chiesa di Nostra signora del castello (S.Maria del Castello, Panagia tou kastru, Enterum cami)
facciata ovest
Originariamente a pianta cruciforme e coperta da cupola risale al XI-XII sec. ma è stata fortemente rimaneggiata dai cavalieri e presenta oggi marcati lineamenti gotici.
Sotto il GM Hèlion de Villeneuve (1319-1346), come testimoniato dalla presenza delle sue armi e da quelle di papa Giovanni XXII nella parte più alta del santuario, fu infatti trasformata in basilica a tre navate con transetto, la cupola e le volte a botte furono sostituite da volte a crociera innervate da costoloni e assunse il ruolo di cattedrale del rito latino.
Molto probabilmente la ristrutturazione dei cavalieri fu conseguenza dei danni riportati dalla chiesa durante il terremoto del 1303, nel corso del quale la cupola era probabilmente collassata.
Le volte a crociera s'impostano sui pilastri centrali e sui muri perimetrali che furono rinforzati da contrafforti.
L'abside, poligonale all'esterno, appare all'interno semicircolare nella parte bassa per divenire semi-esagonale al di sopra del punto in cui s'imposta la volta. Esternamente ha l'aspetto di una torre rinforzata da contrafforti e merlatura quadrangolari.
Veduta interna dell'abside
Abside, esterno
La cornice rettangolare sopra l'ingresso occidentale conteneva un affresco di epoca più tarda raffigurante la Vergine tra Santi e uomini a cavallo.
Nella parte occidentale della navata centrale sono ancora visibili affreschi, quelli in migliori condizioni raffigurano S.Lucia - che richiama chiaramente la scuola senese del XIV sec. e fu probabilmente eseguito nel 1320 da un artista italiano - e Maria col Bambino che combina elementi bizantini e franchi
S.Lucia
Nel periodo ottomano la chiesa fu trasformata in moschea (Enterum cami) ma durante l'occupazione italiana le aggiunte turche – come il minareto o il portico che era stato addossato alla facciata occidentale – furono rimosse.
Ingresso lungo la navata settentrionale
Nella sua conformazione originaria la chiesa presentava una pianta a croce greca inscritta con due pilastri sporgenti sul lato absidale e due coppie di pilastri paralleli sul lato ovest su cui s'impostava la cupola centrale. Il santuario era tripartito da tre absidi poligonali.
L'asimmetria creata dai doppi pilastri sul lato ovest può essere dovuta alla necessità di costruire la chiesa sulle rovine di una preesistente che ne spiegherebbe anche l'accentuazione dell'asse longitudinale. Le navate laterali e le volte dei bracci nord e sud della croce non vennero comunque toccate dalla ritrutturazione dei cavalieri.
Oggi ospita il Museo bizantino in cui sono raccolti, tra gli altri, alcuni affreschi staccati dalla chiesa di S.Michele Arcangelo Tharri.
Nessun commento:
Posta un commento