Il colle di Palamidi, che sovrasta la città di Nauplia, prende il nome da Palamede, il figlio del mitico re Nauplio fondatore della città.
Nel 1686, quando Morosini assediò Nauplia nel corso della guerra di Morea (1684-1699), costrinse alla resa la guarnigione turca battendo la città con le artiglierie piazzate su questa altura lasciata indifesa dagli ottomani.
In questa mappa di Vincenzo Coronelli, che era al seguito delle truppe del Morosini che assediarono Nauplia, si nota la dislocazione di una batteria di quattro pezzi d'artiglieria sulla sommità del colle da cui battono la città dall'alto (H). In basso, si nota la circonvallazione fatta erigere dal Morosini per difendere gli assedianti dall'accorrere di truppe turche in soccorso della città assediata. Il tiro a parabola che si vede partire dalla postazione contrassegnata con la lettera "E" corrisponde invece a quello di una batteria di otto mortai.
Divenuti padroni della città, i veneziani, sotto il provveditorato di Agostino Sagredo, fortificarono il colle tra il 1711 ed il 1714. La fortezza, costruita dall'ingegnere francese La Salle sui disegni dell'architetto dalmata Giaxiach, fu concepita come un sistema di bastioni semi-indipendenti racchiusi all'interno di una comune cinta muraria.
La cima della collina è raggiungibile dalla città per mezzo di una lunga scalinata (857 gradini) che s'inerpica a zig-zag lungo il suo fianco (a sinistra nella fotografia). Una leggenda vuole invece che essi siano 999 essendo stato il millesimo distrutto dal patriota greco Teodoro Kolokotronis.
Dionisyos Tsokos, Ritratto di Teodoro Kolokotronis, 1853
Museo Storico Nazionale di Atene.
Teodoro Kolokotronis, uno degli eroi della guerra d'indipendenza fu fatto incarcerare dai suoi rivali politici e detenuto in una cella del bastione Milziade nella fortezza di Palamidi durante la guerra civile (1824-1825).
La scalinata fu in realtà costruita dai prigionieri detenuti nella fortezza qualche anno dopo, durante il regno di Ottone I di Baviera (1832-1862).
A metà circa dell'ascesa s'incontra il piccolo Bastione Robert (dal nome di un francese filellenico morto durante la guerra di liberazione) e quindi una serie di terrazzamenti e porte che introducono all'imponente Bastione di S.Andrea al termine della scalinata.
Bastione Robert
Il Bastione di S.Andrea fu il primo ad essere completato (1712) ed ospitava al suo interno il comando della guarnigione e la piccola chiesa di S.Andrea. Originariamente la chiesa era dedicata a S.Gerardo, il santo protettore della famiglia del provveditore Agostino Segredo.
Il 29 novembre 1822, nel corso della guerra di liberazione, un contingente di soli 350 insorti greci al comando di Staikos Staikoupolos s'impadronì della fortezza con un colpo di mano. Il giorno successivo si tenne una messa di ringraziamento nella chiesetta di S.Gerardo che venne nell'occasione ridedicata all'apostolo Andrea, la cui festa ricorreva in quel giorno.
Bastione S.Andrea, porta d'ingresso
Bastione S.Andrea
Bastione S.Andrea, corte interna
Chiesa di S.Andrea
A settentrione del Bastione S.Andrea si trova il piccolo Bastione Leonida, che difende l'angolo settentrionale della cinta. Alle sue spalle il massiccio Bastione Milziade di forma pentagonale che protegge il fianco orientale della cinta. Contiene al suo interno una grande cisterna per la raccolta dell'acqua piovana e delle stanze che furono utilizzate come celle tra il 1840 e il 1926.
Bastione Milziade
Bastione Milziade, le celle
Al suo fianco il Bastione Temistocle che ospitava una batteria di sei pezzi che poteva battere la strada di accesso da est e la cresta che si trova sul versante orientale della collina.
Bastione Temistocle
Il bastione Achille occupa la parte centrale di questa cresta ma, come il bastione Epaminonda, non era stato completato quando i turchi attaccarono la città nel 1714 e molto probabilmente qui avvenne lo sfondamento.
Il bastione Focione fu invece costruito interamente dagli ottomani dopo il 1714.
Bastione Epaminonda, porta d'accesso
I bastioni furono rinominati in questo modo dai greci dopo la guerra di liberazione. In epoca veneziana erano raggruppati sotto i nomi di S.Gerardo, S.Niccolò e S.Agostino.
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