facciata orientale
Chiesa settentrionale (Teotokos Panachrantos): eseguita per la committenza di Costantino Lips, drongario della flotta sotto Leone VI (886-912), fu consacrata nel 907 e dedicata alla Teotokos Panachrantos (Immacolata). Nel XIII sec. le venne addossato sul lato meridionale un altro edificio di culto.
Illustra chiaramente i caratteri dell'architettura del periodo medio e tardobizantino:
- Pianta a croce greca inscritta.
- Dimensioni ridotte (nucleo centrale di appena 10 m. di lato).
- Pareti alleggerite da trifore e finestroni.
- Tre absidi poligonali all'esterno.
- Nartece voltato a crociera e provvisto di galleria a cui si accede mediante un corpo scala addossato al suo lato meridionale.
- Gran parte del marmo utilizzato sembra esere materiale di spoglio proveniente da un cimitero romano di Cizico.
La chiesa settentrionale come appariva in origine
- Tra le chiese superstiti sembra essere la più simile alla perduta Nea Ekklesia che fu terminata nell'880: al di sopra dei pastoforia e delle due campate laterali del nartece, poggiano altrettante cappelle ricoperte da cupola che si elevavano al di sopra del tetto della chiesa dandole quell'aspetto a cinque cupole che caratterizzava il profilo della Nea.
- Comparsa di piastrelle smaltate come elemento decorativo di ispirazione islamica.
interno della chiesa settentrionale
Chiesa meridionale (S.Giovanni Battista): fu fatta edificare dall'imperatrice Teodora (1), moglie di Michele VIII Paleologo, nella seconda metà del XIII sec., in una data anteriore al 1282 (morte di Michele VIII), con l'intento di imitare il mausoleo dinastico dei Comneni (complesso del Pantokrator), come testimoniato dal gran numero di arcosoli presenti. Dopo la morte del marito, l'imperatrice si monacò prendendo il nome di Eugenia nel monastero da lei fondato dove morì e fu sepolta nel 1303.
Il nartece non si estende per tutta la larghezza della chiesa, per la presenza del corpo scala di quella adiacente ed è dotato di cupola.
Il nartece non si estende per tutta la larghezza della chiesa, per la presenza del corpo scala di quella adiacente ed è dotato di cupola.
La chiesa presenta un nucleo centrale delimitato da quattro pilastri di pietra che sostengono la cupola e tra cui si inseriscono tre coppie di colonne in modo che le navate laterali e la parte occidentale della chiesa formino un deambulatorio continuo.
Intorno al 1300 – probabilmente al fine di aumentare lo spazio per le sepolture - fu costruito un periambulatorio - o paraekklesion - che si estendeva lungo tutto il lato meridionale della chiesa di Teodora, andando a formare un nartece laterale, e lungo la facciata occidentale, andando a formare un esonartece comune ad entrambe le chiese. Cinque arcosoli vennero aperti nella parete meridionale del nartece laterale ed altri due nella parte sud della parete occidentale dell'esonartece.
Intorno al 1300 – probabilmente al fine di aumentare lo spazio per le sepolture - fu costruito un periambulatorio - o paraekklesion - che si estendeva lungo tutto il lato meridionale della chiesa di Teodora, andando a formare un nartece laterale, e lungo la facciata occidentale, andando a formare un esonartece comune ad entrambe le chiese. Cinque arcosoli vennero aperti nella parete meridionale del nartece laterale ed altri due nella parte sud della parete occidentale dell'esonartece.
lati ovest e sud, con il paraekklesion costruito in forma
di esonartece nel 1300 circa per ospitare nuove sepolture.
Da notare: all'esterno il raffronto tra la ricca decorazione delle absidi della chiesa di Teodora e la semplicità di quelle della chiesa di Lips.
Abside mediana: due teorie di arcate cieche, inframmezzate da una fascia decorativa in laterizi. Al di sopra della prima teoria di arcate, nuova fascia decorativa che culmina con un fregio di arcatelle acuminate d'ispirazione islamica.
abside della chiesa meridionale
Sepolture: nella chiesa meridionale sono state rinvenute dodici tombe e due ossari; sei nel nartece laterale. Risalgono tutte al periodo bizantino e sono state aperte e richiuse riempiendole di detriti in epoca ottomana.
Dalle fonti scritte sappiamo che qui furono sepolti:
1. Eudocia, terza figlia di
Teodora e Michele VIII e moglie di Giovanni II Comneno, imperatore di Trebisonda,
che morì tra il 1297 ed il 1304. La sua tomba dovrebbe essere quella
al capo occidentale della navata meridionale.
2. Teodora, che morì nel
1304.
3. Eudocia Angelina, madre
di Teodora. Probabilmente sepolta accanto a Teodora in due tombe
contigue lungo la parete esterna della navata meridionale.
4. Adelaide (Irene) di
Brunswick, prima moglie di Andronico III Paleologo, morta nel 1324.
La sua sepoltura non è stata identificata.
5. Andronico II Paleologo,
morto nel 1332. Dovrebbe essere l'unica sepoltura presente nella
parete nord, di fronte alle tombe di Teodora e della madre.
6. Anna di Russia, prima
moglie di Giovanni VIII, morta durante l'epidemia di peste del 1418. Anche questa sepoltura non è stata individuata.
7. Costantino Paleologo porfirogenito (cfr. Tekfur Saray nota 1), figlio di Michele VIII e Teodora che morì nel 1306.
opus sectile raffigurante Sant'Eudocia ritrovato all'interno
del complesso (oggi al Museo archeologico).
Macridy identifica la santa
raffigurata con l'imperatrice Atenaide-Eudocia, moglie di Teodosio II
(408-450). Gerstel, osservando che Atenaide-Eudocia viene sempre
ricordata con il suo titolo imperiale e mai come santa nonché,
essendo morta e sepolta a Gerusalemme, difficilmente avrebbe dato
origine ad un culto nella capitale, propende invece per identificarla
con Eudocia Baiana, la terza moglie di Leone VI (886-912), morta nel
901 e sepolta nel mausoleo imperiale dei SS.Apostoli.
L'icona fu ritrovata inserita
capovolta nella ricostruzione del tetto della chiesa settentrionale effettuata nel XVII secolo.
Dal momento che la sua superficie si presenta lievemente concava,
Mango e Hawkins ipotizzano che appartenesse originariamente alla
decorazione della parte inferiore dell'abside. Gerstel, che ne attribuisce la committenza a Leone VI, ipotizza che si trovasse già in situ al momento dell'inaugurazione della chiesa nel 907. Gerstel ipotizza infatti che - essendo il terzo matrimonio proibito dalla Chiesa - l'imperatore non se la sentì di onorare la memoria della moglie fondando una chiesa a lei dedicata come aveva fatto per le altre due (Teofano Martinike e Zoe Zaoutzaina), ma preferì optare per una santificazione più privata.
Il complesso fu convertito in moschea da Alaeddin Alì Fenari sul finire del XV secolo, epoca a cui risale l'aggiunta del minareto. Nel 1633 fu gravemente danneggiata da un violento incendio che coinvolse l'intero quartiere e fu fatta restaurare tre anni dopo dal Gran Visir Bayram Pasha. Andò nuovamente a fuoco nel 1917 e, dopo essere stato abbandonato per cinquant'anni, fu restaurato e riaperto al culto alla fine degli anni '70.
Note:
(1) Il suo nome completo era Teodora Doukaina Vatatzaina ed era figlia di Giovanni Vatatzes, fratello dell' imperatore niceno Giovanni III Doukas Vatatzes (1222-1254), e di Eudocia Angelina.
Il complesso fu convertito in moschea da Alaeddin Alì Fenari sul finire del XV secolo, epoca a cui risale l'aggiunta del minareto. Nel 1633 fu gravemente danneggiata da un violento incendio che coinvolse l'intero quartiere e fu fatta restaurare tre anni dopo dal Gran Visir Bayram Pasha. Andò nuovamente a fuoco nel 1917 e, dopo essere stato abbandonato per cinquant'anni, fu restaurato e riaperto al culto alla fine degli anni '70.
Note:
(1) Il suo nome completo era Teodora Doukaina Vatatzaina ed era figlia di Giovanni Vatatzes, fratello dell' imperatore niceno Giovanni III Doukas Vatatzes (1222-1254), e di Eudocia Angelina.
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