Modone
Veduta aerea
La
città fu conquistata una prima volta dalla flotta veneziana, che
rientrava dalla Terrasanta al comando del doge Domenico Michiel
(1116-1129), nel 1124. Il doge la restituì comunque all'Impero
bizantino l'anno seguente, dopo averne fatto radere al suolo le
fortificazioni. Conquistata dai veneziani nel 1206 – a seguito
della conquista crociata di Costantinopoli – e definitivamente
assegnata alla Serenissima dal Trattato di Sapienza (1209), rimase
quasi ininterrottamente in mani venete fino alla conquista ottomana
(9 agosto 1500). Riconquistata dal Morosini nel 1686 (
guerra di Morea) dopo 16 giorni di assedio, fu tenuta nuovamente dai veneziani
fino al 1715.
Sotto
il dominio della Serenissima, la città divenne uno dei più
importanti scali commerciali sulle rotte per il Mar Nero e i porti
dell'Egitto e di Terrasanta tanto da essere spesso definita nei
documenti veneziani dell'epoca
occhio destro di Venezia.
La fortezza, già esistente in epoca bizantina, occupa l'intera
superficie del promontorio fino all'isoletta antistante e, per la
gran parte, deve il suo aspetto attuale alle opere di ammodernamento
e restauro intraprese dai veneziani tra il 1686 ed il 1715.
Vi si accede attualmente per
mezzo di un ponte di pietra di 14 arcate fatto costruire sopra il
fossato che separava la fortezza dalla terraferma dal corpo di
spedizione francese inviato da Carlo X a sostegno dell'insurrezione
greca ed al comando del generale Nicolas Joseph Maison, che tenne la
città dal 1828 al 1833.
Il ponte conduce ad una massiccia porta
d'ingresso, incorniciata da due lesene sormontate da capitelli
corinzi e affiancate da lance e vessilli scolpiti, che risale al
1714.
Un ampio fossato che corre
lungo l'intero lato settentrionale separa la fortezza dalla
terraferma. Una bassa fortificazione (falsabraga) – tra i due
grandi bastioni – si alza a circa metà del fossato. Fu scavato già
nel XIII secolo ma quello attualmente visibile risale anch'esso alla
seconda dominazione veneziana, quando questi tentarono, senza
successo, di estendere il fossato così da far penetrare il mare e
isolare la fortezza dalla terraferma.
Sezione schematica delle fortificazioni sul versante settentrionale
1.Bastione 2.Parapetto 3.Scarpa 4.Camminamento coperto 5.Falsabraga 6.Fossato 7.Controscarpa 8.Spalto
Ai lati
della Porta si trovano due bastioni: il bastione Loredan a sinistra, ed
il bastione Bembo a destra.
Bastione Bembo: a forma di
quadrilatero, costruito su di un rilievo roccioso, protegge l'angolo
nordoccidentale del castello.
Bastione Bembo (visto da ovest)
Al suo interno si apre un cortile per
facilitare l'accesso dei difensori, mentre il suo angolo nord-est ha
la forma di una torre semicircolare. Si tratta di una costruzione
imponente con l'obiettivo di contrastare le prime armi da fuoco.
Secondo una iscrizione conservata sul lato occidentale, il bastione è
stato costruito dal governatore Giovanni Bembo nel 1460. (Portando per la
seconda volta il titolo di Pretore, l'illustre Signore Giovanni Bembo
provvide la città di questo forte inespugnabile, nell'anno del
Signore 1460, 30 ottobre).
Durante il secondo periodo
di dominazione veneziana, in cui l'opera di rafforzamento delle
difese fu particolarmente intensa, a questo bastione ne fu addossato
un altro sul suo lato orientale (cfr. la veduta aerea).
Ad ovest del Bastione Bembo, al
termine del fossato, venne costruito un semibastione collegato al
Bastione Bembo da un terrapieno compreso tra due cortine di pietra.
Il terrapieno ed il semibastione occidentale
All'interno il semibastione appare formato da una serie di camere
parallele che sostengono la terrazza dove si disponevano i pezzi
d'artiglieria. Questa, datata 1715, è anche l'ultima opera difensiva
realizzata dai veneziani nel periodo 1686-1715.
Interno del semibastione occidentale
Bastione Loredan: è un massiccio
bastione quadrilatero costruito sul lato nordorientale della
fortezza. Si tratta dell'ultima di una serie di costruzioni aventi
l'obiettivo di proteggere questo vulnerabile punto delle cinta.
I lati nord ed ovest del Bastione Loredan
Questo bastione, in cui, a livello degli spalti, si apre una singola
filiera di cannoniere per pezzi di grosso calibro, controlla
completamente il fossato.
Il lato est del Bastione Loredan
E' datato 1714 – sotto il governatorato
di Antonio Loredan - da una iscrizione sul suo fronte settentrionale
al di sotto del leone di San Marco. A quest'epoca risale anche la
costruzione della falsabraga tra il nuovo bastione ed il Bastione
Bembo.
Il leone di San Marco e l'iscrizione incassati sul muro settentrionale del bastione
Subito dopo l'ingresso
principale, un camminamento conduce, attraverso una seconda ed una
terza porta, all'interno della fortezza e si apre sulla grande Piazza
d'Armi, centro della vita sociale ed economica della città
veneziana.
La porta che introduce alla
Piazza d'Armi è l'antica Porta di Terraferma ed è attualmente
formata da due porte giustapposte. Quella più interna, ad arco acuto
e protetta da due torri rettangolari, risale probabilmente al XIII
secolo. Ad essa verso la metà del XV sec, quando la porta venne
rinforzata con un piccolo barbacane, ne venne addossata un'altra,
quella del barbacane, ad arco a sesto ribassato.
L'antica Porta di Terraferma
Il quartiere dove si
trovavano le abitazioni civili è separato dalla parte settentrionale
da un muro rafforzato da quattro torri quadrate ed una
ottagonale realizzato durante la prima occupazione ottomana.
A sinistra dell'ingresso al quartiere civile si trovano le rovine
dell'edificio usato come residenza da Ibrahim Pascià nel 1825 e,
dopo la conquista della piazzaforte, dal general Maison.
La Piazza d'Armi.
In primo piano la cosiddetta colonna di Morosini, a destra il muro di epoca ottomana che separa il quertiere civile da quello militare e, sullo sfondo, la polveriera di epoca veneziana.
La colonna di granito
purpureo (alta 3.67 m) posta al centro della Piazza d'Armi
proviene dal naufragio di una nave di epoca paleocristiana presso
capo Spitha, vicino Modone, conosciuto come "naufragio delle
colonne" (1). Il capitello della colonna è però di fattura
veneziana ed originariamente vi era collocato un leone di San Marco.
L'iscrizione onorifica su di essa (appena leggibile) porta la data
del 1493. L'errata lettura del nome "Morosini" è
responsabile dell'appellativo colonna di Morosini con cui è
conosciuta. Nel capitello è raffigurato anche il leone di San Marco
e uno stemma deteriorato, probabilmente di Pietro da Canal che fu
governatore di Modone nel 1493.
Sul capitello si trova
attualmente una lastra piana rettangolare sui lati della quale sono
scolpiti tre stemmi. La lastra non è in relazione con la colonna né
si sa da quale edificio proviene. In base agli stemmi, sono state
identificate le famiglie Foscolo (a sn.), Bembo (a ds.) e Valaresso,
esponenti delle quali hanno governato Modone nel 1394.
Nei pressi della colonna si trova un'altra lastra su cui è incisa la
seguente iscrizione:
D
O M
METHONEM
COMMVNIRI
VALLIS MOENIIS
ET PROPVGNACVLIS TERRA MARI(QUE)
MANDAVIT
SENATUS
ANTONIO
LAVRETANO PRO GNALI ARMO IN PELOPO(NNESO)
QVI TANTI
OPERIS CVRA SVSTINENS
AD VRBIS ET
REGNI TVTAMEN
FORTIORA
MVNIMENTA EREXIT ET CLAVS(IT)
ANNO SALVTIS
MDCCXIV
D(eo) O(ptimo)
M(aximo)
Essendo Dio il
più buono e il più grande
Il Senato
ordinò di fortificare Methoni
con fossati,
mura e bastioni da terra e dal mare
ad Antonio
Loredan, generale del Peloponneso,
che avendo la
responsabilità di un'opera così importante,
a protezione
della città e del regno
eresse più
potenti fortificazioni e le completò
nell'anno del
Signore 1714
All'estremità
occidentale della Piazza d'Armi si trova una piccola polveriera
sormontata da una copertura piramidale che risale al secondo periodo
di dominazione veneziana mentre sulla sinistra si staglia isolata la
chiesa di
Santa Sotira, la cui costruzione risale al periodo di occupazione del
corpo di spedizione francese (1828-1833) durante la guerra
d'indipendenza.
Chiesa di Santa Sotira
Dalla Piazza
d'Armi parte in direzione del Bourtzi la strada principale
della città intersecata da strade laterali che conducevano al porto.
Percorrendola, sulla destra si notano i resti di due bagni turchi
Bagno turco
e a
sinistra quelli della cattedrale di San Giovanni Evangelista di cui
spiccano le rovine del minareto che le fu aggiunto durante la
dominazione ottomana quando fu convertita in moschea.
Resti del minareto aggiunto alla chiesa di San Giovanni evangelista in epoca ottomana
Al suo estremo
meridionale la strada termina con la porta da mar (Porta di
San Marco) difesa dall'imponente
castello da mar,
rimaneggiato in epoca ottomana e recentemente restaurato, e formato
da due alte (16 m.) torri quadrate in pietra porosa raccordate da una
piattaforma e provviste di merlatura.
Castello da mar
Dalla Porta di
San Marco, un ponte di pietra conduce al Bourtzi.
Il Bourtzi
Bourtzi: la costruzione del
forte detto Bourtzi (dal turco burdz=fortezza),
su un'isoletta antistante il castello da mar, fu iniziata poco prima
del 1500 dai Veneziani, contemporaneamente alla costruzione di un
analogo forte a Nauplia, e completata dagli Ottomani dopo la presa
della città. Durante la seconda dominazione veneziana (1685-1715),
la torre ottagonale a due piani ciascuno dei quali munito di
parapetto merlato, fu circondata da un muro perimetrale. Qui furono
massacrati molti prigionieri cristiani dopo la conquista turca del
1500. Nel corso del tempo è stato utilizzato come sede della guardia
per la sorveglianza del porto, come faro e come prigione.
Il lato orientale delle mura
è stato fortemente rimaneggiato in epoca ottomana e durante la
seconda occupazione veneziana.
Porta del Mandrachion
Risalendo questo tratto
delle mura verso l'ingresso della fortezza, esattamente al centro
dell'antico porto (Mandrachion), tra la Porta di San Marco e
quella del Mandrachion, si erge l'imponente torre di SE (anch'essa
oggetto di un recente restauro).
La Torre di SE
Appare formata da due
parallelepipidi allungati e giustapposti che comunicano tra loro e
con il camminamento di ronda. Sul lato verso la città si aprono due
archi a sesto acuto provvisti di una cornice in pietra porosa. La
datazione dell'edificio appare incerta come pure la sua funzione
giacchè appare dubbia quella difensiva (l'altezza eccessiva lo rende
infatti facile bersaglio del fuoco d'artiglieria) (2).
Proseguendo in questa
direzione s'incontra una massiccia torre quadrata in cui si apre la
cosiddetta Porta Stoppa.
La Porta Stoppa dall'interno della fortezza
Sulla facciata esterna, in alto, si
osserva al centro un rozzo leone di San Marco fiancheggiato ai lati
dalle armi dei Foscarini. Più in basso le armi dei Michiel con
scolpite le lettere P e M.
Esterno della Porta Stoppa
In corrispondenza della parte bassa della
torre, la scarpatura aggiunta in epoca ottomana è crollata,
lasciando scoperta la muratura originaria in cui è incassato un
leone di san Marco fiancheggiato da due stemmi irriconoscibili.
Esternamente e parallelo
alle mura del lato orientale c'era un molo che si congiungeva al
Bourtzi e proteggeva il piccolo porto fortificato.
Il lato occidentale delle
mura, rafforzato da cinque torri quadrate, risale nella sua forma
attuale alla prima occupazione veneziana e mostra una minore
accuratezza nell'esecuzione dovuta al fatto che la parete a
strapiombo proteggeva già di per sè la fortezza da questo lato.
Qui, un'eplosione durante la seconda guerra mondiale, ha riportato
alla luce un tratto delle antiche mura di Modone.
Note:
(1) Una colonna simile a
questa fu inviata a Venezia ed è ancora visibile in
piazza San Marco.
(2) Lo sgombero delle macerie
che occupavano l'interno dell'edificio intrapreso nel 2007, ha
portato alla luce un emblema araldico riconducibile al governatore
Antonio Bembo (1398-1399) ed attualmente collocato in terra su un
fianco della costruzione. Due stemmi araldici figurano anche sui due
lati dell'edificio nel dettagliato disegno realizzato dal viaggiatore
tedesco Eberhard Reuwich durante il suo soggiorno del 1483.