Il nome le deriva dalla presenza nelle vicinanze di botteghe di calderai come per la chiesa omonima di Costantinopoli.
Fu costruita nel 1028 da Cristoforo Burgaris, protospatario e catapano della Longobardia, insieme alla moglie Maria ed al figlio Niceforo, come recita l'inscrizione sull'architrave dell'ingresso principale (ripetuta anche sull'arco trionfale).
Durante la dominazione ottomana fu convertita in moschea con il nome di Kazancilar cami (moschea dei calderai) che ribadiva la denominazione di epoca bizantina. Dopo la liberazione fu restituita al culto ortodosso e furono rimosse le addizioni realizzate in epoca ottomana.
Prospetto meridionale
Architettura: la chiesa è del tipo a croce greca inscritta con cupola su quattro colonne, sopravanzata da un nartece a due piani sormantato da due cupole alle estremità. Agli angoli della croce si formano quattro piccoli ambienti quadrati voltati a croce. L'abside è semicircolare all'interno e poligonale all'esterno ed è affiancato dai pastoforia. Una peculiarità è rappresentata dall'interposizione tra il braccio est della croce e l'abside di una volta a botte più bassa.
Sulla parete settentrionale del naos anzichè nel nartece dove usualmente venivano collocate le sepolture - si trova l'arcosolio in cui è sepolto il fondatore che aggetta dal muro come una struttura rettangolare.
All'esterno la chiesa presenta la muratura a mattone arretrato, caratteristica dell'epoca comnena ed è variamente articolata. Le cupole, gli archi e i frontoni sono enfatizzati da bande dentellate; finestre di vario tipo, nicchie, semicolonne in mattoni di vari diametri contribuiscono a movimentare ulteriormente l'esterno. Sulla facciata sud sono conservate alcune piastrelle di ceramica invetriata, decorate con motivi d'inspirazione islamica, che originariamente formavano un fregio.
Prospetto occidentale
Affreschi: appartengono a due diverse epoche:
periodo comneno (coevi alla fondazione della chiesa):
1. Abside: nel catino la Vergine tra due arcangeli; al di sotto i quattro vescovi Gregorio (di Armenia, di Nissa, il Taumaturgo e di Agrigento); ancora al di sotto i quattro santi anargiroi (anargiroi=senza argento, medici che rifiutavano di essere pagati per curare i poveri).
Sulle pareti laterali, la Comunione degli Apostoli, con l'offerta del pane sulla parete destra (4) e quella del vino su quella sinistra (6) - primo esempio datato di introduzione nel programma absidale di questo tema iconografico - e, al centro della volta, una croce in un cerchio di luce.
La Comunione degli Apostoli (4)
2. Cupola: l'Ascensione di Cristo (15). Tra le finestre del tamburo, figure di profeti.
L'inusuale collocazione dell'Ascensione nella cupola, dove è solitamente raffigurato il Cristo Pantokrator, escatologicamente legata al tema della resurrezione, insieme all'altrettanto inusuale collocazione della tomba del fondatore, fanno pensare ad una destinazione originaria della chiesa come cappella funeraria.
3. Volta est della crociera: Pentecoste (11).
4. Volta sud: Natività (12) nella sezione est, Presentazione di Gesù al tempio (14) in quella ovest e l' Adorazione dei Magi (13) nel timpano sud (il programma iconografico prevedeva l'illustrazione delle dodici grandi feste cristiane).
5. Parete est del nartece: Giudizio universale (anche in questo caso si tratta del primo esempio datato).
La rappresentazione del
Giudizio universale vero e proprio occupa l'intera parete orientale
del nartece.
Al centro, in corrispondenza
della porta reale ed al di sotto di una fascia che corre lungo tutta
la parete ed in cui sono raffigurate le schiere angeliche, il Cristo
giudice assiso sul trono con le braccia aperte. Ai lati del Cristo
due angeli in preghiera e alle loro spalle la Vergine e S.Giovanni
Battista. Più in basso 2 serafini e 2 cherubini e
inginocchiati ai piedi del trono i Progenitori. Ai lati di questa
scena centrale si dispongono gli apostoli in due gruppi di sei,
seduti, sostengono con la sinistra il libro che tengono sulle
ginocchia mentre levano la destra nel gesto della benedizione. In
basso, dai piedi del trono sgorga il fiume che, piegando verso destra
lungo l'arco della porta reale, va ad alimentare le fiamme
dell'inferno verso cui un'angelo sospinge i dannati. A sinistra della
porta reale dovevano invece essere raffigurati gli eletti ma qui la
pittura è quasi completamente scomparsa.
Giudizio universale
Molto danneggiati sono anche
gli affreschi della parete occidentale del nartece. Al centro, al di
sopra della porta d'ingresso, era rappresentato l'ingresso degli
eletti al Paradiso (al centro la porta guardata da un cherubino, a
sinistra rimangono la testa della Vergine e quella di una figura
maschile - probabilmente il buon ladrone – che impugna una croce
astile a doppia traversa, a destra della porta un angelo guida il
corteo degli eletti). Sul pilastro settentrionale è
raffiguratol'angelo che srotola la volta celeste (Apocalisse, VI,14)
ed in quello meridionale (in continuazione con il Paradiso) Abramo
con in grembo Lazzaro. Nella sezione settentrionale della parete è
raffigurata la personificazione della Terra ed in quella meridionale
quella del Mare.
periodo paleologo (prima metà del XIV sec.):
1. Parete ovest del naos: rimangono tre stanze delle ventiquattro dell'Akathistos Hymnos.
2. Sopra la porta sud del nartece: Fuga in Egitto.
3. Pilastro sud del nartece: Presentazione di Gesù.
Grande simbolo superstite dell'architettura ecclesiastica bizantina. Ti accoglie in un'abbraccio, tant'è il raccoglimento ed il calore che si prova al suo interno.
RispondiEliminaspero che possa essere restaurata per essere tramandata ai posteri