Resti della chiesa di San Giovanni Battista in Collachium
Convertita in moschea dopo la caduta della città, la chiesa conventuale giovannita dedicata a San Giovanni Battista, costruita tra il 1310 ed il 1314 nel punto più alto del Collachium (1), nei pressi del Palazzo del Gran Maestro, fu completamente distrutta nel 1856, quando un fulmine colpì la santabarbara che i turchi avevano nascosto nei suoi sotterranei. Presentava una pianta basilicale a tre navate con copertura a capriate sulla nave e volte innervate da costoloni sul transetto e sull’abside.
Interno
da B.E. Rottiers, Description des Monumens de Rhodes, Bruxelles, 1828
Possiamo farcene un'idea grazie ai pochi resti ancora visibili e soprattutto alle incisioni realizzate dal viaggiatore belga Bernard Eugene Rottiers (2) che la visitò nel 1824 (B.E. Rottiers, Description des Monumens de Rhodes, Bruxelles, 1828). Sulla base di queste informazioni tra il 1924 ed il 1925 fu ricostruita nella città nuova su progetto degli architetti Florestano Di Fausto e Rodolfo Petracco.
Facciata occidentale
Chiesa di San Giovanni Battista, 1924-1925 (3)
Gran parte dei diciannove Gran Maestri e dei
dignitari che diressero l'Ordine giovannita durante il periodo
rodiota (1307-1522) furono tumulati nella chiesa di San Giovanni.
Nel 1876, dopo la distruzione della chiesa, il
conservatore del museo di Cluny riuscì ad acquistare alcuni
frammenti dei monumenti sepolcrali.
Deodato di Gozon (1356-1353): è stata recuperata la lastra
frontale di un sarcofago, a sinistra si notano le armi dell'Ordine, a
destra quelle del GM.
Pierre de Cornellian (1353-1355): il suo sarcofago di marmo bianco fu ritrovato, riconvertito in fontana, da Sommi Picenardi nel 1893 ed è oggi esposto nella corte dell'Ospedale nuovo dei cavalieri a Rodi (cfr. scheda Rodi città). Il coperchio originale (in loco si trova attualmente una copia), su cui è scolpita l'immagine del GM, fu invece venduto al Museo di Cluny nel 1876 dove ancora si trova.
Al centro dei due lati lunghi del
sarcofago sono scolpite le armi del GM (tre corvi in una banda
diagonale), fiancheggiate a destra e sinistra dalle armi dell'Ordine.
Roberto di Juilly (1374-1376): il suo sarcofago, riconvertito anch'esso dai turchi in fontana per le abluzioni, fu identificato da Rottiers nei pressi di una moschea. Fu acquistato anch'esso dal Museo di Cluny dove ancora si trova. Lungo il bordo inferiore sono visibili i fori praticati dai musulmani per applicarvi i rubinetti. Al centro le armi del GM, ai lati quelle dell'Ordine.
Jaques de Milly (1454-1461): nel Museo di Cluny si conserva la sua pietra tombale. La figura del GM è raffigurata in abiti conventuali e con in mano un rosario all'interno di una nicchia gotica.
Giovanni Battista Orsini (1467-1476): all'epoca della visita di Rottiers il suo sarcofago già non si trovava più nella chiesa ed era stato anch'esso trasformato in fontana come attestato dai tre formai praticati lungo il bordo inferiore. Sul lato lungo presenta a destra le armi del GM e a sinistra quelle dell'Ordine. Si trova attualmente nel Museo di Cluny.
Fabrizio del Carretto (1513-1521): fu l'ultimo GM ad essere
seppellito nella cattedrale rodiota. Rottiers trovò il suo sepolcro
praticamente intatto sotto i tappeti che lo ricoprivano e ne pubblicò
il seguente disegno schematico:
Ai quattro angoli della pietra tombale vera e propria si nota un teschio sovrapposto a due tibie incrociate che sembra essere la prima testimonianza di un simbolo che ricorrerà molto frequentemente nelle sepolture maltesi dei cavalieri del XVI e XVII sec.
Note:
(1) Il quartiere settentrionale della città riservato ai Cavalieri di San Giovanni.
(2) Il colonnello
Rottiers compì il suo viaggio in compagnia del disegnatore
Pierre-Joseph Witdoeck che
realizzò materialmente le incisioni.