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mercoledì 19 febbraio 2014

L'icona dell'Incredulità di Tommaso nel Monastero della Trasfigurazione a Meteora

L'icona dell'Incredulità di Tommaso nel Monastero della Trasfigurazione a Meteora


In questa icona dove è rappresentato l'episodio dell'Incredulità di Tommaso – conservata nel Monastero della Trasfigurazione a Meteora – nel gruppo di apostoli radunati sulla sinistra, alle spalle di Tommaso è raffigurata la donatrice, la basilissa Maria Angelina Dukaina Paleologina – figlia di Simeone Uros (Dukas Paleologo) e Thamais Orsini (Comnena Angelina) - e quindi legittima erede del despotato d'Epiro.
Maria Angelina sposò in prime nozze, a Trikkala nel 1359, Tommaso Preljubovic che fu insediato nel 1367 come despota di Giannina dal suocero Simeone Uros e riconosciuto come tale dall'imperatore Manuele II nel 1382.
E' l'unica figura femminile presente sulla scena e porta una veste purpurea riccamente decorata da un loros dorato mentre una corona le cinge la testa. E' identificabile in base alla somiglianza con altre sue due raffigurazioni – accompagnate da didascalia - presenti una in un evangelario – il cosiddetto Dittico di Tommaso Preljubovic, attualmente conservato nel Tesoro della cattedrale di Cuenca in Spagna e l'altra in un'icona della Vergine Hodeghitria conservata nello stesso Monastero della Trasfigurazione. In entrambe – la prima è considerata una replica della seconda – la basilissa è raffigurata ai piedi della Vergine nell'atto della proskynesis.

Dittico di Tommaso Preljubovic
(tavola di sinistra)
Tesoro della cattedrale di Cuenca
Spagna

Secondo Xyngopoulos – che ha scoperto questa icona nel 1963 – nel personaggio la cui testa si trova compresa tra quelle di Tommaso e Maria Angelina dovrebbe identificarsi lo stesso despota Tommaso Preljubovic. Gli argomenti che lo studioso adduce a favore di questa ipotesi sono essenzialmente il fatto che il viso del personaggio è tratteggiato come un ritratto e che il suo sguardo è rivolto verso lo spettatore nonché l'osservazione che si tratterebbe del dodicesimo apostolo presente nella composizione mentre solitamente in quest'epoca nelle scene evangeliche ne vengono rappresentati undici.
Il fatto che Tommaso Preljubovic sia raffigurato privo di paramenti regali fa datare l'icona a Xyngopoulos tra il 1373, l'anno in cui il fratello di Maria si fece monaco nel monastero della Trasfigurazione con il nome di Joasaph, ed il 1382 quando a Tommaso Preljubovic venne riconosciuto il titolo di despota da Manuele II Paleologo.

Icona dell'incredulità di Tommaso
particolare dei volti di Maria Angelina e di Tommaso Preljubovic (?) 

La presenza della figura del donatore nel contesto della rappresentazione di una scena biblica non è molto consueta fino a questo periodo nell'iconografia dell'arte bizantina (1), ancor meno consueto è inoltre il fatto che questa interagisca attivamente con la scena: il braccio destro del Cristo scavalca infatti la testa dell'apostolo Tommaso con una posa innaturale per andare a toccare la corona posta sul capo di Maria in un gesto che ne legittima lo status regale (2).
In questa prospettiva, la Gargova (3) ipotizza la condensazione nella stessa rappresentazione di due diversi temi narrativi. San Tommaso, arrivato in ritardo alla morte della Vergine, non fu testimone come gli altri apostoli della sua Assunzione al Cielo e ne richiese una prova. La Vergine gli apparve in sogno e gli consegnò la cintura che si sfilò dai fianchi. La basilissa Maria Angelina presterebbe quindi i suoi tratti alla Madre di Dio e la figura del Cristo che la incorona Regina Coeli (Incoronazione di Maria) risponderebbe nella scena alla doppia incredulità di Tommaso chiudendo in questo modo il circolo narrativo (4).


Note:
 
(1) L'usanza di inserire le figure dei donatori come parte integrante dell'episodio biblico rappresentato sembra svilupparsi prima in ambito occidentale (cfr. ad esempio la presenza di re Janus di Cipro e della moglie Carlotta di Borbone nell'affresco della Crocefissione nella Cappella reale di Pyrga e quella del fratello del re, Ugo, arcivescovo di Nicosia, nella scena della Sepoltura del Cristo sempre nella stessa cappella).

(2) Il gesto ricorda l'imposizione della corona sul capo dei regnanti da parte del Cristo raffigurato in alcuni avori bizantini (cfr. ad esempio Cristo incorona Ottone II di Sassonia e la moglie Teofano imperatori del Sacro Romano Impero o l'avorio Romano).

(3) F.Gargova, The Meteora Icon of The Incredulity of Thomas Reconsidered, 2014.

(4) Un precedente a questo tipo di raffigurazione del donatore nei panni di un personaggio della storia sacra è quello di Costantino IX Monomaco raffigurato nelle vesti di Salomone nel mosaico dell'Anastasis nella Nea Moni di Chios (metà XI secolo).

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