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mercoledì 25 aprile 2018

La Fatih Camii di Ainos (Enez)

La Fatih Cami di Ainos (Enez)

Lati ovest e sud. Sullo sfondo s'intravedono le mura della cittadella

Si trova all'interno della cittadella (ormai abbandonata) di Ainos (l'attuale Enez in Turchia) e la sua dedicazione non è nota (1). Hasluck (1908) la dice dedicata a San Costantino (ma non riporta la fonte), mentre Vacotoupolos (1981) riporta una dedica alla Divina Sapienza (Hagia Sophia) con cui è anche attualmente nota.

 
Nella lunetta al di sopra dell'ingresso principale rimangono i resti di un affresco che raffigura al centro la Theotokos, in piedi su un suppedaneo, che indossa una veste blu e sopra questa una sopravveste purpurea, alla sua sinistra si dispone la figura di un vescovo – identificato dall'omophorion – che tiene un libro nella sinistra mentre con la destra accenna alla Vergine. Per i suoi caratteri stilistici può essere datato agli inizi dell'età paleologa.
La presenza della raffigurazione della Vergine in un punto così importante della costruzione sembra suggerire una dedica alla Teotokos.
Dopo la conquista ottomana (1456) fu trasformata in moschea e dedicata a Maometto II (Fatih=Conquistatore) e come tale funzionò fino al 1965 quando, gravemente danneggiata dal terremoto, fu abbandonata. E' stata oggetto di un recente restauro.


Osterhaut propone una datazione dell'edificio al XII secolo.
Presenta una pianta piuttosto inusuale che può essere descritta nei termini di una pianta basilicale coperta da una cupola centrale. Il naos è a pianta cruciforme ed è preceduto da nartece ed esonartece. La cupola che lo ricopre era impostata su quattro pilastri a forma di L, ciascuno dei quali al livello più basso accoglie due colonne.

I bracci sud (in cui è stato ricavato il mihrab) e quello nord della croce. L'arco acuto che sostiene la cupola sul lato meridionale è frutto di un rimaneggiamento ottomano.
 
Il santuario è tripartito e presenta absidi semicircolari all'interno e poligonali all'esterno (ennagonale quello centrale e pentagonali le due laterali).

L'abside centrale con il troncone del minareto aggiunto in epoca ottomana
 
La facciata occidentale dell'esonartece appare porticata e slegata dal corpo principale - a cui è comunque coeva - ed era probabilmente coperta in origine da un tetto di legno. Da notare il ritmico alternarsi di colonne e pilastri nel prospetto della facciata esterna.

La muratura alterna fasce realizzate con la tecnica “a mattone arretrato”, tipica dell'XI-XII secolo, a fasce in pietra squadrata. In diversi punti compaiono motivi decorativi a mattoni, particolarmente elaborato quello che si osserva nella conca absidale della prothesis.

La prohesis con la decorazione a mattoni della conca absidale
 
Gli archi del portico appaiono notevolmente allungati verso l'alto come quelli delle finestre che si aprivano sul lato settentrionale (oggi crollato), queste ultime avevano una forma ed una disposizione particolare: in numero di tre con una più alta al centro fiancheggiata da due più basse.

Il lato settentrionale fotografato nel 1960 c.ca
 
Una analoga disposizione delle finestre si riscontra soltanto nella costantinopolitana Kalendarhane camii (il rimaneggiamento che le ha conferito gran parte del suo aspetto attuale risale al 1190-1195). Qui si nota solo nelle fotografie che raffigurano la parete settentrionale prima del crollo determinato dal terremoto del 1965 perchè la parete sud è stata fortemente alterata in epoca ottomana per ospitarvi il mihrab. D'altra parte, l'allungamento del braccio occidentale della croce e l'innesto della cupola su un impianto basilicale consente il raffronto con alcune chiese di transizione tra la pianta basilicale e quella a croce inscritta come la Hagia Eirene di Costantinopoli (532), in un rimando ad esempi architettonici del passato che non stona nel più generale revival dell'antico che caratterizza il periodo comneno.

Il lato meridionale. La muratura dell'esonartece appare chiaramente non legata a quella del corpo principale.
 
Gran parte degli elementi marmorei sono di reimpiego, in particolare i capitelli delle colonne del naos, sia quelli corinzi che quelli cubici, sembrano databili al VI secolo mentre i capitelli delle colonne del portico – ricavati da prototipi del VI secolo – sembrano realizzati in epoca più tarda (IX-X sec.).

capitello di una delle colonne del naos
 
Della decorazione pittorica originale – oltre al già citato affresco con la Teotokos – è rimasto anche un altro lacerto, nell'arco d'ingresso della prothesis, dove si distingue un santo stante e barbato che indossa una semplice tunica rossoarancio.

 
 
Note:
 

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