L'imperatore Alessandro (912-913)
Le principali fonti primarie che narrano gli eventi succedutisi durante i suo breve regno sono essenzialmente la Cronaca del Logoteta, opera di uno storico e poeta bizantino vissuto nel X secolo e la Cronaca di Psamathia, un testo agiografico dedicato al patriarca Eutimio (907-912) – è noto infatti anche come Vita di Eutimio - scritto da un anonimo monaco del monastero di Psamathia – dove il patriarca era stato igumeno - tra il 920 ed il 925 e sono entrambe decisamente ostili all'imperatore.
Sul letto di morte, notandolo tra gli astanti, Leone avrebbe pronunciato la frase: “Eccolo qua, tredici mesi di malora!”, profetizzando l'effettiva durata che avrebbe avuto il regno del fratello.
Minato nel fisico da una vita di eccessi, divenne anche impotente. Nel tentativo di risolvere il problema si rivolse a dei maghi che lo convinsero che la statua di un cinghiale che si trovava all'Ippodromo era il suo doppio e che le loro esistenze erano strettamente connesse l'una all'altra (con ciò sottintendendo che conduceva una vita da maiale) e che avrebbe dovuto provvedere la statua dei denti e del sesso che gli mancavano. Ciò fatto, l'imperatore indisse anche delle corse in onore della statua e prelevò dalle chiese candelabri ed altri arredi per decorare l'Ippodromo suscitando scandalo.
Per quanto attiene la politica estera, le fonti primarie imputano alla sua dissennatezza (2) la responsabilità di aver creato i presupposti per la ripresa del rovinoso conflitto con i bulgari. Alessandro si sarebbe rifiutato di pagare il tributo annuale concordato dal suo predecessore e avrebbe scacciato in malo modo l'ambasceria inviata da Simeone di Bulgaria. E' però probabile che Simeone non chiedesse soltanto il rispetto degli accordi presi ma pretendesse qualcosa di più – come il titolo di imperatore (tzar) dei Bulgari che gli verrà concesso in seguito – e che Alessandro non fu disposto a concedergli.
Sulle circostanze della sua morte esistono due versioni. Secondo la prima, riportata dalla cronaca di Simeone Logoteta (X sec.), Alessandro, dopo un lauto pranzo abbondantemente innaffiato di vino, nonostante il caldo, volle recarsi a giocare a polo nello tzycanisterion che si trovava all'interno del Sacro Palazzo e qui ebbe un colpo apoplettico a seguito del quale morì due giorni dopo, il 6 giugno 913. La Vita di Eutimio colloca invece la scena nel palco imperiale dell'Ippodromo dove l'imperatore, mentre commetteva gli atti sacrileghi sopra descritti, si sarebbe accasciato al suolo colpito dall'ira del Signore e condotto moribondo a Palazzo. Le sue esequie furono condotte in maniera sciatta e sbrigativa – il cadavere cadde fuori dalla bara e ne emanò un gran fetore – mentre l'aristocrazia non partecipò al corteo funebre che fu seguito solo da popolani. Prima di morire Alessandro nominò il Consiglio di reggenza che avrebbe governato durante la minore età del nipote Costantino e vi pose a capo il patriarca Nicola Mystikos.
Di lui resta un magnifico ritratto a figura intera nella chiesa di Santa Sofia, sia pure in una collocazione piuttosto appartata, analizzato nei dettagli qui.
Note:
(1) Michele III aveva fatto sposare la sua amante Eudocia Ingerina al suo parakoimomenos Basilio per poterla avere comodamente a disposizione a Palazzo senza destare scandalo. Essendo Alessandro l'unico dei tre figli maschi di Basilio ed Eudocia ad essere nato dopo la morte di Michele III (867) era anche l'unico ad essere sicuramente figlio di Basilio.
(2) La Cronaca del logoteta parla di “insensata follia” dell'imperatore.