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venerdì 3 novembre 2017

La via Latina: Il sepolcro dei Valerii, la mansio ed il sepolcro Baccelli

La via Latina: Il sepolcro dei Valerii, la mansio ed il sepolcro Baccelli

Il Sepolcro dei Valerii
Si trova sul lato destro della via Latina tra il III e il IV miglio, quasi al termine del tratto compreso nel parco archeologico, e può essere datato al 160-170 grazie al rinvenimento su frammenti di mattoni della volta della camera ipogea di bolli consolari.


È caratterizzato da una pianta rettangolare e da un portico frontale a due colonne (solo quella di sinistra in marmo cipollino è originale) con una finestra rettangolare sul piano superiore e una copertura a tetto spiovente. Alla camera ipogea si accede per mezzo di due scale simmetriche. Tra il 1859 e il 1861 l'elevato fu in buona parte ricostruito sui resti della muratura originaria al fine di salvaguardare gli intonaci e gli stucchi della camera sotterranea.

La camera ipogea

La camera funeraria ipogea principale - è infatti preceduta da un vestibolo anch'esso destinato ad accogliere le sepolture - conserva l’originaria decorazione in stucco bianco, articolata in 35 medaglioni e riquadri di dimensioni variabili, che orna le lunette e la volta a botte con rappresentazioni di creature fantastiche, eroti, figure femminili.


Tra gli stucchi si nota - al centro della volta – quello raffigurante l'anima della defunta (avvolta nel velo mortuario) trasportata in cielo sulle ali di un grifone. Sulle pareti rimangono visibili le impronte delle lastre di marmo di rivestimento e i relativi fori delle grappe di ferro che le sostenevano, mentre il pavimento della camera risulta ancora in parte rivestito in marmo. Per quanto non sia certa l'attribuizione della tomba alla famiglia dei Valerii, è invece certo che si tratti di una tomba di famiglia per la presenza all'interno della camera funeraria di un'altana destinata ad accogliere il sarcofago del capofamiglia.

La Mansio


A sinistra del monumento sono state scavate diverse strutture che ancora nel IV secolo erano probabilmente destinate alla sosta e al ristoro dei viaggiatori. Si tratta probabilmente di una mansio, una stazione di sosta dove i viaggiatori giunti in prossimità della città potevano riposare rinfrescandosi alle terme e ristorarsi onde poter entrare a Roma con un aspetto presentabile.


All’ingresso dalla strada si notano le basi di due colonne che probabilmente sorreggevano due statue e il basolato della strada che entra nell’area della mansio a realizzare una sorta di passo carrabile.
 
La vasca al centro del peristilio

Le stanze appaiono disposte intorno ad un peristilio con al centro una grande vasca mentre un ninfeo con pavimento a mosaico è posto al termine di un porticato anch'esso pavimentato a mosaico che delimita il complesso sul lato retrostante il sepolcro.

Il ninfeo

Sul fianco e sul retro del sepolcro sono state inoltre rinvenute due cisterne per l’acqua che alimentava la vasca ed il ninfeo.
Una campagna di scavi condotta negli anni 2006-2007 ha portato alla luce anche la parte orientale della mansio: tre ambienti in laterizi dalla probabile funzione di tabernae. Separati dal complesso della mansio da un corridoio accessibile dalla strada, sono stati individuati inoltre altri due edifici distinti (uno in opera reticolata e l'altro in laterizi e blocchetti di tufo), le cui funzioni sono ancora oggetto di indagine.
Il fatto che la mansio sorgesse a fianco al monumento funebre non deve apparire strano; probabilmente gli stessi proprietari della stazione di sosta avevano dato in concessione l’uso del loro terreno per costruire il sepolcro e si occupavano della manutenzione dello stesso.


Sepolcro Baccelli


In fondo all’area del parco archeologico, sempre sul lato destro della via Latina e in posizione leggermente arretrata e rialzata rispetto al tracciato stradale, si staglia la facciata di un sepolcro noto con il nome di tomba Baccelli, dal nome del ministro della Pubblica Istruzione (Guido Baccelli) che agli inizi del XX secolo curò l’intera area archeologica. L’edificio, che per molti secoli rimase integro e che nel XVI secolo fu usato come chiesa, subì successivaente un rovinoso crollo a seguito del quale rimase in piedi solo la facciata NO.

 
Il sepolcro era a due piani con un vano ipogeo comunicante con la camera superiore mediante un sistema di rampe interne. L’ambiente sotterraneo consta di due vani, attualmente non accessibili, e al di sotto del pavimento trovavano posto delle sepolture disposte su due file e tre strati di deposizione. La camera superiore presentava pareti articolate in nicchie e arcosoli impreziositi da eleganti trabeazioni e frontoni. Nonostante lo stato di conservazione alquanto precario è ancora oggi apprezzabile l’eleganza compositiva della facciata e delle sue modanature fittili. Al centro in basso si apre l’ingresso sormontato dalla targa marmorea moderna che ricorda il ministro Baccelli, a sua volta affiancata da due aperture simmetriche inquadrate da eleganti cornici in cotto. La trabeazione del timpano è andata perduta ma dai pochi lacerti visibili se ne può apprezzare l’eleganza modulata nella successione delle cornici sagomate nel laterizio rosso e giallo.
 
Fotografia della metà dal XIX secolo
Fototeca dell'Istituto Archeologico Germanico
Roma
 
L’aspetto esterno della tomba Baccelli, ricostruibile sulla base dei disegni lasciati da Pirro Ligorio e documentato da fotografie precedenti il crollo, non doveva apparire molto dissimile da quello della tomba Barberini.




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