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venerdì 5 agosto 2011

Geraki

GERAKI

Situato nella Laconia, all'incirca a 40 km da Sparta lungo la strada che da questa porta a Monemvasia.
Dopo il 1204, con la conquista franca della Morea, fu dato in feudo a Guy de Nivelet - a cui nel 1250 successe il figlio Jean - che vi costruì la fortezza nel 1209. Dopo la sconfitta del Villerdhouin nella battaglia di Pelagonia (1259) fu restituita ai bizantini. Con la caduta della Morea (1460) passò sotto controllo turco eccezion fatta per un breve periodo (1463-1467) in cui fu governato dai veneziani.

Cittadella: ha la pianta di un parallelogramma irregolare e racchiude al suo interno alcune chiese:

1.Agia Paraskevi, si trova all'esterno della cinta muraria, presenta una pianta a croce greca e le sono addossate lungo i lati nord e sud rovine di edifici adiacenti. E' coperta da una volta a ogiva e presenta alcuni elementi gotici all'ingresso del santuario.


(veduta da NE)


(lato sud)

L'unico ingresso è attualmente sul lato sud.

Affreschi:  risalgono alla prima metà del XV secolo.
In una nicchia nella parete ovest è raffigurata la famiglia dei donatori (padre, madre e quattro figli) nell'atto di offrire il modellino della chiesa che molto probabilmente aveva il ruolo di cappella di famiglia. Ai lati della nicchia, S.Pietro a ds e S.Giovanni a sn.

 
Santa Paraskevi è raffigurata nella parete nord, all'interno di una cornice marmorea d'influenza gotica.
 
 

L'iconostasi, databile alla metà del XV secolo, è realizzata in muratura ma le decorazioni a fresco e l'inserimento delle figure della Vergine con il Bambino e del Cristo misericordioso in altrettante nicchie, come se fossero icone mobili, simulano l'effetto di un'iconostasi in pietra.
 
 
 
Nel catino absidale è raffigurata la Vergine in trono con in braccio il bambino.


2.Agios Georgios
a pianta basilicale a tre navate, sopravanzata da nartece, con affreschi del XIII e XIV sec.


L'iconostasi (XIII sec.) combina elementi di pietra, come i capitelli scolpiti, con elementi di gesso. Il registro basso della cornice marmorea del templon comprende elementi scolpiti ed elementi dipinti.
Al di sotto della figura del Cristo è inserito un anthemium di epoca classica probabilmente proveniente da un tempio dell'acropoli dell'antica Geraki.

L'anthemium di epoca classica incassato nell'iconostasi
 
La sua reinterpretazione pittorica realizzata sull'altro lato dell'iconostasi
 
Sull'altro lato, al di sotto dell'immagine della Vergine con il Bambino, la cornice di marmo è riempita da un sottile strato di gesso decorato da tralci di vite che circondano un medaglione e richiamano la decorazione dell'anthemium.

 
A sn. dell'immagine, sul pilastro che separa la prothesis dal santuario, è raffigurato in piedi S.Giorgio. Sul suo scudo sono dipinti il crescente di luna con la stella a sei punte e, più in basso, lo stemma dei Nivelet.
 
 
S.Giorgio, XIII sec.
 
 
S.Giorgio, raffigurato a cavallo mentre trafigge il drago con la lancia e circondato da una cornice scolpita in pietra porosa.

Dipinto successivamente al ritratto di S.Giorgio nella chiesa di S.Giovanni Crisostomo (vedi dopo). La decorazione dello scudo - come nel caso di cui sopra - combina il riferimento greco (la luna crescente e la stella, vedi oltre) a quello franco (lo stemma a scacchi dei Signori latini di Geraki, scolpito anche sopra l'ingresso e dipinto sullo scudo del S.Giorgio in piedi accanto all'iconostasi. Mentre il crescente e la stella sono ripetuti nella decorazione della cornice).

Armi dei Nivelet scolpite al di sopra della porta d'ingresso

Entrambi i programmi iconografici sono comunque stati realizzati circa 40 anni dopo che Geraki era tornata sotto il controllo bizantino.
La cornice presenta elementi scolpiti in altorilievo alla maniera gotica.


Chiese nell'abitato:
 
1.S.Giovanni Crisostomo (vicino Kato Vrysi) risale al 1300 circa e si presenta a navata unica.
 
 
Presenta due strati di decorazioni parietali. Il primo coevo alla fondazione della chiesa ed il secondo che reca una iscrizione che lo data al 1450. Il ritratto del donatore (l'unico presente nelle chiese dell'abitato), il cartofilace Cristoforo Kontoleos, raffigurato in una nicchia, appartiene alla fase decorativa più tarda.
 
 
La cornice dell'ingresso principale è formata da colonne di recupero su cui l'imperatore Diocleziano aveva fatto incidere i prezzi massimi che potevano avere alcuni beni di consumo.


Il templon, nel lato verso la navata è decorato da grandi icone del Cristo e del santo titolare della chiesa. Il lato rivolto verso l'altare è decorato da strisce ondulate nerobluastre come si ritrovano sul retro delle icone portatili.

Melismos, parete absidale
 
Nel registro absidale inferiore è rappresentato il melismos. Letteralmente la parola significa “frattura” in riferimento al momento liturgico in cui il sacerdote spezza il pane ed avviene la transustansiazione. Questo tema iconografico trova posto nel registro absidale inferiore e si diffonde a partire dal XII secolo, nella maggior parte dei casi sull'altare è però disteso il corpo del Cristo infante, più raramente, come in questo caso, il corpo del Cristo adulto. Ai lati dell'altare si osservano inoltre due angeli sventolare i ripidia (i ventagli rigidi che nella liturgia ortodossa i diaconi agitano sui Doni durante l'anafora per scacciare le mosche).
 
S.Giorgio
 
L'affresco raffigurante S.Giorgio è posto di fronte all'ingresso. Nonostante il fatto che il Santo stia combattendo con il drago tra gli zoccoli della sua cavalcatura, il busto è in posizione frontale, rivolto verso lo spettatore. E' una delle prime raffigurazioni in cui il santo imbraccia uno scudo decorato con una luna crescente e stelle.

L'Apertura del Sepolcro
 
Nella volta sopra il ritratto di S.Giorgio la scena dell'Apertura del Sepolcro fa parte di un ciclo narrativo. Nell'angolo in basso a destra sono raffigurati i soldati dormienti, lo scudo di uno dei quali è decorato con un piccolo castello, un simbolo ben conosciuto nella regione, giacchè la stilizzazione di un castello, una torre centrale affiancata da due torri più piccole, era impresso sul rovescio delle monete battute dai Franchi in Morea, attraverso l'uso di questo simbolo i guerrieri romani vengono così associati ai Latini.

 
Rovescio di un obolo fatto battere dal Duca di Atene, Guglielmo I de la Roche (1280-1287)
Zecca di Tebe

La decorazione dello scudo del santo rimanda invece ad una moneta battuta da Alessio I Comneno (1081-1118) dove appaiono una croce ed una luna crescente*.

Rovescio del follis fatto battere da Alessio I Comneno

L'autore utilizza quindi motivi tratti dalla numismatica latina e bizantina per identificare guerrieri greci e latini.

*Il crescente di luna e la stella figurano anche nella bandiera di Costantinopoli nonché in quella di battaglia di Isacco II Angelo (1185-1195) dove il crescente di luna è disposto in orizzontale e sovrastato dalla stella.

 
Sempre nella volta si notano rappresentati la Dormizione della Vergine (al centro) e la Trasfigurazione (a destra) 
 
2. S.Sozon. Pianta a croce greca inscritta, del tipo a quattro colonne con cupola centrale. Dovrebbe risalire al XII secolo mentre le decorazioni parietali risalirebbero al XIII sec.




3. San Atanasio. Presenta anch'essa una pianta a croce greca inscritta e può essere fatta risalire al XII secolo. E' abbastanza alta con pilastri allungati e tre absidi semicircolari. La decorazione ceramoplastica è limitata mentre, soprattutto su due facciate, si osserva l'inserimento di materiali di spoglio. La cupola è invece frutto di una recente ricostruzione.


facciata meridionale


facciata orientale

4. Panagia Evangelistria (chiesa dell'Annunciazione)


Risale al XII secolo e rappresenta una variante del tipo a croce greca inscritta.

I pilastri della cupola sono infatti praticamente addossati alle pareti laterali. Così le braccia laterali della croce appaiono molto corte e le campate angolari vengono sostituite da profonde nicchie. Esternamente le nicchie angolari appaiono coperte dal tetto a due falde delle braccia lunghe sì che l'impressione è quella di trovarsi di fronte ad una basilichetta a navata unica.

facciata meridionale
 
Come nella chiesa dedicata a S.Paraskevi, l'iconostasi – databile al terzo quarto del XII sec - è realizzata in muratura e le figure a mezzo busto della Vergine con il Bambino e del Cristo, ai lati dell'ingresso al santuario, sono anche in questo caso affrescate a simulare delle icone portatili. L'effetto ricercato dal pittore è reso esplicito dai motivi a zigzag rossi e neri dipinti nella parte interna della muratura corrispondente al retro delle pseudo-icone.
Iconostasi
 

Al centro della cupola è raffigurato il Cristo Pantokrator, mentre nella fascia immediatamente sottostante è raffigurata la preparazione del trono (etimasìa)








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