Fronte esterno
Eretto nel 27 a.C. come porta onoraria, esprimeva la volontà del Senato di celebrare la figura di Ottaviano Augusto e la sua munificenza per aver restaurato a proprie spese la via Flaminia, così come manifestato dall'epigrafe in lettere dorate una volta posta sopra l'arcata (attualmente molto danneggiata).
Resti dell'epigrafe sul fronte esterno
Il monumento si inseriva nella cinta muraria più antica - della quale, ai suoi lati, sono visibili i resti, in blocchi di pietra locale – sostituendo la Porta Romana di età repubblicana che venne demolita, spianata e ricoperta da una colata di 3 metri di calcestruzzo .
L'arco si presenta oggi isolato, a
seguito dell'intervento di demolizione dei corpi adiacenti eseguito
nel 1937. La costruzione originaria - in muratura
a sacco rivestita da pietra d’Istria - era invece inglobata
tra due torri poligonali di cui rimangono poche tracce e sormontata
da un attico che doveva completarsi con una statua marmorea
dell'imperatore alla guida di una quadriga (1). Il netto sviluppo
verticale dell'arco (17,50 m. di altezza contro c.ca 15 di larghezza
e 4 di profondità) è spiegabile con la necessità di inserirlo
all'interno di una struttura (mura e torri) preesistente.
L'arco è inquadrato da coppie di
colonne corinzie sormontate da un frontone triangolare: la sommità,
forse crollata per i terremoti, venne orlata da una merlatura in
epoca medioevale (X sec) a formare un camminamento di ronda.
Fronte interno
L'architettura è esaltata da un ricco
apparato decorativo carico di significati politici e propagandistici:
un'apertura talmente ampia da non poter essere chiusa da porte,
ricordava la pace raggiunta dopo un lungo periodo di guerre civili
(2); Le divinità rappresentate nei 4 clipei ai
lati dell'arco esaltavano la grandezza di Roma e la potenza di
Augusto: nel lato esterno Giove, con il fascio di folgori,
espressione del potere imperiale, e Apollo, protettore di Augusto e
della sua famiglia, con la cetra e il corvo, simboli del suo legame
con la musica e della sua facoltà di parlare attraverso gli oracoli;
verso la città Nettuno, con il tridente e il delfino, e Roma, con la
spada e il trofeo, immagini del dominio sui mari e sulla terra.
Mentre la testa di bue scolpita nel cuneo di chiave dell'arco
interno simboleggia lo status di colonia romana della città di
Rimini.
Nettuno
Note:
(1) Nella collezione Anguissola di Piacenza si trova la testa di un cavallo che si pensa facesse parte della quadriga, la cui presenza è attestata da uno scritto di Cassio Dione.
(1) Nella collezione Anguissola di Piacenza si trova la testa di un cavallo che si pensa facesse parte della quadriga, la cui presenza è attestata da uno scritto di Cassio Dione.
(2) Quando, in epoca
successiva, si rese necessario chiudere l'arco per ragioni difensive,
furono erette due porte di fortuna all’interno delle due
fronti.
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