Katholikon dell'omonimo monastero, fu fatta edificare nel 1426 da Giovanni Francopoulos, primo ministro (mesazon) del Despotato, menzionato più volte come fondatore in iscrizioni all'interno e all'esterno della chiesa, e rappresenta forse una delle ultime architetture bizantine.
La pianta della chiesa è del tipo di Mistrà: nella parte inferiore è una basilica a 3 navate che in quella superiore si trasforma in una chiesa a croce greca inscritta con copertura a cinque cupole.
facciata absidale
Le absidi, come nell'Aphendikò, sono molto alte ma si distinguono per la decorazione esterna chiaramente goticheggiante. La fascia mediana è scandita dall'alternarsi di finestre aperte e cieche inquadrate da archi gotici sormontati da un motivo decorativo a fogliame, lo stesso tema è ripreso nella fascia superiore, più stretta e con meno finestre, dove però manca il motivo decorativo.
portico settentrionale
portico settentrionale
Sui lati nord e ovest è fiancheggiata da due portici (le arcate di quello lungo il lato occidentale sono però state chiuse in epoca successiva) mentre la muratura a castone è utilizzata per sottolineare i principali elementi architettonici (pilastri, arcate, tamburi).
campanile e facciata occidentale
L'influenza occidentale – è stato in proposito ipotizzato un intervento diretto di Cleofe Malatesta, la moglie del despota Teodoro II Paleologo, nel disegno dei portici – è ancora più evidente nell'alto campanile, interamente costruito in opera a castone mentre le sue trifore sono inscritte in un grande arco gotico a sesto acuto. Su due lati presenta delle aperture a trifoglio entro una cornice circolare mentre il tetto della cupola è fiancheggiato da quattro torrette. Il campanile entra comunque a far parte integrante dell'edificio svolgendo la funzione di raccordo tra i due porticati.
Decorazione interna
Decorazione interna
Gli affreschi originari, databili al 1430, sono abbastanza ben conservati nei bracci della croce ed al piano superiore mentre al pianterreno si trovano pitture della fine del XVII secolo; a questo livello l'unico elemento superstite della decorazione originaria è il ritratto di S.Maria egiziaca.
Nelle volte dei bracci della croce sono rappresentate le Grandi Feste mentre nel catino absidale è rappresentata la Vergine Platytera ( platyra tou ouranon= più ampia dei cieli, perché porta in grembo il Salvatore) tra i due arcangeli, nel registro inferiore, alle estremità laterali dell'abside sono rappresentati Gioacchino e Anna. Nella volta del bema l' Ascensione.
S.Maria egiziaca
Nelle volte dei bracci della croce sono rappresentate le Grandi Feste mentre nel catino absidale è rappresentata la Vergine Platytera ( platyra tou ouranon= più ampia dei cieli, perché porta in grembo il Salvatore) tra i due arcangeli, nel registro inferiore, alle estremità laterali dell'abside sono rappresentati Gioacchino e Anna. Nella volta del bema l' Ascensione.
catino absidale, Vergine Platytera
volta del bema, Ascensione
Ingresso a Gerusalemme, volta del braccio est della croce
Resurrezione di Lazzaro (particolare), volta del braccio nord della croce
Resurrezione di Lazzaro
A destra il suolo appare come una larga superficie gialla su cui sta un ebreo vestito di verde che si tappa il naso, ora già emana odore (Giovanni XI, 39). Il Cristo vestito di blu è alla testa di un gruppo di persone che procede lentamente da sinistra verso la salma. Lo spazio è creato dall'incrociarsi delle rocce, dalle figure che appaiono sullo sfondo e dalla facciata degli edifici in prospettiva.
Nei timpani degli archi dei bracci della croce sono raffigurate scene secondarie dei vangeli come la Fuga in Egitto mentre nei pennacchi della cupola si trovano i quattro evangelisti.
La porta tra il nartece e la chiesa presenta motivi decorativi di origine islamica: un'ornamentazione pseudo-cufica e un motivo a lunghe mezze foglie finemente intagliato.
Tomba del nobile Manuele Laskaris Chatzikis (+1445),
addossata alla parete meridionale del nartece. Un'iscrizione lo definisce "servo del Despota Costantino".
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