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domenica 5 aprile 2020

Forte La Carnale, Salerno

Forte La Carnale, Salerno



Nel secolo XVI i viceré spagnoli si trovarono a fronteggiare la potente flotta turca che, con le sue incursioni, portò anche allo spopolamento degli abitati costieri e ad un conseguente calo dei commerci. Per far fronte a questa situazione il viceré Don Pedro di Toledo ideò, nel 1522, un nuovo sistema di torri costiere collocate a distanza tale da consentire una comunicazione diretta l'una con l'altra per mezzo di segnali di fumo, di giorno, o sorgenti luminose, durante la notte (oltre al forte in oggetto, di questo sistema facevano parte anche la Crestarella di Vietri e Torre Angellara). La torre nota con il nome di Forte La Carnale, fu fatta costruire nel 1569 su uno sperone roccioso che domina la foce del fiume Irno dal facoltoso imprenditore di Coperchia, Andrea di Gaeta, per volere del vicerè Don Pedro de Ribera. La torre fu comunque costruita su una preesistente fortificazione risalente forse al periodo longobardo. Per la sua posizione strategica e per la presenza nelle murature di ferri, rinvenuti nel corso di recenti restauri, dovrebbe trattarsi di una torre cavallaria, dove oltre al presidio militare, erano stanziate staffette a cavallo che all'occorrenza partivano per avvisare le popolazioni di una attacco dal mare.


Presenta una pianta quadrangolare con muratura merlata e una torre centrale dove probabilmente alloggiavano i soldati di guarnigione.
L'origine del nome "La Carnale" non è del tutto chiara. Secondo alcuni andrebbe posto in relazione al massacro (carnaio) di corsari saraceni avvenuto in questa località nell'872 (1).
Nel 1647, Ippolito Pastina, alla guida di una rivolta antispagnola, riuscì ad impadronirsi di Salerno e pose qui il suo "comando popolare". Intorno al 1764 vi vennero raccolti i corpi delle vittime della terribile carestia che in quell'anno colpì il salernitano.
Nel 1828 i Borboni lo trasformarono in presidio a difesa della città e lo dotarono di batterie costiere ribattezzandolo Forte San Giuseppe. In questa occasione subì dei rimaneggiamenti di cui ancora esistono tracce nei terrazzamenti per le batterie. 


Successivamente perse la sua funzione difensiva e venne adibito a deposito di munizioni, funzione che continuò a svolgere anche sotto lo stato unitario, da cui il nome di Polveriera con cui è anche conosciuto. Durante la seconda guerra mondiale fu rinforzato come bunker e gravemente danneggiato durante lo sbarco alleato.
Appartiene attualmente al Comune di Salerno ed è stato completamente ristrutturato negli anni '80.

Note:

(1) Nell'872 30.000 corsari saraceni sbarcarono nei pressi di Salerno e sottoposero la città ad un duro assedio. Quando i difensori erano ormai sul punto di capitolare, la morte improvvisa e accidentale di Abdila, capo degli assalitori, seminò lo scompiglio fra le loro fila. I Salernitani, con alla testa il principe Guaiferio I, ne approfittarono e, usciti dalle mura, attaccarono i nemici, trucidandone circa quindicimila. Gli altri, atterriti dalla disfatta e tornati alle loro navi, si dettero alla fuga; ma colpiti da una tempesta al largo della Calabria, perirono tutti.

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