La datazione ad oggi considerata più corretta per i castra albana li fa risalire a Settimio Severo (193-211) che, non appena divenuto imperatore dopo una violenta guerra civile, pensò di sciogliere temporaneamente la guardia pretoriana e di acquartierare vicino a Roma per la sua sicurezza personale e politica la Legio II Parthica (vedi scheda), unità da egli stesso creata nel 197 per la campagna contro i Parti del 195-198.
I castra si presentano come un grande rettangolo fortificato, dotato di quattro porte (praetoria, decumana, principalis sinixtra e principalis dextra), con gli angolo arrotondati e rinforzati da torrette circolari.
Il perimetro della cerchia muraria è di 1334 metri: il lato nord-ovest misura 434 metri, mentre il parallelo lato sud-est misura 437 metri, ed i lati corti misurano 224 metri quello a nord-est e 239 quello a sud-ovest. L'area complessiva si aggira di conseguenza sui 95.000 metri quadrati e si sviluppa su un terreno in forte pendenza (circa 40 metri di dislivello).
Lato NE:
il tratto del muro romano meglio conservato – lungo circa 50 m. - è
quello che attualmente funge da divisione tra le proprietà del
seminario vescovile e dei Missionari del Preziosissimo Sangue che
reggono la chiesa di San Paolo.
Appare particolarmente robusto perchè
doveva contenere la spinta del terrapieno esterno. Non c'è traccia
invece della Porta decumana
che doveva aprirsi a metà di questo tratto.
Proseguendo verso sud,
all'angolo con via Castro Partico, si nota l'angolo arrotondato del
muro romano, ancora visibile, che non presenta segni della presenza
di una torretta circolare, ma solo di una disposizione dei blocchi di
peperino più accurata.
Lato SE: scendendo
lungo la via Castro Partico, ad una sessantina di metri dall'angolo
arrotondato, il muro ingloba una torretta di guardia rettangolare
adibita attualmente ad uso colonico. Sporge di circa 40 cm.
all'esterno del muro ed è alta 8 m. ma, non essendovi traccia di
cresta o di una finestra si può supporre che in origine fosse più
alta.
Circa duecento metri
più a valle si trovano i resti della
porta principalis sinixtra, l'unica delle
due portae principales
di cui ad oggi siano visibili resti.
Porta principalis sinixtra
Consta di un unico fornice dove
i conci si riuniscono ad incastro con i blocchi orizzontali del muro:
è larga 3.85 metri e non si trovano tracce di torrette di guardia ai
suoi lati. A valle della porta non è più possibile riconoscere
alcuna traccia del muro.
Lato SO: i resti più
evidenti sono quelli relativi alla Porta Praetoria. Situata
al centro del muro, la porta era inglobata in un edificio moderno
fino a che il devastante bombardamento aereo anglo-americano del
febbraio 1944 non permise la "liberazione" del monumento
romano.
Porta Praetoria, lato esterno
La porta consta di
tre fornici e due ambienti laterali a base quadrata, supposti essere
altrettante torri di guardia.
La Porta
praetoria affacciava sulla via Appia, il
cui tracciato correva sotto l'attuale corso Matteotti.
Porta Praetoria, lato interno (fornice e torre di guardia di sinistra)
Porta Praetoria, planimetria attuale
Da via San Pancrazio si
accede ai resti dell'unica torretta di guardia circolare ben
conservata, situata 3.40 metri sotto l'attuale piano di calpestìo di
via Alcide de Gasperi. In realtà l'edificio si presenta di
problematica decifrazione: la volta dell'unica stanza è situata solo
1.60 metri sopra il piano dell'intervallum
(la strada che girava attorno alle mura dall'interno), ed
anche ammettendo che esistesse un secondo piano, la torre non avrebbe
raggiunto un'altezza plausibile per essere una torre di guardia. La
conclusione è pertanto che questa sia una costruzione speciale,
simmetrica forse solo alla torre dell'angolo sud-est oggi perduta.
Lato NO:
la maggior parte del muro di questo lato dopo la summenzionata
torretta circolare è interrata sotto alla case moderne: si può
intuire il sito della porta principalis
dextra, situato in un cortile interno su
via don Giovanni Minzoni.
I castra
albana rimasero in uso come quartier
generale della Legio II Parthica fino al suo scioglimento da parte di
Costantino il grande dopo la battaglia di Ponte Milvio (ottobre 312).
Durante la guerra greco-gotica Albano viene indicata da Procopio (De
bello gothico, I, 14; II, 4 e 7) come uno
dei presidi della cerchia posta da Belisario a difesa di Roma nonchè
al controllo della via Appia che costituiva la principale arteria di
comunicazione con l'Italia meridionale. E' presumibile che a
quest'epoca la popolazione risiedesse ancora all'interno dei castra
mentre molti indizi suggeriscono che in epoca altomedievale questa si
sia trasferita sul lato opposto della via Appia, abbandonando i castra
e sfruttando le rovine delle terme di Cellomaio per costituire una
nuova cinta difensiva.
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