Originariamente era il katholikon di un monastero ed era probabilmente dedicata alla Vergine, come testimoniato dal ciclo affrescato nel deambulatorio e dal ritratto del suo secondo fondatore - l'igoumeno Paolo - inginocchiato ai suoi piedi. Il nome attuale le deriva dalla credenza popolare che la chiesa fosse sormontata da dodici cupole simboleggianti gli apostoli.
Fondazione: 1310-1314, durante il patriarcato di Nifone I, che è ricordato come fondatore da tre diverse inscrizioni all'interno della chiesa:
1. Per esteso sull'architrave di marmo dell'ingresso principale.
2. In forma di monogrammi sui pulvini di tre capitelli della facciata ovest
3. Tre monogrammi in mattoni sulle facciate ovest e sud del nartece.
Il monogramma di Nifone I tracciato in mattoni sulla parete meridionale del nartece
Architettura: la chiesa è del tipo a croce greca inscritta con deambulatorio, cupola centrale su quattro colonne, nartece ed endonartece. L'abside, eptagonale all'esterno è affiancato dai pastoforia. Il naos comunica con il deambulatorio per mezzo di quattro archi e agli angoli del deambulatorio si alzano altrettante cupole. Il deambulatorio termina ad est sul lato nord con una cappella dedicata a S.Giovanni Battista, a sud con un ambiente a cui non ha accesso diretto e che probabilmente fungeva da sacrestia.
L'esterno è movimentato da archi ciechi, finestre e semicolonne in mattoni, nonchè da decorazioni geometriche sempre in mattoni.
Le uniche modifiche sostanziali introdotte in epoca ottomana consistono nella chiusura dei due tribelon del nartece e nell'abbattimento del campanile.
Decorazione interna: Il progetto del patriarca prevedeva una decorazione a mosaico per la parte superiore della chiesa ed una in marmo per quella inferiore sul modello della chiesa costantinopolitana di S.Salvatore in Chora. La sua rimozione dal seggio episcopale nel 1314 non gli consentì di portarlo a termine e i mosaici si limitano alla porzione superiore del naos.
Mosaici: mostrano la ripresa di elementi ellenistici (resa dei panneggi, caratterizzazione dei tratti espressivi, naturalismo) che contraddistingue la pittura murale dell'età paleologa:
- Cupola: al vertice Cristo Pantokrator a mezzo busto, nella fascia inferiore dieci profeti e nei pennacchi i quattro evangelisti.
- Volta sud della crociera: Natività e Battesimo di Cristo
Natività
Natività, particolare del Bagno del Bambino
3. Volta ovest:
a.Trasfigurazione: tutta la composizione è inondata dalla luce che promana dal Cristo - ai lati del quale sono raffigurati Mosè ed Elia - da cui si dipartono tre raggi (la Trinità) che colpiscono i tre apostoli (Pietro, Giovanni e Giacomo) prostrati a terra (ed essi caddero faccia avanti, Mt 17,6)
Trasfigurazione
b.Ingresso a Gerusalemme: l'asino, su cui il Cristo siede di fianco come in trono, seguito dagli apostoli, sembra dirigersi in direzione opposta alla città perchè sta girando un tornante del Monte degli Ulivi da cui scende. In mano il Cristo reca il documento scritto dei nostri debiti che è venuto a riscattare (Col 2,14)
Ingresso a Gerusalemme
5. Arco tra la colonna NE e il muro N: Annunciazione
6. Arco tra la colonna SO e il muro S: Presentazione al Tempio.
7. Parete ovest: Dormizione della Vergine
Affreschi: l'igoumeno Paolo, discepolo del patriarca, ne continuò negli affreschi il programma iconografico dopo la deposizione di questi.
1. Fascia inferiore delle pareti di abside, naos, deambulatorio ed esonartece: figure di santi e martiri.
2. Esonartece:
a. al di sopra dell'ingresso pricipale: la mano di Dio che tiene le anime dei beati raffigurati come bambini in fasce.
La mano di Dio tiene le anime dei beati
b. al di sopra della porta che introduce all'endonartece: la Vergine con il Bambino in trono tra due angeli con l'igoumeno Paolo inginocchiato ai suoi piedi.
Cappella di S.Giovanni Battista:
a. cupola: La Vergine con il Bambino fiancheggiata da angeli.
b. parete nord: il banchetto di Erode con Salomè che danza tenendo sul capo in un piatto la testa del Battista.
c. parete sud: nascita di Giovanni.
Natività di S.Giovanni Battista
4. Endonartece: una raffigurazione di S.Demetrio che difende dai barbari la sua città personificata da una donna.
Nel 586 Tessalonica fu a lungo assediata dagli attacchi di Avari e Slavi ma la città, benché allo stremo, resistette all’assedio.
Nel 586 Tessalonica fu a lungo assediata dagli attacchi di Avari e Slavi ma la città, benché allo stremo, resistette all’assedio.
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