LA VILLA DEI GORDIANI
L'esistenza di una villa sulla via Prenestina appartenente a Gordiano III (225-244 d.C) che la restaurò ed arricchì è nota dalla Historia Augusta che la descrive dotata di un peristilio di 200 colonne di cui non si è mai trovato traccia.
Il Mausoleo dei Gordiani
Anche noto come la Tor dé Schiavi (il termine deriva dal nome dei proprietari del tardo XVI secolo, nel 1571 Vincenzo Rossi dello Schiavo acquistò infatti questi terreni).
Presenta una pianta circolare in opera laterizia con un portico a colonnato con gradinata oggi scomparso; il Mausoleo sepolcrale doveva assomigliare in piccolo al Pantheon.
È realizzato su due piani:
il piano seminterrato, utilizzato come camera mortuaria, presenta una sorta di largo corridoio circolare con volta a botte che corre lungo tutto il perimetro del monumento; al centro la volta poggia sopra un robusto pilastro centrale. Lungo la parete sono le nicchie dove venivano posti i sarcofagi; l’ambiente prende aria da feritoie verticali poste appena sopra il livello del terreno; sotto il portico e la gradinata oggi crollati si trovavano altri ambienti.
Gli enormi massi di calcestruzzo che si trovano dinanzi al monumento potrebbero essere i resti della base del portico o forse appartenevano ad altre strutture della villa successivamente spostati lì.
Il piano superiore è rialzato e coperto da una volta a cupola e presenta anch’esso delle nicchie lungo la parete circolare; si contano 7 nicchie con soffitto a cupola, di cui le ultime due, dislocate verso l’apertura del monumento, sono rimaste interessate dal crollo della facciata; in particolare sul lato destro del monumento si osserva la sezione della cupola di una di queste; le pareti erano tutte adornate di affreschi quasi completamente scomparsi; per l’illuminazione naturale esistevano quattro occhi circolari alla base della cupola; il luogo era utilizzato in occasione delle cerimonie.
il Mausoleo risale al periodo dioclezianeo (IV secolo d.C.) come documentato dai bolli imperiali impressi sui mattoni della costruzione; a questo periodo del resto risalgono tutti i complessi monumentali del genere a Roma: il mausoleo di Sant'Elena sulla Casilina, quello di Santa Costanza sulla Nomentana e quello di Romolo nella villa di Massenzio sull’Appia Antica.
L’intera area appartenne probabilmente all’imperatore Costantino, che possedeva gran parte dei terreni fuori Porta Maggiore; i nuovi edifici di culto cristiani (Basiliche e Mausolei) venivano edificati in luoghi privati aperti al pubblico, quali i terreni dell’Imperatore, per non suscitare le ire degli adepti della ancora predominante fede pagana.
A ridosso del lato est del Mausoleo si notano i resti del colonnato di una basilica paleocristiana costantiniana risalente allo stesso periodo del Mausoleo.
La basilica venne scavata e definita nella sua forma nel 1959- 960: presenta una pianta circense a tre navate con la navata centrale molto più ampia, lunga oltre 60 metri e orientata grosso modo verso est ed utilizzata anch’essa per le sepolture; scavi eseguiti nel 1984 hanno portato alla luce resti di sepolture all’interno ed all’esterno del colonnato risalenti ad epoca medioevale.
Nel sottosuolo nel 1953 è stata trovata una piccola catacomba su due livelli, non è chiaro se di natura cristiana o pagana, il cui accesso rimane visibile da via Rovigno d’Istria; la via infatti costeggia il parco e taglia la collina rimanendo più in basso del parco di almeno 6 metri.
Nel sottosuolo nel 1953 è stata trovata una piccola catacomba su due livelli, non è chiaro se di natura cristiana o pagana, il cui accesso rimane visibile da via Rovigno d’Istria; la via infatti costeggia il parco e taglia la collina rimanendo più in basso del parco di almeno 6 metri.
In corrispondenza della basilica nel costone di cappellaccio che fiancheggia la strada si scorgono a mezza altezza due grotte che sono parte di questa catacomba; le sbarre del muro di confine della villa ed altre inferriate lateralmente proteggono il sito dai curiosi ed una porta di ferro che si apre nel muro consente l’accesso al sito.
Normalmente accadeva che là dove veniva sepolto un martire cristiano, si sviluppavano in seguito una necropoli ed una Basilica. Il potente devoto del martire si faceva quindi costruire il suo Mausoleo funebre accanto alla Basilica, così come accadde per il vicino Mausoleo di Sant’Elena.
Normalmente accadeva che là dove veniva sepolto un martire cristiano, si sviluppavano in seguito una necropoli ed una Basilica. Il potente devoto del martire si faceva quindi costruire il suo Mausoleo funebre accanto alla Basilica, così come accadde per il vicino Mausoleo di Sant’Elena.
Non è però chiaro quale sia stato il martire qui seppellito, chi sia stato sepolto nel Mausoleo né tanto meno il carattere cristiano della catacomba.
Sono state avanzate varie ipotesi: che il Mausoleo fosse stato edificato per Costantino stesso, che però morì a Costantinopoli, oppure che fosse destinato a qualche membro della famiglia imperiale costantiniana o anche che sia stata soltanto una bizzarria di qualche nobile romano che volle ricostruire la stessa situazione del vicino mausoleo di Sant’Elena.
L'Aula ottagonale
Un altro rudere di notevole impatto visivo è la cosiddetta "Aula Ottagonale", della quale restano 3 lati e poco più.
All’interno della sala esistevano dei nicchioni ricavati nelle mura dell’edificio, alternativamente a pianta quadrata e tonda, alcuni aperti per mettere in comunicazione la sala con gli altri ambienti, altri chiusi e in cui erano disposte delle statue. Da ottagonale, superiormente il perimetro delle mura diveniva circolare per consentire l’innesto di una cupola a tutto sesto: l’ambiente prendeva luce ed aria da otto occhi circolari posti sopra le nicchie.
Non è chiaro quale fosse l’utilizzo della struttura originaria; forse una sala termale o forse un ninfeo, ma sono solo ipotesi.
Non è chiaro quale fosse l’utilizzo della struttura originaria; forse una sala termale o forse un ninfeo, ma sono solo ipotesi.
In epoca medioevale la costruzione venne riutilizzata come base per una torre di avvistamento; si nota il diverso materiale usato nella parte superiore del rudere e le nicchie scavate nel muro usate come base per sorreggere il primo piano della torre; a quell’epoca risale anche il largo pilastro ancora in parte visibile posto al centro della sala utilizzato evidentemente come rinforzo per la torre stessa.
L’Aula Ottagonale era circondata da alcuni ambienti con pavimenti a mosaico, di uno dei quali resta un’abside con la volta a conchiglia (Ninfeo)
resti di decorazione a stucco in uno dei nicchioni
Ninfeo
Si apriva verso est con un porticato ricurvo a 2 colonne. Sul lato ovest presentava invece una nicchia centrale rettangolare fiancheggiata da 2 nicchie semicircolari. Il paramento è esternamente in opus mixtum e in laterizio all'interno. Si conserva parte della cupola a conchiglia con resti di stucco sagomato e costolature triangolari.
Cisterna
All'estremità ovest della villa si trova una cisterna a due piani e a doppia navata. A questa si affiancava un'altra cisterna a navata unica.
Presenta una grandiosa sostruzione in opus mixtum sostenuta da contrafforti realizzata per compensare il dislivello del terreno.
Internamente un grosso muro di spina, con due aperture, separava le due navate voltate a botte.
Il piano superiore rappresentava la cisterna vera e propria, di forma quadrata con volte a doppia crociera e pavimento e muri rivestiti di cocciopesto. Le nicchie semicircolari che adornano le pareti sono in opus mixtum con laterizi tagliati a curva.
Questa prima cisterna può essere fatta risalire al II sec. mentre quella che le fu addossata lungo la parete nord, di forma rettangolare, risale al III secolo.