Procedendo lungo la strada che da Frigento conduce a S.Angelo dei Lombardi, poco dopo un distributore di benzina, si prende a sinistra per una strada interpoderale al 4-5 km della quale s'incontra la fortezza.
L'insediamento si sviluppa in epoca
longobarda come abbazia-fortezza e se ne ha testimonianza, per la
prima volta, in un documento del 1075, dove si fa riferimento ad una
donazione fatta al monastero beneventano di Santa Sofia da parte di
Roberto il Guiscardo.
Il toponimo “Pesco” deriverebbe
dall’ osco peesslùm-pestulùm (basamento); dal latino
pesculus-pesculum (pietra sporgente, roccia) e da qui il
dialetto “peskone, pischone”; oppure dal greco pessòs
(masso, macigno).
Il termine “Pesco”, quindi, farebbe
riferimento al grande sperone roccioso su cui ancora oggi si sostiene
l'abbazia-fortezza longobarda detta e conosciuta come La preta re
lo Piesco che domina il vado
di Carifi. Tipici della zona meridionale, questi grossi
spuntoni di roccia hanno dato il nome anche a diverse località
vicine, come Pesco Sannita (Bn) e Pescopagano (Pz).
La piccola chiesa a pianta
rettangolare, costruita con materiali e tecniche locali (pietra
calcarea e muratura a sacco) è probabilmente sovrapposta alla
precedente rocca difensiva. I profili delle nicchie e delle finestre
a saetta, ancora oggi visibili, palesano la disposizione delle
funzioni liturgiche.
La statua raffigurante un angelo che estrae la spada, ivi collocata in epoca recente, allude alla probabile dedicazione del complesso abbaziale a San Michele Arcangelo, per il quale i Longobardi avevano una particolare venerazione.
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