. Come nel quadro di Tiziano L'Amor sacro e l'Amor profano - dipinto prima del 1515 - dove alle spalle della Venere celeste e della Venere genitrice compaiono proprio conigli e città turrita da una parte, chiesetta campestre e acque dall’altra. Da notare che nell'affresco della casina la chiesetta è posta in alto, a simboleggiare il suo essere a metà tra il Cielo e la Terra e che dall’altura dove è posta discende un fiume, a ricordare che è da Dio che discende la Vita e dalla Chiesa la possibilità di purificazione e salvazione.

Incerta è la datazione della decorazione. L'ipotesi tradizionale la vuole coeva a quella della sala regia che risale al periodo in cui vi risiedette il cardinale Zeno (1479-1501) il cui stemma figura sorretto da un puttino su una parasta.


Compaiono però - inseriti nel fregio a girali d'acanto - anche gli stemmi del cardinale Marcello Crescenzi (tre crescenti di luna in campo rosso) che risulta proprietario della casina verso la metà del XVI secolo a suggerire una datazione più bassa.

Nessun commento:

Posta un commento