L’iscrizione metrica
del catepano Basilio Argiro Mesardonites (1010-1017), scoperta nel
1930 immurata capovolta sul davanzale d’una
delle esafore della basilica di S. Nicola, è
attualmente custodita nel museo della basilica. L’epigrafe è
scolpita su una lastra di marmo bianco e a causa del reimpiego
l’iscrizione risulta tagliata su tutti i lati ed il testo è mutilo
nella parte destra e sinistra.
Con grande impegno e con
lodevolissimo ingegno il molto valente Basilio Mesardonites, che si
distingue per l’eccellenza, di stirpe imperiale (εξ ανακτων
το γενοσ), ha innalzato il Pretorio con estrema perizia poiché
ha provveduto a questo con mattoni duri come la pietra, ha costruito
una nuova arca fortificata, ha edificato dalle fondamenta questo
antemurale per la protezione degli alloggi delle truppe, per la
gloria e il vanto del Palazzo. (Spinto) poi da un sincero anelito ha
costruito in pietra la chiesa del glorioso Demetrio, che ha eretto
come un faro affinché essa illumini chiaramente in (tutta) la sua
gloria coloro che abitano qui e che (vi) abiteranno…
(Traduzione Francesca Fiori)
L’epigrafe rientra
nella tradizione delle iscrizioni celebrative di opere pubbliche ma –
come osservato da Carile - il catepano Basilio Mesardonites non
ottempera alla disposizione legale per cui il funzionario provinciale
nella dedica dell’epigrafe commemorativa di lavori pubblici era
tenuto a menzionare il nome dell’imperatore, nè allude al grado da
lui ricoperto nell'amministrazione ma tramite l’allusione
all’ascendenza imperiale (εξ ανακτων το γενοσ) si
appella piuttosto all’orgoglio nobiliare della famiglia come
principio di individuazione del proprio ruolo sociale.
Basilio Argiro
Mesardonites apparteneva infatti alla potente famiglia degli Argiri,
imparentata con i Lecapeni e quindi legata alla dinastia macedone.
Secondo alcuni studiosi si tratterebbe del fratello del futuro
imperatore Romano III Argiro (1028-1034).
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