Chiesa del Cristo Pephaneromenos
Circa 60 metri a nord dell' Incili Kosk (1), integrata nelle mura marittime che danno sul Mar di Marmara, spicca la facciata di un edificio che presenta un grande arco centrale, tamponato in un'epoca successiva lasciando aperti un ingresso e una finestra sovrastante entrambi coronati da un arco. L'arco centrale è fiancheggiato da due ingressi laterali.
a sn. i resti delle sostruzioni dell'Incili kiosk, a ds. la facciata dell'ipotetico edificio religioso inserita nelle mura marittime
La facciata si presenta movimentata da nicchie e decorazioni a mattone. All'interno lo spazio è suddiviso in una navata centrale separata dalle due laterali da due archi impostati su un pilastro centrale e due semipilastri addossati alle mura perimetrali.
L'edificio è stato a lungo identificato come parte del monastero di Cristo Filantropo, la ricerca attuale tende invece ad identificarlo con la chiesa del Cristo Soter Πεφανερωμένος (manifestato) (2) che compare nelle fonti solo molto tardi in età paleologa.
E' dibattuta anche la datazione dell'edificio. La presenza della muratura “a mattone arretrato”, in area costantinopolitana, secondo M.de Zulueta, dovrebbe indicare l'XI-XII secolo, mentre le variegate decorazioni a mattone somiglierebbero più a quelle della chiesa costantinopolitana del Cristo Pantepoptes (1096-1097) e della Nea Moni di Chios (1042-1055) - che fu comunque edificata quasi sicuramente da maestranze costantinopolitane - che non a quelle di età paleologa della chiesa meridionale di Costantino Lips (seconda metà del XIII sec.). Seguendo questa datazione l'autore, giunge ad ipotizzare che, originariamente, la struttura – anziché appartenere ad un edificio religioso - rappresentasse l'ingresso dal mare al palazzo dei Mangani, fatto aprire da Costantino IX Monomaco (1042-1055) e vistosamente ridotto di ampiezza in epoca paleologa per ragioni militari.
Note:
(1) L'Incili kosk (chiosco delle perle) fu fatto erigere dal Gran Visir Sinan Pasha tra il 1589 ed il 1591 come dono per il sultano Murad III. Demolito nel 1871 per far posto alla strada ferrata, ne rimangono visibili oggi solo le sottostrutture.
(2) L'epiteto "pephaneromenos" sarebbe dovuto al fatto che la chiesa fu eretta nel punto dove era miracolosamente apparsa un'immagine del Cristo (Stefano di Novgorod).
(3) E' stata anche ipotizzata l'esistenza di un secondo monastero dedicato al Cristo Filantropo, fondato da Irene Choumnaina nel 1307 - figlia di Niceforo Choumnas che fu per quindici anni mesazon di Andronico II - in cui identificare l'edificio inserito nelle mura del Mar di Marmara e in cui si sarebbe trovata la fonte miracolosa. Ma tutti i pellegrini russi che riferiscono di questo aghiasma lo collocano in prossimità di una chiesa dedicata al Cristo Salvatore e non aggiungono mai l'epiteto di “filantropo”, né parlano di un monastero. Oltracciò il typikon del monastero fondato da Irene Choumnaina – peraltro conservatosi in maniera frammentaria – presenta forti similitudini con quello del monastero di fondazione comnena, tali da far pensare che si tratti della stessa fondazione che fu restaurata e ristrutturata, anziché costruita ex novo, dalla figlia del mesazon di Andronico II.
Bibliografia:
N. Melvani, The duplication of the double monastery of Christ Philanthropos in Constantinople, Revue des études byzantines, Année 2016, 74, pp. 361-384
M.de Zulueta, A Grand Entrance or The Facade and Crypt of a Church in the Marmara Sea Walls at Istanbul?, Revue des études byzantines Année 2000, 58, pp. 253-267