Ritratto di Alessio Apocauco
da un'edizione miniata delle Opere di Ippocrate da lui commissionata, 1340 c.ca
(cod gr. 2144)
Bibliothèque
Nationale de France, Parigi
Alessio Apocauco nacque in Bitinia nel
tardo XIII secolo in una famiglia di umili origini (1). Iniziò la
sua carriera nell'amministrazione statale come esattore delle
imposte, nel 1320 fu nominato sovrintendente delle saline e quindi
domestikos per i thema d'occidente. Nel 1321 ottenne il titolo
di parakoimomenos (gran ciambellano). Da questa influente
posizione si schierò al fianco di Giovanni Cantacuzeno, Teodoro
Synadenos, Sirgianni Paleologo ed altri esponenti dell'aristocrazia
nell'appoggiare la ribellione di Andronico III contro il nonno
Andronico II e quando, nel 1328, questi divenne imperatore unico
ricevette il titolo di mesazon e l'incarico di sovrintendere
alla segreteria ed al tesoro imperiale. Questo incarico gli consentì
di accumulare una considerevole fortuna personale, parte della quale
egli impiegò per costruirsi una roccaforte ad Epibatai, nei pressi
di Selimbria sul Mar di Marmara. Nel 1341, poco prima di morire,
Andronico III lo nominò megadux ponendolo a capo della flotta
imperiale che egli provvide a rafforzare a sue spese.
Alla morte di Andronico III (11 giugno
1341), il suo legittimo erede, il figlio Giovanni V, aveva solo nove
anni. Il megas domestikos Giovanni Cantacuzeno, che era stato
anche il miglior amico e sostenitore di Andronico III, chiese la
reggenza ma, approfittando di un suo allontanamento dalla capitale,
il partito a lui avverso, capeggiato dall'imperatrice madre Anna di
Savoia, dal patriarca Giovanni Caleca e dallo stesso Apocauco, lo
estromise dal potere con un colpo di stato. La reggenza fu affidata
all'imperatrice ed al patriarca, mentre Apocauco fu nominato eparca
di Costantinopoli e Giovanni Gabalas gran logoteta. Cantacuzeno
rispose facendosi proclamare imperatore con il nome di Giovanni VI a
Didimoteico il 26 ottobre (2). Il conflitto tra la reggenza
costantinopolitana e Giovanni Cantacuzeno assunse rapidamente i toni
del conflitto sociale, l'aristocrazia ed i grandi proprietari
terrieri si schierarono infatti, come già negli anni '20, a fianco
del Cantacuzeno mentre Apocauco riuscì a mobilitare contro di loro
le masse popolari urbane. Al conflitto sociale si sovrappose inoltre
la controversia religiosa che contrapponeva gli esicasti ad i loro
oppositori, i primi godevano infatti dell'appoggio dell'aristocrazia
mentre i secondi erano sostenuti dal Patriarca di Costantinopoli e
dalla reggenza.Gli inizi della guerra civile furono favorevoli alla reggenza di cui Alessio Apocauco era indiscutibilmente l'uomo forte. La Tracia e la Macedonia, roccaforti dell'aristocrazia e del grande latifondo che sostenevano Cantacuzeno, furono sconvolte dalle rivolte popolari che rovesciarono i governatori schierati dalla sua parte inalberando il vessillo legittimista. Apocauco riuscì ad insediare come governatori i figli Manuele, ad Adrianopoli, e Giovanni a Tessalonica mentre Cantacuzeno fu costretto a ripiegare verso la frontiera serba con duemila uomini e a chiedere l'aiuto del re serbo Stefano Dusan (luglio 1342).
Agli inizi de 1343, la partita sembrava definitivamente chiusa a favore della reggenza: dopo aver inutilmente assediato Serre, Cantacuzeno, abbandonato dall'alleato serbo era rimasto con un seguito di appena 500 uomini mentre sua moglie Irene era assediata a Didimoteico dalle forze della reggenza. Ma a metà dell'anno il vento cambiò: la Tessaglia si schierò dalla sua parte mentre i turchi dell'emiro di Aydin, Umur – che già aveva combattuto al suo fianco all'epoca di Andronico III – liberarono Didimoiteico dall'assedio. Nei due anni successivi le città della Tracia caddero una dopo l'altra e sul finire del 1344 si registrarono diverse importanti defezioni dal campo della reggenza. Il generale Giovanni Vatatzes, la cui figlia aveva sposato il figlio di Apocauco, Giovanni, e lo stesso Manuele Apocauco, il secondogenito dell'eparca, con la città di Adrianopoli di cui era governatore, passarono infatti dalla parte del Cantacuzeno come anche il Patriarca di Gerusalemme Lazzaro (1334-1368).
L'11 giugno del 1345, mentre sovrintendeva ai lavori di ristrutturazione del carcere dove aveva fatto rinchiudere i parenti – tra cui la stessa madre Teodora - ed i sostenitori del Cantacuzeno, Alessio Apocauco fu assalito e linciato dai prigionieri (3).
Alessio Apocauco si sposò due volte,
la prima con la figlia di un canonico di S.Sofia di nome Disipato da
cui ebbe due figli – Giovanni e Manuele – e una figlia e la
seconda volta (1341) con la cugina del mega stratopedarca Giorgio
Choumnos da cui ebbe due figlie di cui non si conosce il nome.
Purtroppo le uniche fonti primarie che
ci hanno lasciato un resoconto degli eventi della guerra civile, la
Storia romana di Niceforo Gregora e la Storia, opera
memorialistica dello stesso Giovanni Cantacuzeno, sono opera di
autori dichiaratamente di parte. In entrambe Alessio Apocauco è
descritto come il parvenu, dedito all'intrallazzo e assurto ai
vertici dell'amministrazione statale grazie all'appoggio di Giovanni
Cantacuzeno, che alla prima occasione utile si affrettò a tradire il
suo protettore per bramosia di potere. Proiettato verso il mondo
degli affari e del commercio, Apocauco fu più probabilmente il
leader espresso da un ceto mercantile emergente che chiedeva
rappresentanza ed agibilità politica in un sistema dominato
dall'aristocrazia terriera.
Tracce dell'attività filantropica di
Apocauco sono state individuate in alcuni capitelli, attualmente
conservati presso il Museo archeologico di Istanbul e provenienti
dalla non più esistente chiesa di Selimbria dedicata a S.Giovanni,
che recano inciso il suo monogramma accompagnato dal titolo di
parakoimomenos – carica che ricoprì dal 1321 al 1328 – e
da quello di κτητωρ (fondatore)
della chiesa. Dello stesso tenore è l'edizione miniata delle opere di Ippocrate da lui commissionata nel 1340 da cui è tratto il suo ritratto di cui sopra.
Note:
(1) Secondo K.P. Matschke (Fortschritt und Reaction in Byzance im 14. Jahrhundert: Konstantinopel in der Bürgerkriegsperiode von 1341 bis 1354, Berlino 1971) la famiglia di origine di Apocauco apparteneva invece all'aristocrazia provinciale, non imparentata con le dinastie imperiali come le grandi famiglie che sostenevano Cantacuzeno, ma comunque dotata di rendite fondiarie. Le umili origini che gli vengono solitamente attribuite sarebbero soltanto frutto della propaganda del Cantacuzeno.
(2) A sottolineare che il
suo pronunciamento non era rivolto contro la famiglia imperiale,
Cantacuzeno impose che nelle acclamazioni ufficiali il suo nome fosse
preceduto da quelli dell'imperatrice madre e di Giovanni V.
(3) Apocauco fu
inizialmente aggredito con un arnese di ferro e quindi, con un'ascia
da carpentiere, gli venne tagliata la testa che fu esposta su una
picca. K.P. Matschke indica in Alessio Raoul Gabalas, un parente e
sostenitore di Cantacuzeno, il suo uccisore materiale, non del tutto
chiare appaiono però le circostanze della sua morte: il megadux, che
solitamente non si recava da nessuna parte senza scorta armata, si
trovò infatti stranemente da solo in mezzo a prigionieri politici
che lo odiavano altrettanto stranamente non sorvegliati nè
rinchiusi.