Niceforo
II Foca (963-969)
Nato intorno al 912 in una famiglia di antiche
tradizioni militari – sia il padre Barda, sia il nonno Niceforo
raggiunsero il grado di Domestikos delle Scholae - fu avviato
giovanissimo alla carriera militare. Nel 945, durante il regno di
Costantino VII, diviene strategos del thema degli Anatolici, carica
che di solito preludeva alla nomina a comandante in capo
dell'esercito. Nel 954, infatti, subentra al padre Barda – che era
stato ripetutamente sconfitto dagli arabi - al comando dell'esercito
di Bisanzio e passa all'offensiva contro gli arabi dell'emirato di
Aleppo.
Niceforo II Foca
katholikon del Monastero della Gran Lavra, 1535,
Monte Athos
Nel 959 l'imperatore Romano II sdoppia
il comando supremo militare affiancando a Niceforo il giovane
fratello Leone Foca come Domestikos delle Scholae occidentali.
L'anno successivo gli viene affidato il
comando della spedizione contro l'emirato di Creta.
Il 6 marzo 961, dopo nove mesi di
assedio entra a Candia (l'attuale Iraklion) e poco dopo, riportata
l'intera isola sotto controllo imperiale, rientra a Costantinopoli
dove gli viene tributato non il trionfo ma un'ovazione
nell'Ippodromo.
Niceforo II Foca
da Codex Mutinensis, Gr.122, fol.209, 1425 c.ca
Biblioteca Estense, Modena
Niceforo si spostò quindi sul fronte
orientale e nel dicembre 962 prese e mise a sacco Aleppo infliggendo
un duro colpo al prestigio dell'emiro hamanide.
Molto popolare tra i suoi soldati e
temuto dai nemici – era soprannominato la morte bianca dei
Saraceni - il 15 marzo del 963,
fu raggiunto dalla notizia dell'improvvisa morta di Romano II mentre
si trovava nella roccaforte dei Foca a Cesarea di Cappadocia, fu
raggiunto dalla notizia dell'improvvisa morta di Romano II. Mentre a
Costantinopoli la vedova di Romano, Teofano, assumeva la reggenza per
i suoi figli Basilio II e Costantino VIII, Niceforo fu proclamato
imperatore dalle truppe. Il 14 agosto, il generale entrò in città
e, grazie anche all'appoggio del patriarca Polieucte e di Basilio
Lecapeno (1), sbaragliò la resistenza opposta dal parakoimomenos
Giuseppe Bringas e due giorni
dopo fu incoronato in Santa Sofia.
Basilio
Lecapeno riottenne la carica di parakoimomenos che
già aveva ricoperto sotto Costantino VII e fu insignito del titolo
di proedros, dignità
assimilabile a quella di presidente del Senato, ma di fatto puramente
rappresentativa. Il fratello Leone Foca mantiene il comando delle
Scholae occidentali mentre al comando di quelle orientali, Niceforo
promuove uno dei suoi più fidati luogotenenti, lo stratego del thema
degli Anatolici, Giovanni Zimisce. Il 20 dicembre, infine, in cambio
della promessa di garantire la successione ai suoi figli, sposa nella Nea Ekklesia la
vedova di Romano II, Teofano, legittimando ulteriormente la sua
posizione.
Oltre
ad essere un grande soldato, Niceforo era un asceta – da giovane
voleva farsi monaco e dormiva in terra – e un fanatico religioso
(chiese alle autorità religiose, senza ottenerlo, che tutti i suoi
soldati morti combattendo contro i musulmani fossero proclamati
martiri della fede) che sognava la riconquista delle perdute
provincie dell'Asia minore. Zimisce fu inviato sul fronte orientale
con l'incarico di prendere Adana che cadde e fu rasa al suolo prima
della fine dell'anno. L'anno seguente Niceforo guidò la campagna in
prima persona e prese Mopsuestia e Tarso completando la riconquista
della Cilicia che era in mano agli Arabi dal VII secolo. Sempre nel
964, una spedizione guidata da uno dei suoi generali, Niceta
Chalkoutzis, riportò anche l'isola di Cipro nell'orbita imperiale.
Dopo la conquista della Cilicia,
l'imperatore, per ragioni non del tutto chiare, perse del tutto la
fiducia in Giovanni Zimisce che rimosse da tutte le cariche e confinò nei suoi possedimenti lontano dalla capitale.
Nel 966 riprese l'offensiva in Asia
minore. L'imperatore assediò senza successo Antiochia ma conquistò
altre piazzeforti e impose a Tripoli e Damasco il pagamento di un
tributo. Nel 968 assediò nuovamente Antiochia ma, giacchè i tempi
dell'assedio si protraevano, rientrò a Costantinopoli lasciando a
Michele Bourtzas e allo statopedarca Petrus (2) il compito di prendere la
città per fame. Il 28 ottobre del 969 finalmente la città si
arrese.
L'estensione dell'impero bizantino dopo le conquiste di Niceforo II e del suo successore Giovanni I Zimisce
Poche settimane dopo la caduta di Antiochia – nel dicembre
del 969 – Niceforo venne assassinato nella sua camera da letto da
una congiura guidata da Giovanni Zimisce ma a cui non furono estranei
l'imperatrice Teofano e il parakoimomenos Basilio Lecapeno. Fu
sepolto nella chiesa dei SS.Apostoli.
Oltre che per le conquiste territoriali
Niceforo Foca è ricordato anche per le sue fondazioni
ecclesiastiche. Tra queste anche quella della Gran Lavra, il più
antico monastero athonita. Dopo la conquista di Creta, Niceforo
destinò parte del bottino di guerra alla fondazione del monastero ad
opera del monaco Atanasio – a cui in seguito fu dedicato il
katholikon – di cui era stato allievo e che lo aveva accompagnato
nell'impresa.
Note:
(1) Figlio illegittimo dell'imperatore
Romano I Lecapeno e di una sua concubina (forse una schiava di
origini bulgare), Basilio Lecapeno era nato tra il 910 e il 920 e fu
probabilmente castrato per ragioni politiche già in età infantile.
Legatissimo alla sorellastra Elena – moglie di Costantino VII –
durante il colpo di stato dei suoi fratellastri (944) si schierò
dalla parte del cognato ricevendone in cambio titoli e cariche, tra
cui quella di megas baioulos, cioè responsabile
dell’educazione dell’erede al trono (nella fattispecie, del
giovane figlio di Costantino ed Elena, Romano). Nel 947 divenne
parakoimomenos, che letteralmente indicava “l’incaricato
di proteggere il sonno dell’imperatore”, ma che in realtà
all'epoca, dato il rapporto di prossimità con l'imperatore che
implicava, era assimilabile a quella di gran ciambellano. Sostituito
nella carica con Giuseppe Bringas da Romano II, appoggiò il colpo di
stato di Niceforo mettendogli a disposizione tremila uomini armati da
lui assoldati.
(2) Petrus era un eunuco al servizio dei Foca che, adottato dal fratello dell'imperatore Leone Foca, intraprese la carriera militare. La carica di "Statopedarca" fu inventata ad hoc giacchè, in quanto eunuco, non poteva accedere a quella di Domestikos delle Scholae.