Il Convicinio di Sant'Antonio, Matera
1. La prima chiesa, subito dopo l’arco di ingresso, è conosciuta con la denominazione popolare di Tempe cadute, un nome dato all’intero rione soggetto a continue cadute di massi (le tempe), ma era conosciuta in passato come cripta di San Primo.
2. Attraverso un varco, sulla sinistra, si accede alla contigua chiesa di Sant’Eligio, anche denominata dell’Annunziata.
La cripta è dedicata a Sant'Eligio che è considerato il protettore degli animali domestici, un santo particolarmente venerato in passato, all'interno di una comunità come quella materana, a forte componente contadina e pastorale. Fu abbandonata e trasformata in cantina nel XVIII secolo, quando, in una piazzetta che ancora porta il suo nome, venne edificata nel rione del Piano una chiesetta a lui dedicata dinanzi alla quale venne eretta una colonna sormontata dalla sua statua. In questa piazzetta il primo dicembre, in occasione della festività del Santo, i contadini, i pastori ed i mandriani, portavano sin dalle prime ore del mattino i muli, i cavalli ed i buoi, per implorarne la protezione, facendoli girare intorno alla colonna.
La cripta pur dissestata e modificata, dopo la trasformazione in cantina, è ancora leggibile nella planimetria: un'ampia aula per i fedeli seguita dal presbiterio, delineata sul fondo da tre archi che delimitano altrettante absidi.
Nell’abside di sinistra in un’ampia lunetta decorata con una serie di riquadri, è raffigurata una deesis, con al centro il Cristo con la mano destra benedicente ed il Vangelo aperto nella mano sinistra, affiancato da S.Giovanni e dalla Vergine (XIV secolo circa).
Le calotte absidale sono decorate da una croce. Numerose tracce di affresco rivelano la ricchezza con cui erano un tempo decorate le pareti della cripta.
3. La Cripta di San Donato presenta una pianta quadrangolare con due soli pilastri centrali che scompongono il piano delle absidi appena abbozzate. Le volte a tenda evidenziano gli spazi liturgici, a partire dall'ingresso si susseguono: il vestibolo, poi l’aula destinata ai fedeli ed infine il presbiterio per il sacerdote. La volta del presbiterio di sinistra si differenzia per l’elemento a crociera e quella centrale per un’ampia cupola con inscritta una croce gigliata a rilievo.
Di buona fattura gli affreschi: sull’arco che collega il pilastro di destra al muro esterno è visibile il volto di S.Donato con la mitra che copre il capo nimbato del Santo Vescovo. Sul pilastro di destra, addossato all’abside, l’immagine di San Leonardo in abito monacale, benedicente alla latina e reggente, con la sinistra il libro ed i ferri del martirio, elemento iconografico caratteristico di questo santo. In basso, genuflessa, la piccola figura del committente.
Sull’intradosso dell’arco absidale, a destra, nella parte alta, si nota un affresco, molto rovinato, di Santa Dorotea, giovanetta di Cesarea di Cappadocia che subì il martirio intorno al 311, la santa protettrice dei giardinieri.
Sulla parete di fondo dell’abside due scene seicentesche: a sinistra un Vescovo a cavallo che trafigge un drago, a destra il miracolo di un Santo Vescovo alla presenza di monaci e devoti.
4. L’ultimo ambiente è la cripta di S.Antonio che presenta tre navate absidate, con quella centrale voltata a schiena d’asino e innervata da un costolone. Nella zona absidale le volte a crocera recano croci gigliate scolpite. Lungo le tre navate è possibile vedere i palmenti per la produzione del vino, scavati quando la chiesa venne abbandonata e riutilizzata come cantina (XVIII secolo); tutti gli ambienti che si aprono sulla destra delle navate sono stati creati infatti durante questa fase di utilizzo della cripta, si può ancora notare il taglio dei gradini arrotondato per l’usura derivante dalla consuetudine di far rotolare le botti per le scale per posizionarle negli ambienti più profondi e freschi.
La decorazione parietale presenta, entrando a destra, sul primo pilastro, S.Antonio Abate (XV secolo), sul pilastro successivo San Sebastiano (XV secolo), mentre nella zona absidale della navata sinistra c’è una scena devozionale risalente al XVIII secolo, probabilmente relativa al culto della Madonna di Picciano.
Articolo molto interessante, complimenti.
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