Abside
Della chiesa di San Michele in foro - così detta perché, prima che fosse costruito l'isolato con la Torre dell'orologio (XVI sec), affacciava con il suo prospetto principale sul foro cittadino (l'odierna Piazza Tre Martiri) - è attualmente visibile solo l'esterno dell'abside poligonale, sulla quale si distingue il succedersi nel tempo di diversi interventi: vi si trovano, benché murate o parzialmente cancellate, quattro grandi finestre e gli archetti pensili che le sormontano. È evidente, nella parte bassa della struttura, il richiamo alle costruzioni ravennati del VI secolo nella tecnica, nella pianta dell'edificio e in alcuni elementi reimpiegati (sono visibili i tubi fittili impiegati nella costruzione delle volte degli edifici religiosi nel territorio ravennate). Più difficile valutare i diversi successivi interventi anche a causa degli sconvolgimenti della struttura interna e della mancanza di un intervento strutturale complessivo.
Ai lati dell'abside sono collocate delle iscrizioni frammentarie ritrovate nel sito e nelle sue vicinanze, evidente reimpiego dal vicino teatro romano.
Transetto
Nonostante la scarsità di fonti, l'edificio deve essere uno tra i più antichi edifici di culto riminese, posizionato a ridosso del foro della città. Esso è ubicato al centro di un'area particolarmente interessata dalla devozione locale: entro il X secolo infatti a pochi metri a nord e a sud sorsero altre chiese, rispettivamente S. Giorgio in Foro e S. Innocenza, abbattuta nel 1919 e il cui perimetro è stato evidenziato nei più recenti lavori di riqualificazione della zona.
La chiesa di S. Michele ebbe particolare fortuna tra XII e XIV secolo
quando appartenne all'Ordine dei Templari prima e poi – dopo il
1312 – a quello giovannita. La chiesa rimase di proprietà
dell'Ordine fino alla sua sconsacrazione nel 1809 quando fu ceduta a
privati ed adibita a granaio e quindi a magazzino per il vino.
Agli inizi del XIX secolo l’edificio
venne disegnato dal Cav. Seraux D’Agincourt e pubblicato nella sua
"Histoire de l'art par les monuments", TAV. LXXIII, n.6
(1811), e datato al V secolo come uno dei primi esempi noti di chiesa
a croce latina. Si nota in particolare come nel disegno del
D’Agincourt, i bracci del transetto siano separati rispetto alla
navata da pareti.Entrando invece in un cortile condominiale posto sul retro del vicolo è possibile osservare la zona absidale e la parte terminale del transetto.
L’abside, vagamente semicircolare, è tuttavia esternamente suddivisa in cinque settori da altrettante lesene.In parte i settori dell’abside sono ancora intonacati in rosso e in blu: l’intonaco pare essere piuttosto antico, forse non successivo al XVII secolo.
La finestre che attualmente si aprono a destra dell’abside sono certamente recenti, mentre tra esse si notano i resti di una più antica, piuttosto strombata, posta all’estremo margine dell’abside e quindi pressoché allineata alla navata, perciò da essa quasi invisibile.
Interessante appare la parte terminale del transetto sinistro che mostra un grande arco tamponato in antico ed una finestra a tutto sesto anch’essa tamponata.
Poiché si notano mattoni sbrecciati ai margini dell’apertura nonché fondazioni di muri sporgenti e curvi che partono dalla base dell’apertura stessa, Carlo Valdameri (I resti della chiesa di San Michelino in foro di Rimini, osservazioni, ipotesi) ha avanzato l' ipotesi che dai due bracci dei transetti originariamente sporgessero altrettante absidiole.
In questo caso non ci si troverebbe in
presenza di un edificio impostato a croce latina, almeno nel senso
che in generale si attribuisce a questa definizione. Ci si troverebbe
altresì davanti ad una chiesa a navata unica, con ai lati due
piccole cappelle (protesis e diakonikon) separate dalla navata - vedi
la pianta disegnata da D’Agincourt. Questi potrebbe essere stato
tratto in inganno da un allungamento della nave operato in epoca
successiva su un originario impianto a croce greca simile a quello
del mausoleo di Galla Placidia.
All'interno si nota la distruzione
della cupola (forse impostata su pennacchi piani), avvenuta nel
dopoguerra, nonché le numerose alterazioni delle strutture che sono
state adattate ad uso civile.
All’ultimo
quarto del XIII secolo va ricondotta (F.Zeri) anche l’unica
decorazione parietale ancora conservata nella chiesa: una pittura
murale raffigurante una santa dipinta nell’abside.
L’immagine riaffiorata qualche anno
fa mostra i segni della martellatura e dal punto di vista
iconografico rappresenta un piccolo enigma. Infatti, la figura sembra
stringere nella mano destra una pietra, un attributo che
potrebbe suggerirne l’identificazione con Emerenziana, una delle
compagne di Agnese che venne appunto lapidata. Altre identificazioni
proposte sono quelle con S.Elisabetta d'Ungheria (C.Valdameri) e con
una Madonna Annunciata (G.Rimondini e A.Peroni, secondo questa
interpretazione la figura femminile avrebbe in mano non una pietra ma
la matassa di filo con cui Maria tessette il velo del Tempio,
Protovangelo di Giacomo X,2)*.
La
pittura murale, al di là delle valutazioni di ordine qualitativo, si
configura come una testimonianza di notevole importanza proprio per
la rarità delle opere superstiti di sicura committenza templare.- Carlo Valdameri, La chiesa di San Michelino in Foro a Rimini. L'Histoire de l'art per les monuments di J. B. Seroux D'Agincourt e la tradizione della pianta a croce latina in Parola e tempo, 13/2014, Annuale dell'Istituto Superiore Scienze Religiose A. Marvelli, Diocesi di Rimini, Pazzini Editore, pp. 325 - 343.
Salve Sig.Nardone 😊 ho appena letto il link sulla chiesa di San Michelino in Foro di Rimini e pensavo di fare ulteriori ricerche per mio prossimo esame di architettura cristiana,cortesemente mi potrebbe dare qualche altra informazione? Gräzie, Stefania Sinicropi
RispondiEliminaMi spiace, ma tutte le informazioni che possiedo sono in questa scheda. Anzi, se dovesse raccogliere altro materiale, sarei felice di pubblicarlo a suo nome.
EliminaSalve.
RispondiEliminaSegnalo questa cosa, da me pubblicata qualche anno fa:https://www.academia.edu/21832688/La_chiesa_di_San_Michelino_in_Foro_a_Rimini._LHistoire_de_lart_per_les_monuments_di_J._B._Seroux_DAgincourt_e_la_tradizione_della_pianta_a_croce_latina._Parola_e_tempo_13_2014_Annuale_dellIstituto_Superiore_Scienze_Religiose_A._Marvelli_._Diocesi_di_Rimini_Pazzini_Editore_pp._325_-_343
Carlo Valdameri
Un tuo articolo (che presumo essere un estratto di quello che segnali)era cmq già citato e linkato nel testo. Ho inserito questo nella bibliografia. Ti ringrazio molto per l'intervento.
Elimina...qualora la cosa fosse di qualche interesse:
RispondiEliminahttps://www.academia.edu/37973043/I_disegni_inediti_di_S._Michelino_in_Foro._Ariminum_6_2018_pp._24_-_26