Nel giugno del 538 Belisario mosse da
Roma con il grosso dell'esercito e cominciò a risalire molto
lentamente verso settentrione, fermandosi ad espugnare le piazzeforti
nemiche che non voleva lasciarsi alle spalle. Quasi
contemporaneamente sbarcò nel Piceno un contingente di 7000 uomini
al comando dell'eunuco Narsete, fedelissimo di Giustiniano, nonché
amico personale di Giovanni che, contro l'ordine del generalissimo di
ritirarsi, aveva continuato a tenere Rimini finendo assediato dai
Goti.
I contrasti di vedute tra Belisario ed
i suoi generali determinarono un rallentamento delle operazioni che,
nel marzo 539, causò la caduta e la distruzione di Milano (1) che
non fu raggiunta in tempo dai rinforzi inviati da Belisario. Questo
disastro convinse Giustiniano a richiamare Narsete a Costantinopoli
riconfermando a Belisario il comando assoluto nella condotta della
guerra.
Sul finire del 539, stabilito in
qualche modo il controllo delle regioni cispadane, Belisario cinse
d'assedio Ravenna, dove si era asserragliato Vitige.
Secondo la Andreescu-Treadgold (1994) nelle fattezze di questo personaggio raffigurato alle spalle di Giustiniano nel mosaico della basilica di San Vitale (547) sarebbe ritratto Giovanni, il generale bizantino rivale di Belisario.
Mentre era in corso l'assedio, giunsero da Costantinopoli i legati di Giustiniano, Domnico e Massimino, con la seguente offerta di pace: Vitige avrebbe potuto conservare la metà del tesoro reale e le regioni a nord del Po, lasciando all'imperatore quelle a sud di esso.
Belisario si rifiutò di sottoscrivere questa proposta ed i Goti rifiutarono di aderire ad un accordo che non fosse controfirmato dal generalissimo. Si avviò quindi una trattativa segreta in cui i Goti, stremati dalla carestia, offrirono a Belisario il trono d'Occidente. Belisario finse di accettare e nel maggio 540 gli furono aperte le porte della città.
Note:
(1) Nell'inverno del 537, mentre era ancora assediato a Roma ma vigeva la tregua di tre mesi firmata con Vitige, Belisario, in risposta ad un invito del vescovo di Milano Dazio, aveva fatto partire da Porto un contingente di un migliaio di uomini che, sbarcati in Liguria, si era impadronito di quasi tutta la regione transpadana, Milano compresa, pressochè senza incontrare resistenza. Vitige reagì assediando Milano, difesa da una guarnigione al comando di Mundila, con l'aiuto di 10.000 burgundi segretamente inviati dal re franco Teodeberto formalmente alleato di Giustiniano.
(precedente) (successivo)
Nessun commento:
Posta un commento