Visualizzazioni totali

lunedì 23 aprile 2018

chiesa del Cristo Pantepoptes

chiesa del Cristo Pantepoptes (Eski Imaret Cami)


La chiesa del Cristo Pantepoptes (letteralmente =che tutto osserva) fu fatta edificare da Anna Dalassena (1), madre di Alessio I Comneno, poco dopo l'ascesa al trono di questi (1081), come katholikon dell'omonimo monastero dove si ritirò a vita monastica - probabilmente tra il 1096 e il 1097 - e dove morì e fu sepolta (1100-1102).
La chiesa sorge sul quarto colle di Costantinopoli da cui domina il Corno d'oro. Durante l'assedio crociato Alessio V Murzuflo pose qui il suo quartier generale per sorvegliare i movimenti della flotta veneziana.
Durante l'occupazione latina fu affidato ai benedettini di S.Giorgio Maggiore di Venezia che lo spogliarono di tutti gli arredi e le reliquie.
Dopo la conquista parte del monastero del Pantepoptes venne trasformata in mensa dei poveri e annessa al complesso della moschea Fatih. Imaret (letteralmente: cucina della minestra) era uno dei nomi utilizzati per indicare queste cucine pubbliche, Eski Imaret Cami significa quindi semplicemente moschea dell'antica cucina.

Lato meridionale
 
Esternamente presenta una muratura del tipo a mattone arretrato (i filari di mattoni sono disposti su piani sfalsati, mascherando i filari più arretrati con lisciature di malta, introdotta per la prima volta in età comnena). In vari punti della muratura si osserva la presenza di motivi decorativi in mattoni più o meno complessi: una croce greca inscritta in una rondella, che ricorre più volte, fasci di decorazione a meandri o a spina di pesce.

 

L'abside centrale, aggettante e poligonale all'esterno, è traforato da tre alte finestre al di sopra delle quali si aprono altrettante nicchie che hanno la funzione di alleggerire la costruzione.
Purtroppo una visione completa dell'edificio dall'esterno è impedita dall'addossamento di nuove costruzioni lungo il lato settentrionale e parte della facciata occidentale.
 
All'interno: presenta una pianta a croce greca inscritta con una cupola che originariamente poggiava su quattro colonne, sostituite durante il periodo turco da altrettanti pilastri ottogonali, abside (rimaneggiata in epoca ottomana) fiancheggiata dai pastoforia – che presentano una curiosa pianta trilobata - nartece ed esonartece. La cupola s'imposta su un tamburo dodecagonale ed è percorsa da nervature. Sul tamburo si aprono dodici finestre esternamente separate da colonnette.
 
 
Un recente restauro ha dimostrato che l'esonartece era originariamente un portico aperto (costruito poco dopo l'edificio originale), l'aspetto attuale - in cui è sormontato da una galleria che si apre con un tribelon verso il naos – è probabilmente frutto di un rifacimento di epoca paleologa (2). Appare diviso in tre campate, quella centrale sormontata da cupoletta, quelle laterali coperte da volte a crociera.

Lato ovest

Di particolare interesse è la galleria da cui si accede a due stanze che si trovano al di sopra delle campate occidentali del naos, ad un livello più alto della galleria stessa, mentre questa terminava a sud e a nord con delle aperture che forse comunicavano con scale esterne. E' probabile che questi accessi fossero riservati alla fondatrice.
Della decorazione interna originale, non rimane quasi nulla se non alcune modanature in marmo, cornici e telai di porte.

Il santuario in cui è stato ricavato il mihrab


Note:

(1) E' stato osservato che l'epiteto di pantepoptes, piuttosto inusuale riferito al Cristo, molto meglio si adatterebbe al ruolo di eminenza grigia svolto dalla Dalassena nel determinare le fortune politiche della famiglia dei Comneni.
 
(2) La chiesa poggia su una sottostruttura formata dal soffitto voltato a botte di una cisterna sottostante che manca in corrispondenza dell'esonartece a confermarne la costruzione in epoca più tarda.


Nessun commento:

Posta un commento