Facciata nord
Databile tra la fine del I sec. e l’inizio del II sec., costituiva l’ingresso all’area del Foro per chi proveniva dal quartiere meridionale o “del teatro”. L’arco è sostenuto da due pilastri in opus latericium poggianti su stilobati in opus quadratum. Il diametro dell’arco è di circa 5 metri ed è sormontato da un arco di scarico in mattoni. E' attualmente privo quasi del tutto del rivestimento marmoreo e mancano le statue che dovevano essere alloggiate nelle nicchie che si aprono nelle due facciate principali.
Nella facciata nord (quella rivolta verso il foro), in opus latericium, sono visibili alcuni elementi del rivestimento che decorava il monumento: una colonna al margine del pilastro sinistro e frammenti di un cornicione di pietra. Sono anche visibili due ordini di archi in opus latericium innestati nel pilastro sinistro.
L'arco sorgeva probabilmente in prossimità della cinta muraria romana, i cui resti sono ancora reperibili al di sotto del cantone sud-ovest del muro del giardino episcopale ove è una struttura muraria tardoromana costituita di grossi blocchi di parallelepipedi calcarei di struttura pseudoisodoma.
Facciata sud
A ds. si notano i due ordini di archi che s'innestano nel pilastro e la struttura muraria tardoromana.
Tra il 1633 e il 1635, nel corso di un restauro voluto dall’Arciv. Agostino Oregio, vi fu aggiunto un coronamento.
Deve probabilmente la particolare denominazione con cui è conosciuto al fatto che in questo periodo costituiva una delle porte di accesso al castellum vescovile.
Resti del complesso termale tardoromano
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