Visualizzazioni totali

mercoledì 25 aprile 2012

Complesso della Teotokos Peribleptos, Costantinopoli

Complesso della Teotokos Peribleptos (Sulu Manastir)


Fu fatto edificare da Romano III Argiro (1028-1034) originariamente come chiesa, con l'ambizione di rivaleggiare con S.Sofia, e quindi progressivamente ampliato in complesso monastico. Curiosamente l'aggettivo "peribleptos", che andava riferito all'intero complesso con il significato di "visibile tutto intorno", riferito alla Vergine, le conferisce un titolo assurdamente profano paragonabile al nostro "spettabile".

resti delle sostruzioni

Descrizione: l'unica descrizione disponibile è quella di Clavijo (1403) (1) che la descrive come una chiesa a pianta centrale con una cupola riccamente decorata a mosaico. Nel nartece descrive un mosaico con la Vergine tra Romano III e l'imperatrice Zoe al di sotto del quale erano raffigurate trenta città e castelli che costituivano i possedimenti del monastero. All'interno, in diaspro rosso ma spogliate delle decorazioni asportate durante l'occupazione latina, le tombe di Romano III Argiro e di Niceforo III Botaniate, qui ritiratosi a vita monastica dopo essere stato deposto dai Comneni (4 aprile 1081) e decedutovi pochi mesi dopo.
Dopo la caduta di Costantinopoli, rimase greca fino alla metà del XVII sec., quando il sultano Ibrahim (1640-1648) decise di donarla alla sua favorita armena, detta Sekerparce ("zolletta di zucchero") per la sua grassezza. Rimase sede del Patriarcato armeno fino al 1643-1644, quando questo fu trasferito a Kumkapi.
Fu completamente distrutta da un incendio nel 1872. Al suo posto fu costruita la chiesa armena di S.Giorgio in Psamathia.
Si possono vedere solo alcuni resti dell'antico edificio e le possenti sostruzioni che lo sostenevano e da cui è stato possibile ricostruirne la pianta come quella di una chiesa a croce greca inscritta che racchiudeva una fonte sacra ancora oggi funzionante nel monastero armeno.




Note:

(1) Ruy Gonzalez de Clavijo, diplomatico castigliano, fu inviato da Enrico III di Castiglia in missione a Samarcanda, alla corte di Tamerlano. Scrisse il suo racconto di viaggio dopo il ritorno in patria, tra il 1406 e il 1412. 

1 commento:

  1. ...le genti si radunavano, il feretro del defunto fu innalzato,
    scortavano il sovrano lungo la città, gli ottimati.
    Ma dopo che giunsero al tempio della Perìbleptos,
    laggiù seppellirono il corpo dell'illustre imperatore,
    e si recarono dal nuovo imperatore, dimenticandosi di Romano
    (Cristoforo Mitileneo, Versi per la tomba dell'imperatore Romano, vv. 28-32)

    RispondiElimina