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sabato 1 settembre 2018

La Nea Ekklesia, Costantinopoli

La Nea Ekklesia, Costantinopoli


Fu fatta edificare tra l'877 e l'880 (1) da Basilio I che ne diresse e supervisionò personalmente i lavori. La sua collocazione più probabile era poco ad est del Crisotriclinio, quasi a ridosso del muro che circondava il palazzo sul versante orientale, nel luogo dove si trovava il vecchio Tzicanisterion (2).
 
da Jean Ebersolt, Le grand palais de Constantinople et le livre des cérémonies, Paris, 1910
Nella pianta la Nea Ekklesia è indicata con il n.44 mentre lo Tzicanisterion con il n.45. Tra di essi si nota il viale sistemato a giardino detto Mesokepion.
 
Molte fonti concordano nel sostenere che diverse chiese costantinopolitane furono spogliate per fornire le tessere musive ed i marmi necessari alla decorazione della Nea che, nelle intenzioni del suo committente, doveva rivaleggiare e superare la stessa Santa Sofia segnando l'inizio di una nuova era (ambizione che si riflette anche nello stesso epiteto di Nea Ekklesia con cui divenne nota).
In questa chiesa nel 963 l'imperatore Niceforo II Foca sposò la vedova del suo predecessore Romano II, Teofano, e nel 1042 vi fu celebrato il matrimonio di Costantino Monomaco con l'imperatrice Zoe. Fu spogliata di gran parte dei suoi arredi durante il regno di Isacco II Angelo (1185-1195).
Durante l'occupazione latina svolse le funzioni di cappella palatina con la nuova dedica datale dai crociati di San Michele del Bucoleone. Sopravvissuta alla conquista ottomana ed utilizzata come polveriera fu completamente demolita nel 1490 a seguito di un'esplosione che l'aveva sventrata.
Era originariamente dedicata al Cristo, alla Teotokos, al profeta Elia, all'arcangelo Gabriele e a San Nicola.
La Nea Ekklesia doveva presentare una pianta a croce greca inscritta ed era coperta da cinque cupole (3). L'ipotesi più probabile è che, accanto alla cupola centrale, le altre quattro cupole si trovassero negli angoli dell'edificio a formare altrettante cappelle riservate al culto delle altre figure, oltre al Cristo, che compaiono nella dedicazione della chiesa (4). Una sistemazione molto simile si ritrova anche nella chiesa settentrionale del monastero di Costantino Lips di poco successiva alla Nea Ekklesia (venne consacrata nel 907) e che può essere considerata l'esempio ad essa più vicino.
La chiesa era inoltre preceduta da un atrio porticato al cui interno si trovavano due fontane in porfido. Il portico settentrionale e quello meridionale fiancheggiavano la chiesa e si prolungavano oltre il suo lato orientale lungo un ampio viale sistemato a giardino (Mesokepion) che conduceva al nuovo Tzicanisterion. Molto probablmente sorgeva su una terrazza sostenuta da sostruzioni. Il tratto architettonico innovativo introdotto dalla copertura a cinque cupole costituì un modello successivamente ampiamente ripreso dalla architettura religiosa bizantina.

Note:
(1) Fu consacrata dal patriarca Fozio il 1° maggio dell'880.
(2) Lo Tzicanisterion era un ampio spazio erboso all'interno del Gran Palazzo dove gli imperatori bizantini ed i loro cortigiani praticavano un gioco di origini persiane molto simile al polo.
(3) La fonte principale per ipotizzare una ricostruzione della Nea è la descrizione di essa contenuta nella Vita Basilii (il secondo libro della raccolta di scritti storici che va sotto il nome di Teofane continuato), secondo alcuni studiosi opera del nipote Costantino VII Porfirogenito.
(4) Nella ricostruzione ipotetica che compare nella pianta di Ebersolt utilizzata sopra per indicare la posizione della Nea, le quattro cupole appaiono invece disposte a coprire i quattro bracci della croce. E' però questa considerata un'ipotesi meno probabile.




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